Capitolo 27

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Tutti gli occhi si puntarono sulla ragazza, erano occhi meravigliati e pieni di dolore, anche se portavano con loro un leggero tocco di orrore nei suoi confronti
-si, ho ucciso e se mi chiedete se me ne pento non è così, coloro a cui ho tolto la vita erano degli assassini. Ma so questo non mi scusa, ai vostri occhi, e non mi fa sembrare più buona. Certo quando uccidi muore una parte di te e, inevitabilmente, ti senti a pezzi, ma poi devi ritornare a galla, devi importi di tornare te stessa. Sapete, mio padre la prima volta che tolsi la vita a qualcuno mi disse "penserai  che questo dolore   non finirà mai, ma finirà, te lo posso assicurare, ma prima devi viverlo completamente, non puoi saltare delle fasi. Al fine di diventare dempre più forte". Ricordo ancora che me lo disse in tono dolce e amaro, mle sue parole seno impresse nella mia mente anche dopo tanto tempo, poiché la prima volta che ho ucciso ho pianto per giorni, il colore del sangue non se ne va mai veramente come il dolore che provi e la perdita della persona che eri. Però poi cambia comprendi e accetti il cambiamento
Tutti erano zitti e la guardavano, ma Sara non gli vedeva, riviveva quella scena nella sua mente; era nitida come se fosse successo il giorno prima: era rinchiusa nella sua stanza da giorni ormai, non usciva e non mangiava nulla, suo padre era stufo di quella situazione che a lui sembrava assurda: piangere per un licantropo assassino, gli sembrava quasi onconcepibile. Sbuffando entrò nella stanza di sua figlia, la ragazzina era sdraiata sul tetto con la pancia sul letto, le piccole braccia magre, ma muscolose, sotto il cuscino bagnato dalle lacrime e la testa poggiata sopra a questo, coem se volesse soffocare. I capelli raccolti in due trecce ormai non più paragonabili a tali le cadevano scompogliati e agrovigliati intorno al volto. Suo padre la guardò e iniziò a parlare in tono dolce: "come stai?" la ragazzina gli rispose in malo modo "come vuoi che stia? Ho ucciso un uomo" "non era un uomo era un assassino, perciò non può essere definito come tale" "mi sento così in colpa; che diritto avevo di porre fine alla sua vita?" "era un assassino ha ucciso molte persone e per di più durante la luna piena non sapeva controllarsi! Ha ucciso venti persone, che diritto aveva lui di farlo?" "questo non attenua la mia colpa! Ho dodici anni e sono già un'assassina!" le lacrime iniziarono a scenderle dagli occhi nocciola, che per le emozioni forti che provava iniziarono a tingersi di rosa, il padre la guardava negli occhi, da quando era entrato nella sua stanza la figlia, le si era avvicinato fino a quando si era seduta sul letto. L'uomo ripensó a quanto la figlia fosse simile alla madre: dolce, affettuosa e con un inclinamento particolare alla giustizia e all'aiutare gli altri, per nulla come lui: pronta a uccidere senza rimpianti. Le se avvicinò e la strinse forte tra le sue braccia, le lacrime di Sara continuavano a scendere, bagnando la camicia bianca, poi gli disse in tono dolce: "mio padre mi disse esattamente queste parole, quando uccisi per la prima volta e fui sopraffatto dal dolore e dal rimpianto, proprio com'è successo a te:penserai  che questo dolore non finirà mai, ma finirà, te lo posso assicurare, ma prima devi viverlo completamente, non puoi saltare delle fasi. Al fine di diventare sempre più forte. Ma a differenza di te me lo disse urlandomelo in faccia, facendomi sentire uno sciocco, era un uomo molto forte e saggio ma estremamente irascible e non accettava che qualcono stesse male per le scete che aveva compiutoo per le azioni che aveva fatto, peeche prima di essere un rimoianto era stata una sua scelta". La ragazzina lo guardò negli occhi verdi e disse: "hai ragione papà, come c'è l'aveva il nonno, fa male, lo devo ammettere, ma poi lo supererò, come ho già fatto e continuerò a fare, non ha senso piangere per le proprie scelte passare, si deve convivere con esse".
La scena le sparì da davanti agli occhi perché fu scossa dalla voce calda e profonda di Derek
-Sara tutto bene?
La ragazza risvegliandosi dal suo stato di trance disse semplicemente
-si, tutto bene solo un vecchio ricordo
Fece un respiro profondo e chiese
-avete altre domande da rivolgermi? È la vostra occasione per chiarire i vostri dubbi su di me, su non siate timidi! Questa è la prima e l'ultima volta che avrete questa occasione
Sara si sentiva stranamente stanca, non vedeva l'ora di andare a dormire, erano riaffiorati in lei ricordi che credeva di aver dimenticato e, tra l'altro, ha raccontato una storia che non veniva narrata da molto tempo ormai. La voce di Malia fece capolino nelle orecchie della giovane
-hai mai morso qualcuno? Dato che sei un alpha puoi creare dei beta e perciò un branco e avere una famiglia con te 
Sara guardò Malia negli occhi e rispose con tono di sentenza
-no
-ma perché no?
Chiese sempre la ragazza curiosa, la castana rispose subito, senza tanti giri di parole
-ammetto che ci ho pensato delle volte, ma poi sono giunta alla conclusione che non ho nessun diritto di mordere qualcuno, anche se mi suplicasse, anche se fosse in punto di morte non lo morderei per nulla al mondo.
Tutti la guardarono, sembrava proprio che nessuno si aspettasse delle parole così profonde da una persona così giovane, anche se aveva cent'anni aveva pur sempre l'aspetto di una ragazzina. Un ghigno apparve sul volto di Peter che chiese
-se uno di noi stesse per morire tu lo morderesti?
Sara sbarrò gli occhi, non poteva crederci che gli stava ponendo una domanda del genere; in fin dei conti non se lo aspettava da quei ragazzi. Sara gli guardò tutti negli occhi uno ad uno, fece un respinto profondo e annunciò
-no, non lo mordrei
-anche se ti suplicasse di salvarlo?
-non lo mordrei comunque
Disse la ragazza assottigliando le labbra
-ne sei sicura?
-certo!
Disse in tono esasperato la ragazza poi comtinuó alzando la voce
-secondo te non ho mai visto persone morire davanti ai miei occhi? Tutti i miei affetti sono morti, non posso condannare nessuno a questa esistenza, certamente per alcuni può essere vito come un dono ma al con il tempo può diventare una maledizione. Tu rimani sempre giovane e nel mentre vedi gli altri compiere la loro vita, invecchiare essere felici con figli o con chi gli circonda e infine morire
I suoi occhi iniziarono e diventare lucidi, il suo orgoglio non le permetteva di piangere davanti a loro. Allora fece la cosa più naturale di tutte, trattenne le lacrime e guardò verso il pavimento, così che i capelli sciolti le coprissero il volto. Poi le suonò il telefono osservò con curiosità lo schermo e vide che era di Alex, decise di rispondere, il padre adottivo la rimproverava e le consigliò caldamente di tornare a casa perché era tardissimo. Perciò con un gesto veloce della mano salutò tutti e uscì dalla clinica.
Appena l'aria fredda della notte le colpì il viso calde lacrime iniziano a scendere dagli occhi; quell'ultimo discorso sulla morte gli aveva riportato alla memoria tutte le persone, a cui voleva bene, che aveva visto morire nel corso della sua esistenza.

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