Dopo essersi cambiata e fatta la doccia Sara uscì dallo spogliatoio femminile col bordone a tracolla e si trovò davanti una chioma di capelli biondi: Liam
-vieni a mangiare qualcosa con noi?
Chiese il ragazzo
-mi spiace ma....
La ragazza stava finendo di parlare quando arrivò Archie che con un sorriso stampato sulle labbra e le chiese
-andiamo?
Liam la guardò stupito e con sorpresa disse alludendo ad Archie, come se non fosse presente
-che ci fa lui qui?
-vado a mangiare con lui adesso, ma se volete potete venire anche voi
Disse Sara, ma vedendo la strana espressione sul volto dei due giocatori di lacrosse sogghignò della loro giovinezza ed inesperienza
-certo veniamo molto volentieri vado a chiamare Scott e Styles
Disse Liam prima di andare a chiamare i due interessati. Archie la guardò e diede voce ai suoi pensieri con un sprriso
-sei una furbetta
-grazie, Percy perchè non vieni anche tu?
Il ragazzo uscì mogio dall'angolo chiedendo
-come lo sapevi che ero lì?
-ho sentito che hai trattenuto uno starnuto
Disse la ragazza, sapeva che quelo che aveva appena detto era vero, ma in realtà aveva sentito il suo odore, completamente diverso da Archie che sapeva di dopobarba al muschio bianco e da quel strano odore che hanno i palloni appena comperati
-ma non spiega come facessi a sapere che fossi io
-ho visto te ed Archie boffonchiare durante l'allenamento, sono andata ad esclusione
Disse lei, Percy divenne leggermente rosso sulle guance, per tale ragione Sara gli sorrise dolcemente. In quel momento arrivarono anche gli altri.
-bene dove si va a mangiare?
Chiese Liam visibilmente molto affamato
-avevo pensato di andare in una pizzeria in cento
Disse Archie
-perfetto avevo proprio voglia di pizza al salamino piccante
Disse Styles, interrompendo i pensieri di Liam su una pizza ai quattro formaggi.
Tutti partirono con i propri mezzi, all'inizio della fila c'erano Archie e Percy seguiti dalla Jeap azzurra di Styles e, infine, la moto di Sara. Il viaggio fu veloce e alla fine giunsero alla pizzeria. Era un locale grande, con lo stile che tendeva al rustico: il pavimento in legno di pino, dato dal suo colore chiaro; le pareti erano giallo ocra decorate con quadri che richiamavano il periodo del farwest.
Presero posto al tavolo e ordinarono le proprie pizze, passarono una bella serata, anche se c'era tensione nell'aria, Sara, come gli altri lupi li presenti, ne avvertiva il denso odore nella zona a loro vicina. Ma non ci prestò troppo attenzione voleva solo passare una serata tranquilla con i suoi compagni di squadra.
La cena finí verso le dieci di sera e, perciò, ognuno di loro tornó a casa propria, Sara stava per varcare la soglia dell'ingresso quando percepì un odore strano: come di cenere e bosco bruciato, ma non vedendo niente pensò che fosse solo la sua immaginazione.
Entrò in casa tranquillamente, salì le scale in marmo rosa e arrivo davanti alla porta della sua camera, con un sospiro entrò. Si preparò, si sdraió sul letto e sentì nuovamente quell'odore strano: non avrebbe dovuto esserci, era la sua stanza e logicamente non dovrebbe essere presenti profumi estranei. Sentì una voce provenire dall'esterno della stanza
-piccola lupa.....
La riconobbe in un solo istante, la voce di Sim, ma non era la voce del suo amico era così agghiacciante.... Poi si ricordo di quello che era accaduto nella foresta solo poche notti prima e sentì stringersi il cuore.
Si alzò dal letto, prese un pugnale e si avvicinò alla finestra, vide Sim a due metri da lei sospeso in aria, con un sorriso agghiacciante nonostante i denti bianchi perfettamente allineati disse
-ciao piccola lupa
Le si geló il sangue nelle vene, la sua voce era più fredda rispetto quella di un tempo.
-che vuoi Sim, a differenza tua io ho sonno
-vedo che non hai perso il tuo caratterino
Disse con un ghigno
-sai hai detto che mi vuoi... Bhe morta
-morta?! Non potrei mai ucciderti, sei speciale e rara. Non sei come le persone che frequenti ultimamente
La castana lo guardò in modo interrogativo
-unisciti a me potremmo fare grandi cose insieme
Sara lo guardò, nei suoi occhi brillava un oscurità che non aveva mai visto in nessun essere umano al mondo, non poteva credere che fosse diventato così
-che ti è successo...
-non cambiare discorso licantropo - disse con una smorfia di disgusto- unisciti a me e realizzerò il mio sogno, il tuo sogno, il nostro sogno
Sara lo guardò negli occhi e con tristezza chiese
-cosa sei diventato?
-ho scoperto me stesso e la mia vera natura
-tu non sei così
-così come un mostro?
-tu non sei un mostro...
Disse Sara in tono dolce, come una madre che cerca di rassicurante il figlio spaventato, ma Simon in tono di sentenza le rispose
-se non stai con me saremo nemici e vorrò il tuo sangue sulle mie mani
-non smetterò mai di volerti riportare sulla dritta via! Sei la persona più importante della mia vita
-povera illusa credi davvero di convincermi delle tue sciocche idee di un mondo migliore?
Sara abbassò lo sguardo, e l'occhio le cadde sul pugnale stretto nella sua mano destra, lo teneva talmente forte che le nocche erano diventate completamente bianche, si accorse che quello che aveva detto Sim non era una vera domanda, dal tono in cui aveva pronunciato quelle parole si capiva che lui non sarebbe mai tornato indietro, comprese che era una domanda retorica detta con un tono di rammarico. Il ragazzo schioccò due volte le dita e due furie apparvero: una al suo lato destro mentre l'altra a quello sinistro. Sara lanciò il pugnale, Simon alzò la mano e l'arma si bloccò in aria, Sara sgranó gli occhi
-ma cosa?...
Simon ghigno
-sono un pochino cambiato
-che cosa sei?
-un demone, ma ora uccidetela
E dicendo questo si dissolse nell'aria. Le due furie partirono all'attacco, Sara saltò giù dalla finestra e corse verso il bosco, doveva allontanarsi dalle casa per non farsi vedere, le due furie la seguirono volando a settanta centimetri da terra. Addentratasi il necessario si trasformò: gli occhi divennero viola, i capelli bianchi, e nelle mani spuntarono gli artigli. Attaccò le furie, ma queste non subivano alcun danno da parte dei suoi artigli, poi si ricordò che la volta precedente aveva combinato anche i poteri della kitzune e così fece, ma le furie non volevano sparire, prese il coltello che precedentemente aveva raccolto, durante la sua fuga per entrare nel bosco, lo tirò e ferì una furia. Si sorprese della ferita e la colpì nuovamente talmente tanto forte che sparì, ora non le restava che abbattere la seconda, usò la stessa tecnica e la batté. Sudata e stanca per la battaglia tornò a casa e dopo una doccia andò a letto.
STAI LEGGENDO
Occhi Viola
FanfictionOgnuno di noi ha vissuto qualcosa che lo ha cambiato per sempre per me è stato quando sono stata morsa