Goditele

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Goditele. Le cose quando vanno bene devi goderle a pieno, respirarne il profumo, perché le cose belle hanno un profumo tutto loro. Profumano di felicità, mista a spensieratezza. Profumano di amore, misto a quella gioia che la persona accanto a te ti regala ogni singolo giorno. Profumano di tranquillità, ma quando finiscono, cominciano ad avere odore di malinconia. Una malinconia che ti assale, ti pervade e non se ne va via. Per questo, le cose, quando vanno bene vanno godute a pieno, devi inebriarti del loro profumo così da poterlo usare quando le cose vanno male. Perché è quando le cose vanno male che hai bisogno di respirare profumo di tranquillità e da ben tre mesi a questa parte, io non respiro più profumo di tranquillità, non respiro più felicità, non respiro più amore. Non respiro più Damiano, perché era lui il mio profumo di cose che vanno nel verso giusto. E le cose, dopo quella litigata ad Amsterdam, non sono andate più bene e chissà se mai torneranno come prima. Le cose sono peggiorate, ormai, non ci rivolgiamo nemmeno più la parola, non ci scambiamo più uno sguardo e non proviamo nemmeno a farlo. Io sono la sua stylist, e solo quello, e lui è solo il frontman dei Måneskin dei quali continuo a curare il look. Non siamo più Rebecca e Damiano, non siamo più quella coppia che ha fatto innamorare l'intero mondo social dopo la sua dichiarazione d'amore. Io sono Rebecca, follemente innamorata del mio lavoro, lui è Damiano, follemente innamorato del suo, ma non siamo più innamorati l'uno dell'altro. O meglio, io lo sono ancora e non so se lui lo sia, ma il suo starmi così alla larga mi fa capire che, forse, non lo è più.

Da quel giorno ad Amsterdam ci siamo visti solo ed esclusivamente per lavoro. Lavoro che è diventato piuttosto impegnativo e sempre più al loro seguito, vista la promozione europea del disco dopo il successo a seguito della vittoria all'Eurovision. Lavoro che mi distrae, nonostante lui sia sempre tra i piedi. Lavoro che mi permette di stargli accanto e di guardarlo da lontano, come facevamo quando nessuno sapeva di noi. Quella litigata è stata l'ultima volta in cui ci siamo parlati da vicino, ma è stata il punto di rottura della nostra storia d'amore. Una storia che avevamo appena comunicato al mondo, ma che è finita alla stessa velocità del batter d'ali di una farfalla. Una storia chiusa con un semplice messaggio. Un messaggio che, dopo essere ritornati a Roma, mi ha inviato Damiano. Un semplice 'ho bisogno di stare da solo', poi più nulla. Il silenzio più assoluto, un silenzio che non riesco a sopportare, ma che è diventato il mio rumore preferito perché credo che, in quel silenzio, ci stiamo dicendo tante cose. Un silenzio a cui, ormai, mi sono abituata e di cui, forse, non posso più fare a meno. Non sono più tornata a casa sua, o meglio, quella che era diventata casa nostra. Ho lasciato lì tutte le mie cose, quelle che avevo portato con me quando mi ero trasferita e, ho lasciato lì anche un pezzo del mio cuore, forse quello più grande. Non ho più messo piede a casa sua, ma sono ritornata a casa mia. Quella casa che avevo lasciato per paura, quella casa che, adesso, non mi fa più paura. E non mi fa più paura nemmeno tornare a casa da sola perché ho finalmente deciso di mettere fine a quella storia che mi ha rovinata, quella storia che ha portato al capolinea la relazione tra me e Damiano. Dopo qualche settimana da quella litigata ad Amsterdam, ho capito che dovevo denunciare, dovevo darmi la possibilità di lasciare tutto alle spalle. E, così, una mattina, accompagnata da Victoria, ho fatto visita al mio avvocato e gli ho lasciato tutte le prove, tutti i messaggi ricevuti, i tabulati telefonici e ho messo fine a tutto ciò che Antonio Aiello mi ha fatto passare. Non siamo ancora giunti ad una conclusione, ma è un passo avanti e ciò che accadrà, metterà fine a tutto il male che mi ha fatto, qualunque sia la pena. E se, in primis l'ho fatto per me, l'ho fatto anche per evitare che Damiano potesse vederlo ancora godersi la sua vita, nonostante tra me e lui non ci fosse più niente. Mi sono sentita così libera nel momento esatto in cui ho raccontato tutto. La vicenda ha fatto il giro dei giornali, delle televisioni, dei social, ma era il prezzo da pagare per avermi fatto così male. Un prezzo che ho pagato anche io per aver preso del tempo. Ed ho pagato a caro prezzo questa scelta di pensarci e ripensarci prima di agire. Una scelta che ha messo fine alla mia storia con Damiano. Una scelta che non so se rifarei. Forse parlerei prima per mettere fine al mio dolore e per evitare di perdere Damiano, ma ormai è andata così e non si può più tornare indietro. E come non si può più tornare indietro sulla fine della relazione tra me e Damiano, non si può più tornare indietro sull'attenzione mediatica che ha avuto la mia denuncia, il conseguente processo e tutto ciò che ne verrà a seguire. Ed è proprio di questo che ho parlato a Verissimo. Di questo e del mio lavoro, ma anche della mia relazione con Damiano, annunciandone la fine. E da Verissimo, mi sono subito diretta alla Måneskin House, dove si trovano i ragazzi alle prese con il nuovo disco, e dove fanno tappa ogni volta in cui, poi, gli tocca trasferirsi in una città Europea per qualche intervista o mini concerto, in attesa della ripresa del tour, prima italiano e poi europeo. E così come loro fanno tappa fissa qui, anche io, al loro seguito, mi ritrovo a passare più tempo qui che a Roma, a casa mia.

Scendo dal taxi che mi ha accompagnata dall'aeroporto alla Måneskin House e calpesto le poche foglie ingiallite che sono cadute dagli alberi. È settembre inoltrato e l'autunno è alle porte ed io mi sento come queste foglie: stanca di restare in piedi, stanca di andare avanti e pronta a cadere giù perché ormai è giunto il mio tempo. La fine della relazione con Damiano, la conseguente denuncia ad Antonio e tutto ciò che ne è susseguito mi ha destabilizzata e non poco e, proprio per questo, a volte, sento di voler cadere giù, come una foglia.

Il tassista mi porge la mia valigia, pago la corsa e mi dirigo verso il cancello di ingresso che si apre senza che io possa bussare, probabilmente mi hanno avvistata dalle telecamere. Non appena metto piede all'interno della Måneskin House, Chili, il cagnolino di Victoria, mi corre incontro e mi regala le sue solite feste. Mi piego sulle gambe per farlo avvicinare ancora di più a me e l'accarezzo. Lei scodinzola e, poi, si allontana per correre tra le braccia di Victoria che, insieme a Marta, mi viene incontro.

"Quanto mi sei mancata!" esclama abbracciandomi.

"Sono stata via solo qualche giorno" puntualizzo per farle capire che non è così grave, anche se mi è mancata.

"Come è andata l'intervista?" mi chiede Marta.

"Bene, bene. La Toffanin è di una delicatezza infinita, ma non vi svelo niente, altrimenti non ha senso vederla sabato tutti insieme" ammetto, poi afferro, di nuovo, la valigia e insieme ci dirigiamo verso l'interno della casa.

Chiacchieriamo del più del meno, costeggiando la piscina della Måneskin House e sono così sommersa dalle loro domande, alla ricerca di qualche spoiler dell'intervista, che non mi rendo conto di quello che c'è intorno a me, fin quando, per ridere ad una delle solite battute di Victoria, alzo lo sguardo e mi ritrovo davanti, a pochi metri da me, Lucrezia, l'ex fidanzata di Damiano. Strabuzzo gli occhi e mi volto prima verso Marta e poi verso Victoria.

"Cosa ci fa lei qui?" chiedo incredula.

"Non lo sappiamo nemmeno noi, siamo arrivati l'altro ieri e lei si è presentata ieri qui, ma davvero non sappiamo quale sia il vero motivo" ammette Victoria facendo spallucce, come per scusarsi di non avere troppi dettagli.

"Sono tornati insieme, non c'è altra spiegazione. Altrimenti perché portarla qui?" chiedo più a me stessa che a loro.

Victoria mi guarda e lo stesso fa Marta, come per cercare una mia reazione, ma sono impassibile perché dopo l'avermi lasciata con un messaggio, da Damiano non mi aspetto più nulla. Perché Damiano ha provato a calpestarmi come una foglia ingiallita caduta da un albero ad autunno inoltrato, ma sono stata più forte di lui e nonostante la fine della nostra storia abbia fatto male e fa ancora male, non gli permetterò di calpestarmi, perché stavolta non cadrò dall'albero, anzi, resterò attaccata saldamente al mio ramo, più lucente che mai, per fargli capire che potrà anche provare a ritornare con la sua ex, ma la foglia che non muore mai, sarò sempre io. Così come non morirà mai il mio amore per lui e, forse, anche il suo per me.  

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora