Capitolo 36

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Entrò nella stanza che il signor Argent le aveva preparato con tutti i materiali necessari e la fondatrice per i diversi materiali;
-c'è tutto quello che mi hai chiesto, Sara
Disse il signor Argent varcando la soglia della porta
-la ringrazio
Gli rispose Sara
-speri ancora di salvarlo non è vero?
Disse l'uomo alludendo a Simon, la ragazza subito si chiese come facesse a saperlo ma poi realizzo che i cacciatori sanno sempre tutto grazie alla loro rete di contatti
-lei come lo sa?
-Scott mi ha raccontato tutto
Sara sorrise amaramente e si avvicinò all' uomo con i capelli leggermente brizzolati
-si, sa quello che si dice no? <la speranza è l'ultima a morire>
-sei molto determinata
-si, lo devo salvare, ci tengo così tanto a lui...
-perchè?
Chiese con curiosità l'uomo
-mi ha ridato la luce, in quel orfanotrofio oscuro
Spiegò Sara con un sorriso amaro sulle labbra rosee
-perchè dici così? Se posso sapere ovviamente
Disse dolcemente l'uomo, Sara rimase in silenzio e vedendo che non diceva nulla continuò a parlare
-sai avevo una figlia, si chiamava Allison, sarebbe morta per i suoi amici e così è stato. Quei suoi amici sono gli stessi ragazzi che oggi sono diventati i tuoi compagni
Sara strinse le labbra, facondole diventare due linee sottilissime; e gli occhi dal color nocciola divennero leggermente lucidi
-non sarà sempre così
-perchè dici questo?
-un giorno gli dovrò lasciare, al fine di non destare sospetto della mia sovrannaturalità
L' uomo la guardò, per la prima volta capì quanto fosse difficile la vita di quella ragazza dai capelli castani.
-ora devo iniziare a lavorare, se non le dispiace, mi potrebbe lasciare da sola, ho bisogno di concentrazione
-certamente
Disse l'uomo uscendo dall' immensa stanza.
Sara passò una mano sugli oggetti e sui materiali che la circondavano, i polpastrelli sfioravano gli oggetti e i materiali. Questo le ricordò quando suo nonno era ancora in vita e che le aveva insegnato a creare quel materiale, chiamato comunemente: L'oro Dei Angeli, a causa del suo colore orato.
Iniziò sciogliendo il bronzo e l'oro, poi mescolò i due metalli nella proporzione esatta, ci aggiunse una lacrima, perché quel materiale fosse corretto erano questi gli elementi necessari. Mise la miscela negli stampi delle armi, da lei creati, e aspettò il tempo necessario perché si solodifichi il materiale.
Nel frattempo guardava i disegni di Lidya, li teneva davanti a sé a braccia tese e muoveva a destra e a sinistra il capo, cercando di capire cosa rappresentassero quelle linee sinuose. Nel frattempo il metallo si solidificava, e quando fu completato, lo puli per poi limare le armi.
Ci mise un'intera giornata, ma a sera fu soddisfatta del lavoro compiuto. Fato che ogni suo compagno di avventura aveva una spada e due pugnali.
A mezzanotte qualcuno bussò alla porta di metallo della stanza dove si trovava Sara odorò l'aria, era un amico, andò alla porta e la aprì, davanti a sé vide due profonde iridi verde
-ciao Derek
-ciao Sara
-che ci fai qui?
-ti ho portato la cena
-come facevi a sapere che non avevo cenato
Chiese curiosamente la ragazza dai occhi nocciola
-perchè quando ti concentri, perdi di vista le cose veramente importanti come la sopravvivenza
-e il cibo
Concluse la ragazza, causando un leggero ripiegamento del labbro del ragazzo verso l'alto. Lo fece entrare nel laboratorio scusandosi disse
-mi dispiace, ma ci tocca mangiare per terra, tutto il tavolo è occupato dalle armi
-come sta andando il lavoro?
Si informò Derek
-benissimo, ho praticamente finito
-bene allora possiamo mangiare tranquillamente
-hai ragione
Gli rispose lei con un sorriso
-dopo mi fai vedere le mie nuove armi?
-certamente
Sara stese a terra una coperta che si era portata: era nera con delle linee ricirve verde bottiglia; i due ragazzi si sedettero a terra sopra alla coperta. Derek poggiò le scatole di cibo e la borsa con le bevande
-posso sapere cosa hai portato?
Disse la castana allungandosi verso il centro, si erano seduti una davanti all'altro e tra loro vi era la distanza di settanta centimetri, calcolò ad occhio Sara.
-guarda pure è tutto per te
Sara lo guardò sorpresa, per poi chiedere
-tu non mangi?
-ho già cenato questa sera
-ma non è bello mangiare da soli, però c'è più cibo per me, quindi sei perdonato
Sara iniziò a mangiare tranquillamente, e parlarono del più e del meno, ma quando la ragazza dai capelli castani ebbe finito di mangiare il corvino le fece una domanda inaspettata
-sei stata morsa?
A Sara per poco non andò di traverso l' acqua che stava bevendo, finí di bere e poi gli rispose
-si perché?
Il ragazzo guardò a terra, per la prima volta alla castana sembrò fragile, come un bicchiere di cristallo, si avvicinò leggermente a lui e gli poggiò la mano destra sulla rispettiva spalla. Derek fu sorpreso di quel contatto, dato che divenne rigido, ma non si spostò. Un espressione dolce si propagò sul volto della ragazza dai capelli bruni; il ragazzo disse semplicemente
-io no, sono nato così
Sara non sapeva cosa dire, non si aspettava che Derek appartenesse a una delle poche famiglie che possedesse quel dono. Non sapendo cosa fare o dire Sara decise di farsi guidare dall'istinto, perciò abbracciò il ragazzo dei capelli corvini.
Sara sussurrò al suo orecchio
-non è il nostro sangue che delimitata chi siamo, ma le nostre scelte
Derek si voltò verso di lei, i loro occhi si incontrarono, per la seconda volta si fusero, ma Sara scostò lo sguardo, non poteva permettersi di finire con qualcuno, lo avrebbe solo fatto soffrire.
Quando sciolsero l'abbraccio Sara disse
-ti faccio vedere le armi
Il ragazzo la seguì, alzandosi insieme a lei, la giovane mostrò le armi con un sorriso di orgoglio sul volto
-Scott mi ha detto che sai trasformati completamente in lupo
Sara si voltò verso di lui, e con un' espressione sorpresa disse
-si, perché?
-perchè allora siamo in due
E si sentì il rumore di anime vibrare nel silenzio di quel laboratorio oscuro e pieno di polvere

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