58- Ho paura

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Attraversiamo il bosco con la fretta di chi ha la propria meta a un palmo dal naso e non vuole rischiare di perderla, ma al contempo con la calma interiore di chi ha appena risolto un conflitto canceroso nel modo migliore immaginabile. Ogni tanto lancio qualche sguardo nella direzione di Kailen, volendo assicurarmi che lui sia veramente lì, e non si tratti solo di un'allucinazione.

Ci siamo baciati.
Lui ha accettato di abbandonare questa guerra senza senso. E l'ha fatto per me, per non vedermi soffrire. Il suo legame con me, di qualsiasi natura sia, è più forte di quello con Morfeo.
Mi ha anteposto al suo stesso padre.

Ancora devo pienamente realizzare tutto quello che è successo, ma nonostante il recente inseguimento non riesco a perdere il sorriso. Un dolce calore mi abbraccia il cuore, facendomi sentire finalmente in pace con me stessa.

Voltandomi per l'ennesima volta a guardarlo, trovo il suo sguardo già su di me, e il mio sorriso si amplia ulteriormente, al passo del suo. I suoi occhi, che ora sono già mutati in un nocciola chiaro con sfumature verdi, luccicano, e la sua espressione è raggiante come sono abbastanza certa di non averlo mai visto.

Camminiamo ancora in un pacifico silenzio per qualche minuto, e siamo ormai nei pressi dei confini del Campo Mezzosangue quando Kailen lo infrange.

K: "Ho paura."

Lo guardo, stupita dal fatto che abbia interrotto questo silenzio rilassante, ma soprattutto dal significato delle sue parole.
A: "E per cosa? Siamo a un passo dal concludere questa pazzia, Kai."

Un piccolo sorriso si forma sulle sue labbra tese.
K: "Mi piace quando mi chiami Kai. Comunque ho paura di tuo fratello. Temo mi ucciderà."

Ridacchio, scuotendo la testa.
A: "È probabile. Ma tranquillo, ci penso io a proteggerti."

Lui mi guarda fintamente offeso.
K: "Ehi! Non rubarmi le battute!"
A: "Oh povero piccolo si è offeso. Tranquillo piccolino nessuno ti farà del male. Dovranno passare sul mio cadavere."

Kailen mi punta un dito contro, lo sguardo severo.
K: "Non dirlo neanche per scherzo."

Roteo gli occhi, ridacchiando.
A: "Noioso. Tranquillo ho intenzione di vivere ancora un bel po'. E farai meglio a fare lo stesso."
È il mio turno di guardarlo male, e lui scuote la testa sbuffando.
K: "Mi dispiace tesoro, ma sarò in circolazione ancora a lungo. Dovrai sopportarmi per tanto tempo."

Rilascio una fragorosa risata e lo spintono leggermente. Kai si unisce alle mie risa, facendo ampliare maggiormente il mio sorriso. Stringe un po' la mia mano ancora intrecciata alla sua, e vengo pervasa dal suo calore ormai familiare. Ricambio la sua stretta e gli regalo un sorriso raggiante. La sua espressione è spensierata e gioiosa, come se gli stessi facendo il miglior regalo che potesse sperare.

Ma lui non sa che quel regalo lo sta facendo lui a me.
Annullando una guerra che avrebbe portato infinito e insensato dolore, mettendosi contro il suo stesso padre e abbandonando tutto per seguire me, che non posso assicurargli di essere accettato in questa nuova realtà che lui ha accettato. Ma nonostante sarà odiato da tutti e forse non gli sarà nemmeno concesso essere riammesso, lui ha deciso di rischiare tutto. Ha accettato di vedere coloro che un tempo lo discriminavano e deridevano ed essere, in qualche modo, assoggettato a loro, dato che sarà lui a dover chiedere perdono per primo. Ha deciso di abbandonare l'impresa del padre, probabilmente mettendosi un dio contro di sé.
Gli devo troppe cose, e il minimo che possa fare è impegnarmi al massimo perché anche gli altri ad entrambi i Campi lo perdonino. Ci vorrà del tempo, certo, ma ora sono felice di dire che ne abbiamo in abbondanza.

Superiamo senza troppi indugi il limite custodito dal pino di Talia, osservando davanti a noi il fremito di un Campo più attivo del solito. Subito ci vengono incontro due semidei, con le armi bene in vista. Quello a sinistra è un ragazzino che non potrà avere più di dodici anni. I capelli, sistemati in dread, sono legati dietro, lasciandogli la visuale scoperta; gli occhi di un caldo marrone scuro ci fissano inquisitori e curiosi, ma non sembra essere spaventato nonostante sappia che oggi si dovrebbe combattere una guerra. Al suo fianco, una ragazza ventenne ben più alta di me, con i capelli castani con alcune ciocche rosa raggruppati in una treccia. Degli occhiali contornano gli occhi miele, adornati da del semplice mascara, e sull'avambraccio sinistro è tatuata una margherita.

Underwater - Figlia di PoseidoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora