Capitolo 16

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I tre ragazzi si misero a cercare dei libri che parlassero delle furie o dei miti freci e di altre popolazioni antiche, nei quali comparisse il loro nome.
- le furie puniscono chi viola l'ordine morale e vendicano i delitti di sangue
Disse Liam leggendo ad alta voce una parte di un testo
-il numero delle furie è variabile, ma le principali sono tre: Aletto, Tisifone e Megera. Secondo alcuni Aletto era nata da Acheronte e da Gea, il suo nome non ha ancora oggi un'etimologia univoca. Probabilmente significa "colei che non riposa", "colei che non dà requie", ma alcuni interpreti propendono per "l'indicibile", "colei il cui nome non può essere pronunciato". La seconda Tisifore, Era incaricata di castigare i delitti di assassinio: patricidio, fratricidio, matricidio, omicidio. Infine Megera, Il nome deriva dal greco Μεγαιρα, "l'invidiosa". Megera era preposta all'invidia ed alla gelosia e induceva a commettere delitti, come l'infedeltà matrimoniale.
Lesse ulteriori informazioni Theo, infine Sara aggiunse:
-Le Furie o Erinni, nella mitologia greca, erano delle divinità infernali figlie dell'Averno e di Gea (la terra) o secondo altri dell'Acheronte e della notte o secondo Esiodo nate dal sangue di Crono. Il numero delle Erinni era variabile. Secondo Euripide erano tre Tesifone (la punitrice), Megera (l'odio), Aletto (il turbamento). Plutarco ne cita solo una Adrastia (il rimorso). In ogni caso le Erinni erano la personificazione della maledizione divina e del rimorso e punivano i colpevoli dei delitti di sangue specie quelli contro i famigliari e gli amici. Si racconta che il quinto giorno di ogni mese lasciassero le loro dimore per recarsi sulla terra e punire i colpevoli accompagnate dal Terrore, dalla Rabbia e dal Pallore e una volta raggiunti i colpevoli gli rodevano il cuore. Secondo alcuni autori avevano anche il compito di ottenebrare la mente degli uomini e di condurli quindi al delitto e alla sventura. Ma come tutte le divinità infernali non avevano solo un significato negativo, infatti, erano anche benevole nei confronti delle persone che si pentivano e allora venivano chiamate Eumenidi.
Era passato così un po' di tempo, ma nè Sara nè Theo se ne accorsero, fu Liam a farlo notare agli altri
-ragazzi sono già le cinque e mezzo
-di già?
Risposero Sara e Theo
-sarà meglio andare visto che dobbiamo studiare per il compito di domani
Disse la ragazza poi aggiunse
-vieni a casa mia come eravamo d'accordo

I tre si salutarono all'uscita della biblioteca
-Liam sei mai salito su una moto?
Chiese Sara
-no
-allora benvenuto alla tua prima volta
Disse Sara con un sorriso sulle labbra. La castana si sedette sulla moto e passò il casco a Liam, il quale la copiò per poi infiparsi il casrlco sulla testa.
-aggrappati alla moto una mano per lato
Gli insegnò la bruna
-ma nei film fanno vedere che si mettono le mani attorno i fianchi del conducente
Si lamentò Liam con sarcasmo
-si, ma nei film romantici; non è il nostro caso
Rispose Sara con ovvietà. Poi aggiunse - tieniti forte
-ma non si potrebbe andare a piedi fino a casa tua?
-ci meteremmo troppo
E con questo Sara partí, mentre rideva dell'espressione di Liam che si rifletteva nello specchietto retrovisore.

Quando arrivarono a casa di Sara, lei aprì la porta e gli disse di togliersi le scarpe all'ingresso e indossare un paio di pantofole, Liam ne prese un paio marroni e la seguii in cucina.
-posso offrirti qualcosa da bere? Io mi faccio un the lo vuoi anche tu?
Chiese Sara come l'educazione richiede
-si grazie mille, comunque hai una bellissima casa
-grazie mille
Aspettarono che l'acqua si scaldasse chiacchierando della scuola. Quando il the fu pronto Sara guidò il ragazzo nella sua camera.
-se per te va bene studiamo qui, mia madre torna a casa tra un ora e mezza, così non ci interrompe, gli ho scritto un messaggio sul frigo che ci sei anche tu e che abbiamo già mangiato. Infine, le ho chiesto chiedi non disturbarci dato che abbiamo da studiare per il compito di domani.
-va bene cominciamo
Studiarono per due ore, poi arrivò Rosa a salutare Sara e a conoscere Liam, pertanto fecero una breve pausa. Dopo ripresero a studiare più intensamente di prima.
-Liam ripeti un altra volta che cos'é il PIL, so che c'è la pui fare
-non c'è la farò mai... La sua definizione è impossibile da ricordare....
-so che c'è la farai, sento che questa è la volta buona
-ma è la duecentesima volta che ci provo
-ti ho detto che è la volta giusta fidati di me
-ok... Allora il PIL è la sigla che indica il prodotto interno lordo di uno stato
-hai visto c'è l'hai fatta!
Liam abbracciò Sara per la gioia e l'euforia del momento, sul momento lei rimase sconcertata e rimase immobile, ma poi si sciolse e avvolse le sue braccia attorno alle spalle del ragazzo. Il quale fu molto felice del gesto.
-mi sembra che tu sia pronto per il test di domani
Disse Sara
-abbastanza, comunque ho studiato più del solito!
-sul serio? Pensavo che studiarsi di più solitamente lupetto!
Rispose Sara prendendosi beffe di lui
-non economia, solitamente mi faccio passare il compito
-allora mi sento lusingata
-si dovresti. Sei un genio come fai ricordarti tutta queste cose?
-tanto studio
-vorresti dire troppo
La corresse Liam ridendo, che fu seguito dalla castana subito dopo, poi aggiunse
-dovrei studiare più spesso con te
-solo se ti va bene il compito di domani. Sai è stato complicato a spiegarti tutto, hai la testa più dura del sasso, ho faticato come non so cosa per farti entrare alcuni concetti: come il PIL
-ma non è vero
Disse lui ridendo
-si che lo è
Replicò lei. Solo allora gli cadde l'occhio sull'orologio sulla  scrivania di Sara
-si è fatto tardissimo, sono le due! Sarà meglio che vada a casa
Disse Liam prendendo le sue cose e ripone dole all'interno dello zaino blu. Sara si alzò dalla sedia dicendo
-seguimi ti accompagno alla porta di casa
Li fece strada per il corridoio, scesero le scale e passando per un corridoio giunsero all'ingresso dell'abitazione.
-Ci vediamo domani mattina Sara, buona notte e grazie ancora
-buonanotte Liam, vuoi un passaggio?
-no, no faccio da solo. Correndo arrivo a casa presto. Ciao e grazie ancora
-ciao

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