Underwater - Figlia di Poseidone

79- Bravo bambino

Un fastidioso senso di dejavu mi perseguita per il resto del viaggio fino al Campo Mezzosangue.
Un viaggio a bordo di un'Argo, di ritorno a casa dopo uno scontro finito male. Di ritorno senza Kailen.
La prima volta, per il suo tradimento.
Questa volta, è scomparso, dopo essere riuscito a restituirci sia il bracciale di mio padre che il diadema di Artemide.
E farà meglio a tornare ancora integro, se non vuole che sia io a ridurlo in poltiglia di semidio.

Piper è con me, proprio come la scorsa volta, e sono sempre più convinta che questa ragazza sta ottenendo sempre maggior spazio nel mio cuore. Mi ha sempre dimostrato affetto e appoggio, confortandomi quando ero in pieno crollo emotivo dopo il tradimento di Kailen, aiutandomi ad allenarmi, per diventare più forte e sapermi difendere da sola, e consigliandomi e supportandomi in merito al mio rapporto con il figlio di Morfeo. Non ho dubbi che Pip sarà una presenza fondamentale nella mia vita, e l'unica cosa che spero è poter essere altrettanto d'aiuto per lei.

Questa volta però, non ho perso lucidità. Sono presente, ricettiva, riesco a tenere a bada le mie emozioni e a non cadere pesantemente nello stato semi comatoso e bisognoso di affetto della scorsa volta. Certo, la situazione è decisamente differente. Al palazzo di Poseidone ho affrontato una battaglia in piena regola, con schieramenti, giochi di potere e morti. Questa volta, solo un gruppetto di semidei contro un dio.
E una perdita.

Dopo gli ultimi, intensi giorni, mi affretto a raggiungere Percy. La sfera d'acqua mi segue fedele, rimanendo un affettuoso punto sicuro, una parte di me pronta a darmi tutta la forza di cui necessito.

Piper mi accompagna a prua, e appena vedo finalmente mio fratello, appoggiato ai parapetto, la figlia di Afrodite mi saluta con un sorriso radioso e si dirige nella cabina di Jason. Resto indecisa se avvicinarmi o meno a Percy, fianco a fianco con Annabeth, con una complicità visibile anche dalle loro movenze. Ma prima che possa effettivamente muovermi, la figlia di Atena mi vede. Mi rivolge un piccolo sorriso, poi sussurra qualcosa a Percy e si allontana. Passandomi accanto per rifugiarsi sotto coperta, stringe per un attimo la mano nella mia.

An: "Qualsiasi cosa sia successa, sono certa avrai agito per quello che ritenevi fosse il meglio."
Mi lascia con queste ultime parole sibilline e un dolce sorriso.

Dopo un attimo bloccata sul posto dalle ultime parole di Annabeth, raggiungo Percy, senza più fretta ora che è a pochi metri da me.
Mi fermo al suo fianco, guardando come lui la terra sfrecciare sotto di noi.

P: "Non tu conviene starmi così vicina. Potrei seriamente stare per vomitare."

Lo guardo scettica, ma il suo volto estremamente pallido e gli occhi lievemente sgranati danno pronta conferma alle sue parole.
A: "Perché non entri se ti dà fastidio volare?"

Mio fratello mi guarda come se avesse avuto una rivelazione.
P: "Sai, dovremmo proprio entrare. Sarai stanca dopo gli ultimi giorni."

Roteo gli occhi, ma approvo con un sorriso appena accennato e gli faccio strada sottocoperta. Percy mi indica la strada da seguire, e ci ritroviamo in una delle tante cabine letto.
E beh, se il disordine può essere un indicatore, direi che è quella occupata da mio fratello.

A: "E io che ingenuamente speravo che per quando sarei tornata saresti diventato meno caotico. Invece neanche una cabina che occupi un giorno è al sicuro."

Percy fa una smorfia e si scompiglia i capelli, lanciandomi un'occhiata divertita.
P: "Che ci posso fare, sono pur sempre il figlio del dio del mare. L'ordine non è nel mio DNA."

Inarco un sopracciglio, le braccia incrociate sotto il seno.
A: "Beh, anch'io lo sono, eppure non raggiungo questo livello. E ora che viviamo insieme, dovrai impegnarti a rendere la nostra casa più vivibile fratello."