Capitolo 42

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Quando la castana iniziò a svegliarsi e a muovere ripetutamente le palpebre in modo da abituarsi all'oscurità, la prima cosa che percepì fu odore di morte, cadavere in putrefazione e di terra bagnata ed umida. Di scatto aprì gli occhi al fine di osservare quello che la circondasse e vide che si trovava in una cella interrata, fatta completamente in roccia scavata strinse le palpebre, aspettando che i suoi occhi si abituassero all'oscurità.
Quando lo fecero si avvicinò alle grate che bloccavano l'unica parete privata della roccia, vi poggiò una mano e sia accorse che sembravano di un materiale antico ed arcano, ma al contempo le risultava familiare; vi passò le dita sfiorando coi polpastrelli quel materiale, e in quell'istante comprese che quel materiale lo conosceva già. Un senso di rabbia la prevalse, quell'uso dell'amato materiale, pieno di ricordi, creato per proteggere gli umani, usato per ledere la libertà di altri soggetti. Sentii gli occhi pungerle, mentre con una mano strinse le dita attorno alla sbarra di metallo, così forte che si sgretolò sotto la sua presa; sospirò per cercare di calmare i nervi, osservò il punto dove aveva disgregato le sbarre, vedendo un quadrato che era diventato un rettangolo e non potè far a meno di sorridere con metà delle labbra. Si accorse subito che i resti del metallo   attorno alla sua mano erano ricoperte di giaccio, così come i pezzi a terra, fece tornare le sue iridi normali, facendo sparire quella parte di lei che aveva ereditato da sua madre, e non potè fare a meno che sorridere, nelle tenebre. In quel preciso istante percepì odore di morte e un'ondata di furie iniziarono a dirigersi verso di lei, ma non superarono minimamente le grate davanti a lei e la osservavano col loro volto privo di occhi ed espressione. Sara si posizionò nella cella e osservò, sapendo che quel metallo era l'unico loro punto debole e non si sarebbero avvicinate per nessuna ragione. Sorrise nell'oscurità e si sedette a terra, comprendendo che Percy l'aveva messa in quella cella umida per una determinata ragione: ora aveva la certezza che non la volevano morta. Le furie la scrutavano col loro privo di espressione, mentre sogghignò realizzando con assoluta certezza che non la volessero morta, almeno per quel momento, ma aveva la terribile sensazione che l'avrebbero sfruttata per qualche altro scopo altamente riprovevole. Sparava solo che il branco di Scott si attenesse al piano concedendole il tempo necessario; non voleva mettere in pericolo la loro vita, loro avevano diverse ragioni per diventare vecchi e avere una famiglia,  ma lei stessa sapeva che se sarebbero intervenuti la loro probabilità di sopravvivere era minima se non peggio inesistente. Questo perché la loro abilità con le lame da lei forgiate non erano delle migliori e il pericolo che incombeva su di loro era uno dei peggiori. Sbuffò e si sdraiò a terra;  osservò la roccia sopra di lei, mentre sogghignava nelle tenebre.

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