17- Alleluia una gioia!

1.4K 77 14
                                    

Appena scesi, ci ritroviamo in una stanza buia, illuminata solamente dalla luce solare che entra dalle porte spalancate dietro di noi.
Mi guardo bene intorno, cercando di mettere a fuoco il posto, nonostante la scarsa illuminazione.

Leo: "Ci penso io."
Chiude la mano sinistra a pugno, poi la riapre, e una palla di fuoco si materializza sul suo palmo, mentre con la destra regge una spada.
Okay.
Respira.
È tutto perfettamente normale.
Chiunque può far spuntare dal nulla palle di fuoco, no?

Va convinta...

Zitta te.
Inspira... espira.

Non so quanto servirà la yoga.

Per l'ultima volta.
Smettila di irrompere nella mia testa ogni due secondi, o ti spedisco nel Tartaro!

La vedo dura... dovresti finirci anche te, sai com'è.

Basta. Lasciate ogni speranza oh voi che tentate di ragionare con una coscienza del genere.
Comunque in effetti mi era parso di averlo visto maneggiare il fuoco quando combattevamo contro i lestrigoni, ma avevo pensato stesse usando delle bombe prese dal suo magico marsupio, o qualcosa del genere.

Leo per un attimo guarda la sua mano infuocata con un'espressione vacua, come se stesse ripercorrendo ricordi dolorosi, difficili da accettare; ma in un attimo torna al presente e, come niente fosse, ridacchia guardando la mia espressione mezza scioccata e mi lancia un bacio volante.
Leo: "Se ti stupisci per così poco, Acquagirl, poi dovrei proprio mostrarti qualche trucchetto."

Gli faccio la linguaccia e lui risponde con un'altra risata smorzata.
Torno a guardarmi attorno, per capire da dove fossero venute le urla.
Leo mi tocca su una spalla e guardo nella direzione che mi indica.
C'è un piccolo tunnel, nell'oscurità, che sembra l'unica screpatura in queste mura di terra.

Ci dirigiamo lì e, abbassandoci, lo percorriamo. Risulta essere molto breve, poco più di un normale corridoio, e ci immette direttamente in un'enorme stanza, grande come la hall di un importante hotel di lusso.
Alle pareti ci sono dei mobili con appoggiati vari oggetti, da libri che hanno tutta l'aria di essere importanti (magari libri di incantesimi?) a oggetti senz'altro magici. Nonostante sia ben chiaro che la stanza sia inutilizzata da secoli, dallo spesso strato di polvere sopra ogni cosa, gli oggetti sembrano stranamente intatti, come preservati dal tempo.

Delle piante rampicanti serpeggiano fra la mobilia, raggiungendo il soffitto, dove si incrociano in una trama perfetta, creando un particolare effetto di armonia.
Proprio davanti a noi, Clarisse, Percy e Annabeth sono disposti a semicerchio, con le armi sguainate, pronti all'attacco.
Oltre di loro, c'è un pilastro da esposizione, e accanto un ragazzo sconosciuto.

Questo ha i capelli castano chiaro, e gli occhi grigi; gli zigomi alti risaltano il particolare colore dei suoi occhi. È alto all'incirca quanto Percy, forse appena di più, ma nonostante la forza che sembra mascherare, sotto la t-shirt larga, tiene le mani alzate di fronte ai nostri amici.

Probabilmente non si aspettava di essere scoperto, qui in mezzo ai boschi.
Nella mano destra regge un elegante diadema d'argento, impreziosito da incisioni curvilinee e qualche piccolo diamante.

Io e Leo ci facciamo subito avanti, con le lame sguainate, cercando di capire la situazione.
Leo: "Hey amico... mi sa che ti abbiamo beccato, eh?"
Il ragazzo lo guarda scocciato, ma sembra celare... divertimento?

X: "Hai davvero ragione. Mi avete proprio colto in fallo."
Il sarcasmo nella sua voce è più che evidente e mi porta automaticamente ad alzare le sopracciglia.
Cosa intende dire? L'abbiamo colto sul fatto, miseriaccia.
Non ha scusanti.

Underwater - Figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora