Capitolo 51

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Quando Simon varcò la soglia Sara era in piedi affianco al letto con le mani intrecciate ed osservava un arazzo che raffigurava un cavaliere che con la sua lancia aveva colpito un uomo con un armatura nera e i schizzi di sangue erano raggruppati in una pozza ai suoi piedi
-magnifico, non credi?
Chiese la voce di Simon dando alla ragazza la possibilità di far spostare il suo sguardo sul ragazzo per qualche secondo, per poi tornare sull'arazzo finemente decorato
-credo che tu abbia ragione
Rispose freddamente la bruna, mentre il corvino annuì e la scrutava atteavero le ciglia scure, notando, solo in quel momento,  quanto fosse pacata la ragazza davanti a lui
-sai cosa ti sta per succedere?
Si lascio sfuggire quella domanda con reale curiosità nei confronti della ragazza che vedeva di profilo e che non spostava lo sguardo dall'arazzo. Il silenzio che ricevette come risposta lo fece innervosire, passarono i secondi, poi la giovane rispose con pacatezza
-se devo essere sincera, mi sembra strano che tu me lo chieda solo adesso
Rispose la bruna senza degnarlo di alcuno sguardo, ma anzi sembrava completamente immersa nei suoi pensieri
-tu, invece, non hai mai chiesto perché fossi qui
Commentò Simon con voce apatica, la ragazza sorrise con un lato delle labbra e si ritrovò a chiedere osservandolo nei occhi per qualche istante
-perché sono qui, Simon?
Chiese lei con lentezza e freddezza ossevandolo nei occhi, le loro iridi si scrutarono: lui si chiese le ragioni del cambiamento del comportamento così repentino della ragazza, mentre lei provava solo rassegnazione nei confronti del corvino davanti a lei. Il ragazzo sospirò e fece scivolare il suo sguardo sulla castana e sui abiti che indossava, gli stessi che lui aveva scelto di farle indossare: una maglia aderente marrone e dei pantaloni della tuta neri, quell'abbigliamento dava più colore ai capelli bruni e ai profondi occhi nocciola, tolto il fatto che si vedevano interamente le sue forme. Con velocità scostò lo sguardo dal corpo di lei e tornanò a osservarla nei occhi e disse
-verrai purificata
La ragazza lo osservava freddamente, mentre lui, al contrario, si aspettava qualcosa di particolare, qualche reazione davanti a quella notizia
-non solo... o sbaglio?
Il ragazzo sogghignò davanti a quelle parole, comprendendo che Sara aveva rinunciato alla missione di salvarlo
-non sbagli, Lupetta, ho altro in serbo per te
La ragazza lo scrutava e poi parlò, lasciando che la sua voce calma ma sicura riempisse la stanza
-tu prima vuoi che ti renda immortale, vuoi creare una razza perfetta di demoni che siano immuni alla morte, come me. Solo che io sono un lupo, non un demone, come te
Il ragazzo la scrutava orgoglioso della perspicacia della bruna davanti a lui
-lo so, tu sei un licantropo, una razza inferiore rispetto a noi demoni, ma a differenza dei altri lupi inutili, che popolano il mondo, in te si trova un  sigmha o lupo delle stelle scorre un potere superiore a quello di qualsiasi essere sovrannaturale, forse, e dico forse, ancora più forte di noi demoni
La ragazza lo scrutava, cercando di capire cosa Simon volesse da lei, e poi comprese, la verità la colpì come un masso sgranò gli occhi, per poi affermare
-tu vuoi che ti trasformi in un licantropo
Il ragazzo scoppiò a ridere a quelle parole
-no, certo che no, non vorrei mai che il mio sangue si mescolasse con quello di un lupo
Sara alzò il mento e lo osservò senza capire cosa lei rapresentasse nel suo piano, Simon, come se le stesse leggendo il pensiero, rispose
-io mi trasformerò in un demone perfetto ed immortale, hai ragione, ma per farlo tu nonn mi trasformerei in licantropo, perché poi non potrei tornare demone
-potrebbe farlo Archie
Insinuò la castana, però la risposta che ricevette da Simon non la sorprese
-non mi fido di lui, ma so che lo sai, lo comprendo da come mi stai guardando
La ragazza sorrise dolcemente e delicatamente mentre Simon continuò a parlare
-ho cercato per anni un modo per diventare un demone immortale senza, però, mai riuscire a trovarne uno sicuro al cento per cento. Fino a quando non sei recapitata nella mia vita e sono riuscito a risolvere una vecchia profezia che segna la storia dei demoni
La ragazza lo osservava impassibile, ma sapeva di quale profezia stesse parlando e questa la lasciò senza parole e si morse il labbro
-non puoi averla rosolta
Sibilò la castana tra le labbra
-si, l'ho fatto e tu sei ol tassello mancante... non ti preoccupare, non morirai, ma soffrirai molto
-non puoi farlo sognerebbe la fine del mondo sovrannaturale, si creerebbe uno scompenso assoluto tra i poteri che lo governano
-non mi interessa, ho un sogno e lo porterò alla fine, e tu lo sai meglio di me cosa le persone sono disposte per raggiungere il loro sogno, o sbaglio, Sara?
La ragazza rimase in silenzio davanti a quelle parole. Il silenzio cadde in quella stanza così pesantemente, che per un secondo divenne insopportabile e invivibile, ma nessuno lo spezzò. Una cantilena entrò dalla porta socchiusa della camera
-è giunto il momento
Disse con voce annoiata Simon

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