20- Ritenta, sarai più fortunato

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Aly: "Questo è il laghetto delle canoe... ci troverai sempre delle nereidi, le ninfe dell'acqua, spesso ad intrecciare cesti. E con questo, dovremmo aver finito il tour."
Ho accompagnato Theo per tutto il Campo, spiegandogli come meglio potevo le cose principali da sapere.

Può essere che me lo sia immaginato, ma ho l'impressione che per tutto il tragitto i suoi occhi siano sempre stati su di me; e diciamo che questo potrebbe avermi fatto arrossire talvolta.

Togli quel condizionale.
E anche il talvolta, meglio se lo cambi con un più appropriato "sempre".

Okay, hai ragione, ma per Zeus, non sono abituata alle attenzioni.
Quando stavo a casa, le uniche persone che frequentavo erano Sarah e Louis, e dopo che si sono messi insieme anzi mi sono trovata a fare la terza incomoda.
Di certo non ero io l'oggetto dell'attenzione della gente.

Comunque resta possibile che mi sia sbagliata.
Finito il giro, metto le mani nelle tasche e mi volto a guardarlo.
Aly: "Cosa ne pensi?"
T: "Mmh di cosa?"

Andiamo bene...

Aly: "Prova a indovinare, magari ci arrivi."
Theo abbozza una risatina e si avvicina di mezzo passo.
T: "Di te?"
Okay la situazione sta prendendo una strana piega.
Aly: "Ritenta, sarai più fortunato."
Mi mostra uno smagliante sorriso e finge di star pensando.
T: "Ti riferisci al tuo discorso allora? Davvero ispirante, devo concedertelo."

Ruoto gli occhi e scuoto leggermente la testa, anche se devo ammettere che un piccolo sorriso è involontariamente spuntato sulle mie labbra.
T: "Temo di dover arrendermi."
Aly: "Parlavo del Campo idiota."

T: "Ahhhhhh!"
La sua espressione stupita è fintissima, ma divertente.
T: "Comunque non è male. Ma credo che uno se ne possa rendere pienamente conto solo vivendoci."
Lo guardo curiosa.
Strano che sia riuscito a formulare una frase del genere.
Non credevo ne fosse in grado.

Aly: "Beh, hai ragione. Io per ora non ho vissuto abbastanza al Campo da poterlo chiamare casa, ma in effetti non vedo l'ora di capire a pieno i meccanismi interni."
T: "Okay, ora sembri una figlia di Efesto."

Lo guardo male, ma in effetti hai ragione.
Tranne un tridente di vapore apparso sulla mia testa, non ho alcun potere particolare che mi indichi con certezza la mia provenienza divina.
Penso che sfrutterò i prossimi giorni qui al Campo anche per capire di cosa sono capace.

X: "Hey, chi parlava dei figli di Efesto?"
Mi volto e vedo venirci incontro di corsa Leo, con il solito sorriso sghembo stampato in faccia, ma stranamente senza la sua cintura degli attrezzi.
Leo: "Hey ragazzi, sono venuto appena possibile... a che punto siete con il tour?"
Si sfrega le mani pronto all'opera, come se avesse appena finito di ideare una nuova macchina e si accingesse a costruirla.

Aly: "In realtà..."
T: "Abbiamo appena finito."
La faccia delusa di Leo è impagabile.
Anche se forse sotto sotto è felice di essersi liberato di un noioso compito.

Leo: "Mi spiace tantissimo, Acquagirl, ma Cal mi ha trattenuto..."
Non lo faccio finire di parlare che l'abbraccio e gli lascio un bacio sulla guancia.
Aly: "Tranquillo... basta che la prossima volta te ne occupi te!"
Leo, tutto felice, annuisce con vigore e mi stringe la mano.

Ridacchiando, guardo verso il gruppetto di case poco distanti.
Aly: "Ragazzi, io faccio un salto da mio fratello, voi divertitevi."
Li saluto distrattamente con la mano e mi avvio senza fretta verso la Casa di Atena, dove sapevo avrei trovato mio fratello con la sua ragazza.

In realtà non dovevo dirgli niente in particolare, mi era semplicemente tornata in mente una cosa successa al mio arrivo di cui ancora non avevo colto il significato... magari lui avrebbe potuto spiegarmi.

Underwater - Figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora