56- Sto arrivando

683 45 47
                                    

Percy's POV

Passo per l'ennesima volta la mano fra i miei capelli, rendendoli ancora più scombinati di quanto già non fossero.
Questa non ci voleva proprio.
Era l'ultima cosa che doveva succedere, soprattutto a poche ore dal "grande evento".
Diamine, dove sarà finita? E se le fosse successo qualcosa?
Non potrei perdonarmelo.

Dò un calcio a un mobile davanti a me, finendo solo per imprecare a gran voce e massaggiarmi il piede. Lodo, seppur con una certa amarezza, il lavoro come sempre impeccabile dei ragazzi di Efesto. Peccato non costruiscano niente da distruggere.

Vedo sopraggiungere Annabeth e per un attimo si accende una trepidante speranza, che viene malamente spenta e derisa dal volto scuro della mia ragazza, chiaramente non portatore di buone nuove.
An: "Non c'è neanche nel bosco. Ormai abbiamo controllato ovunque, ma è come sparita."

Cammino per la veranda della Casa Grande, senza astenermi dal passare di nuovo una mano fra i capelli.
All'improvviso arrivano in gran corsa Will e una ragazza sui quindici anni, a primo impatto direi figlia di Apollo.

W: "Percy! Forse abbiamo qualcosa."
Sospinge con delicatezza la sorella in avanti, e anch'io mi avvicino di un passo, curioso e preoccupato.

V: "Mi chiamo Veronica, e... beh, penso di aver visto Alyssa questa notte."

I miei occhi si sgranano, e faccio un altro passo avanti, trovandomi subito di fronte a lei.
P: "Cos'hai visto?!"

Veronica prende un respiro, e mi guarda quasi con compassione.

V: "Un ragazzo, con una felpa nera con il cappuccio calato. Solo dopo mi sono  accorta che aveva qualcosa in braccio. In realtà, qualcuno. Una ragazza dai lunghi capelli lisci scuri. Non l'ho vista bene, ma non può essere che lei."

An: "E non ti sei fatta due domande?"

La domanda sembra mettere a disagio Veronica, che però non si fa suggestionare.
V: "Ho provato ad avvicinarmi per chiedere se ci fossero problemi, ma appena mi ha visto io... non so, penso di essermi addormentata. Quando questa mattina mi sono svegliata a letto, ho pensato che fosse stato solo uno strano sogno. Ma sarebbe una coincidenza assurda, non trovate?"

Guardo Annabeth, e intuisco dal suo sguardo che sta pensando esattamente quello che ho in mente io.

P: "Ancor più se il suddetto ragazzo fosse un semidio del sonno."



Alyssa's POV

Io. Lo. Uccido.

Non sono ancora riuscita a recuperare il possesso del mio corpo, ma il criceto sovrappeso nella mia mente zampetta abbastanza da farmi rendere conto che quel figlio di buona donna di Kailen per qualche ignota ragione mi ha fatto cadere in un sonno quasi comatoso, forse addirittura drogandomi in qualche strano modo. Proprio alla fine di una cena galante coi fiocchi. E dopo aver faticosamente riottenuto la mia fiducia.

Ergo, sta per essere ucciso cruentemente dalla sottoscritta.

Cerco per l'ennesima volta di tirarmi a sedere, essendo sdraiata, ma ottengo solo un pressante mal di testa che, mentre prima sembrava in apnea, sospesa nel suo stesso essere, ora sembra oggetto di un martellamento pressante e incessante.

Emetto un vago grugnito di dolore, probabilmente attirando l'attenzione di chiunque possa essere nelle immediate vicinanze, e mi rimprovero internamente. La superficie su cui sono seduta è morbida, di certo un letto, ma non mi attornia lo stesso odore quasi salino della casa di Poseidone.
Cerco di focalizzarmi su una singola parte del corpo, per poi passare piano piano al resto. Dopo alcuni tentativi beffardamente fallimentari, riesco finalmente ad alzare l'indice destro, e a procedere con brevi, piccoli scatti delle altre dita delle mani e dei piedi. Dopo poco riesco a prendere nuovamente la sensibilità delle braccia e, con qualche difficoltà, anche delle gambe.

Underwater - Figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora