cap. 26

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Vinnie's pov

Clic.

La luce inondò l'interno della vecchia stanza di Reggie quando premetti l'interruttore. La mia gola si strinse alla vista del suo letto abbandonato. Nulla è mai cambiato. Non nella stanza, non nel mio cuore.

Dire che Madison poteva usare la stanza di Reggie era facile. Pensare a Madison di usare la stanza di Reggie era un po' meno facile. Stare nella stanza di Reggie...non è stato affatto facile.
Volevo tenerlo solo per lui. Tienilo così sapesse di avere un posto in cui tornare.

Solo che sapevo che non sarebbe tornato.

La mia mano ha stretto la maniglia e ho combattuto l'impulso di sbattere la porta e fingere che la stanza non esistesse come ero stato negli ultimi sei mesi.

Cresci, mi sono rimproverato. Reggie non vorrebbe questo. Se non potevo farlo per me stesso, e se non potevo farlo per Madison, il minimo per cui potevo farlo era Reggie.

Se Reggi fosse stato qui, avrebbe offerto il suo letto la prima notte in cui Madison si era presentata. Non l'avrebbe costretta a dormire su quel divano angusto.

Solo ora mi rendevo conto di quanto dev'essere stato orribile il divano per lei. E me ne rendevo conto solo perché non volevo che se ne andasse. Reggie mi ha sempre detto che ero ignorante. Lui aveva ragione.

Facendomi forza, entrai completamente nella stanza. Odiavo come ci si sentiva. Quasi come quando entri in un cimitero e trattieni il respiro per ragioni che non puoi capire.

Madison potrebbe cambiarlo. Potrebbe portare vita nella stanza che ho lasciato morire. Dovevo solo accettare il fatto che quella non fosse più la stanza di mio fratello. Ed è stato difficile.

La mia mano ha tracciato la scrivania dove Reggie stava sveglio tutta la notte, facendo ricerche e pianificando l'hotel a Wailea. Un sottile strato di polvere copriva la punta delle mie dita e potevo vedere la scia cancellata sul legno. C'erano graffi nella finitura. Probabilmente fatto con le penne. Gli piacevano quelli taglienti. Sono durati più a lungo e con il suo carico di lavoro, aveva bisogno di qualcosa che non si esaurisse dopo aver esaminato dozzine di documenti.

L'odore stantio era soffocante, così mi avvicinai alla finestra per far entrare un po' d'aria fresca. Il telescopio di Reggie era puntato verso il cielo e io sorrisi, ricordando le notti in cui siamo stati svegli, identificando le costellazioni. Aveva pile di libri in giro per la stanza. Alcuni sulle costellazioni, altri su miti e leggende, altri sulla fisica. Non ha mai smesso di leggere.

Fissai la sua libreria, sentendomi improvvisamente come se stessi per vomitare. Ho capito che non potevo farcela da solo. Avrei dovuto aspettare che qualcun altro fosse in giro per aiutarmi. Se continuassi così, annegherei nei miei pensieri e non andrei da nessuna parte.

Tenendo la testa, sono uscito dalla stanza, chiudendo la porta un po' troppo bruscamente dietro di me. Non volevo ammalarmi. Non oggi. Avevo dei piani con Madison. Non volevo che le mie emozioni incasinate lo rovinassero. Era ancora mattina presto, dal momento che mi ero preparata a pulire la stanza prima che Madison si svegliasse, così avrei potuto prendere qualche ora in più di sonno per fortificarmi.

"Stai bene?"

Mi sono tirato indietro, girando la testa per vedere una Madison assonnata in piedi sulle scale, con indosso una delle mie magliette a maniche lunghe che erano troppo grandi per lei. I suoi occhi erano socchiusi e sembrava che stesse lottando per rimanere sveglia.

La sensazione di disagio fu immediatamente spazzata via, sostituita da una di affetto. Era davvero adorabile al mattino. "Ti ho svegliata?"

"No, ho solo sentito qualcosa e sono venuta a indagare", borbottò, coprendosi la bocca mentre sbadigliava.

𝒊𝒏𝒈𝒂𝒈𝒈𝒊𝒂𝒕𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒎𝒂𝒓𝒕𝒊 ~𝑽𝒉𝒂𝒄𝒌𝒆𝒓~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora