Capitolo 57

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Era sdraiata su un letto di metallo, e davanti a lei vi era Derek intrappolato in una gabbia di metallo poco più grande di lui, se inspirava occupava tutto lo spazio dato delle sbarre in ferro
-è un trattamento immorale per lui
Disse lei scrutandolo e vedendo le mani appese in alto con delle catene, le stesse che portava prima in una stanza diversa, il petto era cosparso di segni causati dalla strozza lupo, ma anche da torture diverse, Sara riconosceva tutte le diverse ferite causate da differenti tipologie di torture
-lo avete torturato ancora
Commentò Sara con rabbia celata e delusione nella voce
-non ho mai detto che non lo avrei fatto
Rispose Simon prima di infilarle il secondo ago nel braccio
-ti ho sopravvalutato
Continuò lei, chiedendo leggermente gli occhi a causa della stanchezza causato dalla sostanza che l'ago portava con sé: sonnifero e qualche altra sostanza che non conosceva.
-no, una parte di te vuole ancora salvarmi
Disse Simon tranquillamente
-forse, ma ora, vedendo come lo hai ridotto credo che sia impossibile darti nuove possibilità di redenzione, mi dispiace
-pensi davvero che riuscirai ad andartene?
Chiese lui con saccenza staccandole dai polsi la pietra di luna, ma comunque si sentiva spossata a causa del sonnifero, dato che stava facendo effetto e delle pesanti manette di metallo presero il posto di quelle precedenti
-sono un inguaribile positivista
Rispose lei con sarcasmo, vedendo la confusione nelle iridi nere. Stava richiamando a sé la forza, ma aveva bisogno di tempo, prima di contrattaccare; dato che la stava drogando 
-Sai Sara, preparati a un nuova specie di demoni che fonderai, ma che non vedrai la fine
La ragazza scoppiò a ridere per l'intensata frase detta, ma Simon non parlò scambiandola per un gesto di delirio, causato dai farmaci dategli.
Sara si concentrò maggiormente, da piccola era stata tortutara molteplici volte per capire quando potesse essere valorosa come cacciatrice di licantropi. Quindi si concentrò, come faceva all'ora, come suo padre le aveva insegnato e spiegato prima di consegnarla ai suoi aguzzini, per tradizione, nonostante la tenera età e la sofferenza, ne era uscita come una delle migliori cacciatrici di tutto il gruppo. Vide il suo sangue scorrere fuori da lei in un tubo sottile, dato che aveva l'ago impiantato nella parte interna  del gomito
-sangue al sangue... morte alla morte... potere al potere...
Disse Simon osservandola mentre accendeva una candela nera davanti a lei, esattamente tra i suoi piedi e una davanti alla sua postazione a pochi metri dalla ragazza distesa sul lettino in metallo
-prima o poi attiverai i tuoi occhi e solo quando ti trasformerai in  licantropo sarà finalmente finito tutto
Lo vide osservare la sacca in cui finiva il suo sangue e infilarsi il tubicino, che usciva da questa, tra le labbra e iniziando a bere
-se pensi davvero che ti darò ciò che vuoi ti sbagli di grosso
Rispose lei mantenendo i suoi occhi nocciola nelle iridi nere del ragazzo
-non desideravo sentire altro
Rispose il suo aguzzino con voce pacata e tranquilla mentre sorseggiava tranquillamente il suo sangue per poi affermare
-ho tutto il tempo del mondo
Sara sorrise leggermente
-io ho l'eternità
E mentre un sorriso amaro si tinse sulle labbra di Simon, Sara comprese di avre colpito sul tasto giusto
-lasciala andare!
Urlò Derek dalla sua cella di prigionia, Simon sorrise debolmente e lasciò la ragazza e si voltò verso il corvino
-Archie... perché parla ancora? Deve rimanere in silenzio in questo momento come in tutta la purificazione!
Si lamentò Simon, il rosso richiamato si destò dall'angolo della stanza in cui si era posizionato per controllare il tutto. Si mosse con velocità e afferrò uno straccio, lo  intinse nello strozza lupo e si avvicinò con velocità al ragazzo
-cos'hai? Non riesci a venire di persona? Hai paura?
Canzonò Derek con ilarità Simon
-cosa hai detto?
Chiese con falsa curiosità Simon
-mi hai sentito
Rispose con saccenza Derek Hale
-vuoi morire, inutile licantropo
Sara iniziò ad avere dei giramenti, segno che la droga stava entrando in circolo e che stava perdendo sangue molto velocemente strinse gli occhi. Per cercare una fonte sicura, cercare un qualcosa che la trattenesse all'oblio, ma non vi trovò nulla
-cosa fai ti arrendi?
Una voce le ribombò nelle orecchie e nella testa, scuotendole il cuore
-padre...
Rispose lei debolmente, mentre nel buio spuntava un uomo segnato dalle cicatrici
-la mia dolce bambina
Rispose con delicatezza mentre lei correva ad abbracciarlo, ma lo attraversò
-apparteniamo a due mondo diversi, mia cara figlia
-padre...
E le lacrima di gioia le solcarono il volto
-non stai per morire, sei solo in una fase a metà, per la tua natura da licantropo sigmha non potrai mai oltrepassare quella porta, ma mentirei se ti dicessi che non ne sono felice
Sara sorrise amaramente, spingendosi le mani al petto
-padre....
-no, lasciami finire, sono contento di ciò che sei e che sei diventata, sei l'orgoglio mio e di tua madre, non scordarlo mai. Ma ora devi combattere affrontare il buon cuore che ti ha sempre caratterizzato e salvarti e salvare i tuoi amici
-non sono i miei amici...
Suo padre sorrise dolcemente per poi continuare, in risposta alle parole della figlia
-hai cercato di vivere da sola, senza legami, senza famiglia, per molto tempo, ma ormai quei ragazzi ti sono entrati dentro, ti hanno protetto e sono pronti a schierarsi al tuo fianco. Per quanto tu cerca di allontanarli da te, loro si avvicinano, perché ti accettano per quello che sei e, anzi, proprio per questo ti vogliono bene. È questa l'amicizia e loro te la stanno dando, non sprecarla, non gettarlo, solo perché hai paura di soffrire o farli soffrire, non sei veleno, non sei oscurità,  non sei sventuta, sei solo una ragazza immortale
Sara rimase in silenzio davanti a quelle parole, mentre suo padre continuò
-devi svegliarti e combattere, non lasciare che l'oscurità vinca uccidendo tutto e tutti. Non permettere che i demoni diventino immortali, sarebbe la fine
-lo so
-allora svegliati e combatti
Sara sorrise e disse
-come sempre, padre
L'uomo sorrise dolcemente e le baciò la fronte senza toccarla
-noi ti vediamo e di accompagneremo sempre, ma ti devi continuare a vivere, fallo per noi
Sara sorrise a quelle parole, sapevava a cosa si riferiva. E allora avrebbe fatto come ha detto lui: avrebbe vissuto per sé stessa e per le persone che amava.

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