Capitolo 29

2 0 0
                                    

Sara si svegliò urlando, aveva ancora la sensazione del pugnale che le trapassava le viscere.
Rosa ed Alex entrarono nella sua camera e ogniuno di loro aveva un espressione preoccupata
-Sara tutto bene?
Chiese la donna
-si
-calmarti Sara era solo un incubo, vuoi raccontarlo?
Chiese dolcemente Alex, mentre le poggiava una mano sulla fronte dolcemente, Sara scosse la testa da destra a sinistra e i due genitori annuirono. La ragazza in risposta disse
-che ore sono?
Fu la madre a risponderle
-sono le tre del mattino
-mi lavo il volto poi torno a dormire, sono stanchissima... grazie...
Alex la guardò e disse
-non dovresti ringraziarci per questo, noi ti vogliamo bene e siamo qui per aiutarti, sempre, buona notte tesoro. Ricordati sempre una cosa Sara, chi tiene a te é sempre al tuo fianco e combatte con te  sostenendoti sia nei momenti bui che in quelli di luce. Ricordatelo sempre
-ha ragione e buona notte piccola
Disse Rosa, baciandole la fronte, e la ragazza auguro buona notte ai due adulti che erano corsi nella sua camera nel cuore della notte preoccupati per lei.
Sara si alzò e dopo essersi lavata il volto tornò a letto, ma il sonno non la raggiunse per tutta la notte restante. Quando quella mattina la sveglia suonò e quel suono la scosse dalla concentrazione che stava impiegando ad osservare il soffitto.
Si alzò nuovamente dal letto, si guardò allo specchio e scopri che si vedeva l'ombra delle occhiaie al di sotto gli occhi castani, Sara sbuffò, ma decise che non si sarebbe comunque truccata, dato che era sabato, non avrebbe incontrato nessuno e, infine, nel pomeriggio sarebbe andata a correre. Quella mattina indossò dei pantaloni bordeaux e una camicetta bianca con la scollatura a V, ai piedi, come sempre, gli anfibi neri. Quella mattina, però infilò un piccolo coltello all'interno della scarpa destra. Quando scese per fare colazione sapeva che i suoi erano già usciti, ma un profumo di caffè e brioches usciva dalla cucina, si rabbuiò. Istintivamente fece fuoriuscire gli artigli dalla sommità delle dita, silenziosamente camminò attraverso il corridoio ed, alla fine, arrivò in cucina; entrò dalla porta socchiusa, tanto chd con un balzo afferrò colui che era entrato in casa sua spingendolo a terra. La ragazza si trovava a cavalloni sopra il petto dell'invssore e con le mani ben salde gli teneva i polsi sotto a quelli di lei. Appena sentì il profumo sul suo viso comparve un mezzo sorriso e una scossa elettrica le passò lungo la colonna vertebrale, abbassò il volto fino a raggiungere quello della figura; ma quando incrocio due occhi verdi ne rimase sorpresa più che mai, mentre una marea di domande iniziarono a crearsi, come una sorgente, nella sua testa.
-che ci fai in casa mia Derek Hale?
Disse la castana, che era ancora sopra di lui
-togliti di dosso mocciosa
Le rispose il moro, era già stato umiliante essere sorpreso da una ragazzina, anche se quella aveva ottant'anni in più di lui, ma possedeva comunque l'aspetto di una ragazza appena entrata nella maggiore età. Sara fece un mezzo sorriso con le labbra e, guardandolo dritto nelle pozze verdi, disse
-prima mi dici che cosa ci fai qui e solo dopo mi sposterò
-che c'è ti piace la situazione mocciosetta?
-ti piacerebbe Hale
Sentendo il sarcasmo della ragazza Derek sospirò e poi parlò
-sono venuto qui per vedere come stessi, ieri sera non davi l'idea di una persona che stesse bene e...
Con quelle parole fece finire così il discorso, Derek non voleva mostrare che teneva alla ragazza  sopra di lui, non lo aveva mai fatto, ed, infatti, al contempo non voleva nemmeno mostrarsi debole, non davanti agli occhi di lei. Sara sentii qualcosa scardarle il cuore e rimase lì, ferma, come se fosse in uno stato di trance; tanto che Derek disse
-allora ti sposti?!?
La ragazza annui semplicemente e si spostò da dove era, sedendosi a terra; il corvino sentì freddo dove il corpo della ragazza prima era appoggiato con una presa solida, ma inspiegabilmente dolce. Derek si alzò in piedi e le porse la mano destra,  Sara con le gote leggermente rosse, per colpa di quella situazione, afferrò la mano; Derek tirò, ma la castana perse l'equilibrio a causa della forza con cui il ragazzo l'ha aiutata a sollevarsi con l'ausilio del braccio, così si ritrovarono naso a naso. Sara alzò gli occhi verso il ragazzo, era più alto di lei di una trentina di centimetri, le loro oridi di colore della terra e delll'erba si mescolavano . Ma il microonde suonò e si allontanarono di conseguenza l'uno dall'altra, leggermente ibarazzati e sconcertati per ciò che era appena accaduto
-sono pronte le brioches
Disse il ragazzo, Sara sorrise e si avvicinò al tavolo
-ti ringrazio
-di cosa?
-di essere venuto, avevo proprio bisogno di distrarmi
-hai delle brutte occhiaie
Disse il ragazzo guardando intensamente la castana negli occhi, come se cercasse la verità in quelle profonde iridi nocciola
-ho dormito male
Rispose lei con tranquillità; il ragazzo la guardò, all'improvviso le parve uno spirito troppo grande rispetto al corpo che si trovava: una perenne diciottenne, solo in quel momento gli sorse nella mente una domanda
-c'è qualcun altro essere che è eterno?
La ragazza lo guardò sorpresa aveva la bocca sporca di crema al pistacchio, si pulì con il tovagliolo e gli rispose esitando leggermente
-no
Il ragazzo ascoltò il battito, era costante, lei continuò
-lo sai vero che ci sarà una battaglia?
-si
-non voglio che nessuno muoia per causa mia, io non valgo così tante vite e soprattutto non le vostre, voglio che vi sia chiaro
-Sara...
-no! Credo che lo affronterò da sola senza di voi
-lo sai che sarà impossibile Scott non te lo permetterà mai
-lo so, ma devo almeno tentare
Derek si alzò molto lentamente dalla sedia sulla quale era seduto, si avvicinò alla giovane, che per la prima volta guardava verso il basso e stringeva i pugni, lui poggiò una mano sopra a quella della castana e lei alzò lo sguardo, il corvino vide le iridi nocciola e fece immergere il suo sguardo all'interno per vedere ogni singolo dettaglio di quei occhi così profondi.
Non disse nulla e non fece nulla rimase ad osservarla poi con estrema delicatezza spostò la mano da quella di Sara e gliela poggiò sulla spalla destra e disse
-sai sei proprio una ragazzina che  non si arrende davanti a nulla e sei testarda, ma ora hai dei compagni, e amici, che vogliono combattere al tuo fianco, non sei più sola, finalmente puoi fidarti di qualcuno che non sia te stessa
Sara si voltò verso la direzione dove si trovava Derek, che stava varcando la soglia della casa, pronto ad andarsene, e disse in tono deciso e determinato urlò
-non sarete di certo voi a cambiare i miei piani
Derek sorrise e uscì di casa

Occhi Viola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora