Capitolo 39

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Si svegliò di soprassalto nel letto, sudata e respirava affannosamente. Sentiva il cuore che gli batteva all'impazzata, non riusciva a calmarlo, si voltò verso la piccola sveglia sul comodino: segnava le quattro della mattina, ma sapeva che ormai non avrebbe più chiuso occhi per tutta la notte. Quindi decise di alzarsi dal letto e dirigersi verso il bagno adiacente alla sua camera, aprì l'acqua fredda del rubinetto, si bagnò le mani fino ai polsi per poi posizionarle a scodella per prendere l'acqua e bagnarsi il volto. Appena entrò in contatto con il liquido freddo sussultò leggermente, si asciugò il volto e le mani per poi tornare a sedersi sul letto, doveva impegnare il tempo in qualche modo per non tornare a pensare ai sogni che aveva fatto. Sicuramente non poteva leggere, aveva uno strano bisogno di muoversi dato che ogni muscolo del corpo le fremeva, per tale ragione decise di andare a correre. Si alzò prese dei pantaloncini rosso scarlatto e una maglia nera, indossò delle scarpe da ginnastica legò i capelli in una coda di cavallo. Non poteva scendere dalle scale perché, altrimenti, rischiava di svegliare i suoi genitori adottivi, perciò decise che sarebbe saltata giù dalla finestra, lasciò sul letto un bigliettino con su scritto che andava a correre e se la cercavano aveva il telefono con sé.
Si avvicinò lentamente alla finestra della camera e, appolaiatasi al davanzale saltò, atterrò a piedi pari sul terreno facendo il minimo rumore possibile, come le aveva insegnato suo padre. Fece due saltelli e iniziò a correre verso il centro della cittadina.
Sara alzò gli occhi verso il cielo e rimase senza fiato nel vedere l'immensa volta stella che si apriva sopra di lei, sapeva che i lampioni della città ostruivano una vista così bella, ma teovo un po' di pace nell'osservare il cielo. Decise di dirigersi verso uno dei sentieri del bosco che portava sulla sommità di una collina, dove si trovava una piccolissima radura. Iniziò a correre verso il sentiero, ma per imboccarlo doveva passare davanti al loft di Derek, sperava che nessuno si accorgesse di lei, voleva diventare invisibile, come lo era sempre stata, al fine di muoversi nell'ombra, ma da quando era arrivata in quella città tutto sembrava andare nel verso sbagliato: aveva incontrato delle persone che tenevano a lei e che non l'avrebbe mai lasciata combattere da sola, il suo migliore amico la voleva dalla sua parte per non si sa quale malata ragione e, infine, l'odore sconosciuto che aveva sentito uno dei suoi primi giorni in città, che ancora le rimbombava nelle narici e non riusciva a dimenticarlo, era troppo diverso da quello di un lupo o di un demone per trovare una assomiglianza. Sembra, se mai avesse dovuto descriverlo, l'odore contrario delle furie di Simon, anche se non sapeva per quale motivo lo avrebbe descritto così.
Quando passò davanti al loft di Derek vide le luci accese e sentì l'inconfondibile odore di morte, inoltre sapeva che con Derek abitava anche Theo, in quel preciso istante una pessima sensazione gli passò per la mente, se vi erano effettivamente delle furie, sapeva che non avevano speranze di  vittoria, dato che non avevano le armi con loro. Sara iniziò a correre verso il loft, seguendo l'odore di morte che aleggiava nell'aria, corse per le scale fino a raggiungere la pesante porta in legno che era stata scardinata e gettata in un angolo della camera. Quando varcò la soglia quello che vide la lasciò senza fiato, Theo, con gli occhi color dell'oro e gli artigli ricolmi di liquido nero combatteva contro tre furie, mentre Derek con gli occhi azzurri e gli artigli combatteva contro altre tre furie, ma nessuno riusciva ad avere la meglio. Sara fece colorare i suoi occhi del colore del mare, mentre si toglieva il bracciale e prese forma la katana di sua madre, aveva una lama color del metallo più puro decorata con motivi acquatici. Appena le furie si accorsero della sua presenza, si staccarono dai ragazzi e si diressero verso la giovane, che subito ghignò, si mosse con rapidità, sembrava ache danzasse mentre eliminava una furia dopo l'altra lasciando che la lama della spada si sporcasse del materiale che rilasciavano prima di dissolversi. Subito si accorse che erano diventare più forti rispetto a quelle di un tempo, ma anche lei si era allenata e le teanciò tutte a metà, lasciando i due ragazzi sorpresi, facendo finta di nulla pulí la lama su un pezzo di stoffa che aveva trovato in quella casa. Dopo aver ripulito la lama della katana, la riappoggio al suo polso e la fece tornare il solito bracciale. Alzò lo sguardo, incontrando gli occhi verdi di Derek e quelli nocciola di Theo con i suoi ancora color del mare in tempesta, e vide che i due ragazzi la stavano osservando con occhi  sorpresi, mentre lei faceva tornare i suoi occhi del color nocciola che aveva solitamente. Sospirò e semplicemente disse
-kitsune
I due giovani la osservavano in modo strano, quasi se fossero infuriato con lei, fu Theo a parlare per primo
-si può sapere quando c'è lo avresti detto?
Sara lo osservò attentamente e affondo, non aveva tempo da perdere, doveva andare a guardare le stelle, ma sapeva che non l'avrebbero più lasciata andare inoltre aveva la sensazione che stesse per arrivare tutto il branco; sospirò nuovamente e disse
-se fosse andato tutto bene, non lo avreste mai scoperto
E con queste parole si sedette sul divano in pelle nera del salotto, ormai mezzo distritto del loft di Derek, mentre aspettava l'arrivo di tutto il branco.

Quando Scott, Styles, Malia, Lidya e Liam varcarono la soglia distrutta di casa Sara era seduta sul divano con le gambe accavallate e sporca del liquido delle furie.
-Sara se vuoi ol nostro aiuto devi essere sincera con noi cosìpossimo darti una mano
Disse Scott, che si era seduto davanti a lei, Sara lo guardò negli occhi, e vide che esigeva la verità, così come tutto gli altri, la castana sospirò e con tono pacato e tranquillo disse
-cgu ga detto coe voglio il vosteo aiuto?
Chiese lei  fissando Scott nei occhi
-ormai non puoi rinunciaevi, abbiamo gia deciso di aiutarti perchè siamo amici
-non voglio che muoriate, Scott, lo capisci? Tengo molto a voi e per questo desidero che stiate fuori da questa guerra. Io desidero solo che nessuno di voi muoia ecco perché continuo a celarvi la verità
-nessuno lo farà
-è una guerra è una cosa che succede
-nessuno morirà se ci copriremo le spalle a vicenda
La ragazza sbuffo e poggiando la schiena al divano in pelle nera disse
-se non posso fare in modo che voi rinunciate... vi dirò la vostra tanto amata verità... non vi ho detto che sono anche una kitsune
-quale tipo?
Chiese Styles
-padroneggio l'acqua in tutti i suoi stati e in tutte le sue forme

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