4- Benvenuta al Campo Mezzosangue

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Non ci credo. Gli ho appena salvato la vita maledizione!

"Saresti morto se non fossi intervenuta."
Incrocio le braccia e sorrido compiaciuta.
"Possibile, ma ti sei messa in un enorme pericolo."

Mi porge una mano per aiutarmi ad alzarmi.
La ignoro e mi alzo da sola, poi guardo la ferita e sussulto.

"Ho del nettare e dell'ambrosia nello zaino. Ti guariranno."
"Grazie."

Andiamo dove abbiamo lasciato gli zaini, nascosti dietro una buca delle lettere.
Ne ho comprato uno per strada, per tenerci delle provviste prese quelle poche volte che abbiamo tempo per una sosta.
Lui invece ne aveva uno da prima, dove tiene ambrosia, nettare, armi, corde, torce e cibo.

"Sai cos'erano quelle creature?"
Scuoto la testa, non ne ho idea.
"Lestrigoni. Molto forti, come hai potuto notare, ma poco astuti. Abbastanza difficili da uccidere."
Mi guarda fiero.

"Quindi?"
Non capisco cosa vuole sottintendere...
"Ne hai sconfitto uno. Lo hai trafitto con la spada, nonostante tu sia totalmente priva di allenamento. Complimenti Aly!"
Che? Scherza vero?!

"Beh grazie... anche se sono quasi morta."
Calmi tutti. Ho ucciso un mostro.
Non ci credo.
L'ho fatto davvero?!
Stavo solo cercando di aiutare Percy...

"Mi hai salvato, Aly. Grazie."
Lo guardo stralunata.
Sono stata io!!!
Ora non posso non credere a tutto ciò che mi ha raccontato, dopo quello che ho vissuto.

Mi offre una borraccia di nettare, gli sorrido ringraziandolo.
"Piccola avvertenza: non berne troppo.
In quantità troppo elevata ti ucciderà, ricorda che è cibo degli dei."

Anche i medicinali possono uccidere?
Andiamo bene...

Prendo un piccolo sorso e già mi sento meglio.
La ferita smette di sanguinare e non fa più male, i giramenti di testa cessano dopo pochi secondi.

Ma quello che più mi ha sconvolto è il sapore.
Mi sarei aspettata di tutto, ma non questo.
Come faceva il nettare ad avere lo stesso, identico sapore, della torta alla pesca di mia madre!?

Percy prende uno scacco di ambrosia, che miracolosamente gli cura le ferite, fino quasi a farle scomparire.
La spada l'abbiamo lasciata nel vicolo, ma Percy mi ha detto di non preoccuparmene, che gli sarebbe tornata in tasca.
Non so come questo sia possibile, ma dopo quello che ho visto non mi faccio scrupoli a credergli.

Dopo neanche cinque minuti ripartiamo, pronti per l'arrivo a questo campo mezzosangue.
Secondo Percy, dovremmo raggiungerlo fra meno di un paio d'ore se continuiamo a questo ritmo.

Durante la camminata parliamo poco, ma sfrutto questi silenzi per pensare.
Al momento ne ho davvero bisogno.

Allora, facciamo il punto della situazione:
sono scappata da scuola, senza dire niente a nessuno, con uno sconosciuto che scappava da un mostro;
ho scoperto di essere una mezzosangue, quindi uno dei miei genitori, probabilmente mio padre secondo Percy, dato che non l'ho mai conosciuto, non è chi ho sempre creduto;
ho affrontato un lestrigone che ha cercato di ammazzarmi.

Insomma... situazione normale...

No, per niente.

Ma buon salve coscienza, sempre nel momento giusto eh?

Che ti aspettavi, che ti chiamavo per avvertirti che sarei intervenuta a correggerti?

No, ma...

Allora stai zitta.

Ma sta zitta te. Stavo cercando di capire che mi succederà.

Seguirai questo fantastico eroe in un misterioso campo, genia...

Ma va? Intendevo, se in due giorni che so la verità mi è successo tutto questo, cosa accadrà d'ora in poi?

Buona domanda.

Oh grazie. Ora vattene.

Sai che tornerò quando mi pare, vero?

Purtroppo.

Uffa...

"Siamo quasi arrivati."
Mi riscuoto e trovo Percy che mi sorride.

"Finalmente, i piedi mi chiedono pietà."
Mi appoggio a un albero con la schiena e mi lascio scivolare a terra.

Prendo dallo zaino la borraccia d'acqua e la finisco.
"Daiii mancano meno di cento metri!"

Lo guardo male e metto via la borraccia.
"Allora dato che siamo tanto vicini possiamo fare un'ultima sosta senza temere attacchi, no?"

Lui sbuffa, ma si vede che sta trattenendo un sorriso.
"Va bene, ma fra cinque minuti ripartiamo."

Sospiro e chiudo gli occhi, cercando di rilassarmi e di godermi la brezza.
Dopotutto, è notte ormai.
"Non mi ricordo... tu sei figlio di...?"
"Poseidone. Dio del mare e..."

Lo interrompo subito.

"Si sì la so la mitologia greca. Poseidone, Cronide, dio del mare, Signore dei cavalli, scuotitore della terra. Ho dimenticato qualcosa?"
Apro gli occhi e lo guardo fisso.

Ha la bocca aperta, sembra allibito.
Dopo due secondi la sua espressione diventa orgogliosa.
"Tutto esatto. Non vedo l'ora di sapere di chi sei figlia te... potrebbe essere Atena."

"No."
Su questo sono sicura. Mia madre è Lindsay Mickaelson.

"Mio padre sarà pure un dio, ma mia madre è umana."

"Va bene, va bene."
Alza le mani sconfitto, poi si passa le mani sui jeans e si alza.
"Cinque minuti finiti, andiamo ora."

Ripartiamo e dopo poco ci ritroviamo in cima a una collina, con una grande insegna con su scritto: "Campo Mezzosangue"

Oltre si distende quello che mai in vita mia avrei chiamato "campo".
Colonne e costruzioni greche, campi di fragole, una statua alta 12 metri, un semicerchio di case...
Resto stupefatta da tutto quello che mi si para davanti.

Percy mi viene davanti e allarga le braccia sorridendo felice.

"Benvenuta al Campo Mezzosangue!"

Underwater - Figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora