Capitolo 50

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Sara era stesa sul letto, era riuscita a rimandare la purificazione per un periodo di tempo indeterminato, ma sapeva essere breve. Non sapeva che fine avesse fatto il branco di Scott,  ma sperava che fosse il più lontano possibile da quel posto, doveva elaborare un piano per andarsene, oppure riuscire a recuperare le armi che le avevano tolto. Soffiò l'aria tra i denti e si sedette sul letto osservò le pareti in roccia e all'istante realizzò che doveva compiere uno sterminio, come quello raffigurato negli arazzi, non servivano a nulla i sentimentalismi, che provavs in quel momento, doveva sistemare la situazione e l'unico modo per farlo era versare sangue; e si odiava per questo, ma sapeva non avere scelta. Odiava il fatto che: se non si spingeva a tento le persone non cambiavano, infatti, col.ptempo aveva compreso che non vi era altro modo per salvare gli altri, e soprattutto i più deboli.
Afferrò il cuscino e poggiandoselo sul volto e si lasciò cadere sul letto. Voleva urlare, ma la voce non le uscì dalle labbra, sembrava che i suoi polmoni fossero privi di aria da espellere.
Le rimaneva poco tempo, lo percepiva e, per tale ragione doveva elaborare un piano nel minor tempo possibile. Purtroppo per lei, però, non aveva idee: non sapeva dove fosse, quante persone vi fossero, quante furie, e una probabile uscita. I spostamenti tra una stanza all'altra erano avvenuti quando lei era incosciente, gli orologi non erano presenti e nemmeno calendari, non sapeva orientarsi in quel luogo e non sapeva da quanto tempo fosse sotto terra in quel luogo. Strozzò gli occhi nella stoffa rossa, mentre la sua mente lavorava il più possibile per creare un piano che avrebbe potuto salvarla da qual luogo.

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