Confessare

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Confessare. A volte è la miglior scelta, anche se spesso è difficile confessare ciò che si tiene nascosto dentro per non farlo scoprire da altri. A volte, però, è meglio non confessare, e non confessando si continua a mentire. Confessare può mettere fine a quello che si è costruito, anche se decidere di continuare qualcosa basato sulla menzogna, può essere controproducente e significa portare avanti qualcosa che non avrà un futuro. E forse, la mia storia con Charles, potrebbe non avere futuro a prescindere. Non sono mai stata amante delle storie a distanza e non so se mai potrò continuare la mia storia con Charles una volta tornata a Roma, soprattutto sapendo che, una volta, a Roma dovrò tornare a seguire i Måneskin e, in particolare, Damiano. E proprio come ho detto a Damiano qualche giorno fa, perdere Charles, adesso, mi farebbe male. E so che per evitare di soffrire io, farò soffrire lui, soprattutto continuando a mentire, ma ho bisogno di stare bene, dopo tutto il male che mi è stato fatto e, per stare bene, devo continuare a stare lontana da Roma e vivere, fin quando potrò, la mia vita a Parigi e la mia frequentazione con Charles, come sto provando a fare da quando sono tornata a Parigi, dopo la prima udienza a Roma e dopo essere stata, di nuovo, a letto con Damiano. Dopo che ci siamo confessati l’inconfessabile, ho preso un aereo e sono tornata a Parigi. Sono tornata nella mia nuova casa e al mio nuovo lavoro. Sono tornata da Charles e, nonostante la data del debutto di Notre Dame de Paris, si avvicini, lui cerca sempre di trovare del tempo per me. Ed io, a volte, vorrei confessargli tutto, ma poi decido di tenere tutto per me per continuare a godermi questa tranquillità. Una tranquillità a cui non sono abituata, una tranquillità che è spesso stata scossa da problemi di ogni tipo, una tranquillità che non so quanto possa durare.
“Posso parlarti un attimo?” mi chiede Charles non appena mettiamo piede in casa.
“E’ successo qualcosa?” chiudo la porta alle mie spalle e poggio la borsa sul tavolo, mentre lui si accomoda su una delle sedie.
“Siediti, dai!” tira la sedia accanto alla sua e mi invita a sedermi, ma scuoto la testa e resto in piedi.
“Charles, che succede?” domando e mi appoggio al mobile accanto la porta di ingresso, di fronte a lui,  per ascoltare ciò che ha da dirmi.
“Cosa significa questo?” tira fuori un foglio dalla tasca e allunga la mano per porgermelo. Lo afferro e comincio a leggere quello che c’è scritto sopra. Rileggo quelle parole ancora una volta e mi volto verso la stanza da letto e immagino Damiano di nuovo lì ed io tra le sue braccia. È il biglietto che mi ha lasciato Damiano il giorno dopo il suo arrivo a Parigi, dopo che avevamo parlato e fatto l’amore per tutta la notte.
“Da dove è uscito questo biglietto?” mento spudoratamente e fingo di non sapere l’esatto momento in cui quel biglietto è finito tra le mie mani.
“L’ho trovato nel tuo cassetto, prima che tu partissi per Roma” confessa ed io ricordo perfettamente quando l’ho trovato vicino al comodino accanto al letto e lui mi ha mentita, dicendomi che aveva trovato il cassetto aperto e l’aveva chiuso.
“Quindi, tu mi hai mentito...” lascio la frase in sospeso e nello stesso momento sento i sensi di colpa assalirmi. Sto accusando lui di aver mentito, quando ho un cassetto di bugie da raccontare chiuso nella mia testa e che non ho intenzione di aprire.
“Non è questo il punto. Cosa ci faceva questo biglietto scritto da Damiano nel tuo cassetto?” - poso il biglietto sul tavolo e chiudo gli occhi per cercare di trovare una scusa plausibile, per cercare di evitare di confessare quello che è accaduto - “Sai che ho sempre rispettato le tue scelte, so che è difficile adesso per te perché so come sei fatta e so che i sensi di colpa ti stanno divorando per aver tradito quest’altra persona. Stanotte è stato bellissimo, credo di essere ritornato a vivere, ma tu conti più di tutto e le tue scelte sono la priorità. Sappi, però, che ti aspetterò sempre. Tuo DD” - Charles legge ogni singola parola di quel biglietto e mentre lui legge, io provo a cercare una giustificazione a tutto questo, provo a trovare le parole giusto per non fregarmi da sola, perché il biglietto è così chiaro ed io sto per cadere esattamente nella sua trappola.
“Sai vero che la storia tra me e Damiano è andata avanti per più di un anno, ma io lavoro per i Måneskin da molto più tempo e, quando ci siamo conosciuti e innamorati, sia io che lui avevamo una storia con altre persone, ma abbiamo ceduto alla passione e siamo caduti nella trappola del tradimento. Un giorno, mi ha lasciato questo biglietto. Avevamo parlato tanto del lasciare i nostri rispettivi partner e lui era molto più convinto di me, mentre io mi sentivo invasa dai sensi di colpa” - invento una scusa, forse abbastanza credibile o forse no, ma spero lui possa crederci - “Non so nemmeno perché quel biglietto era lì. Ci tengo tutte le cose del lavoro in quel cassetto e, probabilmente, ci è finito tanto tempo fa e non me ne sono mai accorta” concludo la mia spiegazione e mi torturo le mani. Alzo lo sguardo e Charles è lì a fissarmi, come se stesse cercando di scrutarmi dentro per cercare di capire se sto mentendo o meno, ma la corazza che mi ritrovo e che mi sono costruita nel corso degli anni, non gli permetterà di trafiggermi in questo modo.
“Quindi, se è un biglietto vecchio, come dici, se comincio a strapparlo...” - prende il biglietto dal tavolo, nel punto esatto in cui l’ho lasciato io e comincia a strapparlo da un lato - “...non ti importa, giusto?” stringo i pugni e chiudo gli occhi per trattenere le lacrime, ma non devo far trapelare le mie emozioni, quindi annuisco e gli faccio credere che non mi importa nulla di quello che c’è scritto per portare avanti la mia recita. Una volta finito di strapparlo, fa cadere i piccoli pezzettini sul tavolo e poi ci soffia sopra per far si che cadano sul pavimento. Resto immobile a guardare quella scena e mi rendo conto che non so per quanto altro tempo potrò andare avanti a mentire e non so per quanto tempo ancora potrò stare con lui. Capisco la gelosia, ma non capisco questi suoi comportamenti così cattivi, che senso ha strappare quel biglietto? Voleva vedermi gridare il tradimento? Non l’avrei mai fatto.
“Ti posso chiedere di lasciarmi sola?” domando dopo che ha finito la sua scenata.
“Qualcosa non va?” chiede e poi si alza dalla sedia con un sorrisino sulle labbra che vorrei toglierli.
“Tutto okay, sono un po’ stanca e ho bisogno di riposare” spiego e lui si avvicina a me, mi lascia un bacio sulla guancia e poi apre la porta per andare via.
Quando il rumore della porta che si chiude rimbomba nella casa, scoppio a piangere e mi piego sulle ginocchia. Cerco di regolare il respiro, ma mi rendo conto che non riesco più a gestire questa situazione e che Damiano mi mette in assoluta confusione. È ritornato nella mia vita e tutto è ritornato a sembrare caotico, ma non riesco a mettere da parte i sentimenti che provo per lui e non riesco a mettere fine alla nostra storia, nonostante io abbia provato a ricominciare la mia vita.
Mi alzo e prendo la scopa e comincio a raccogliere i pezzettini del biglietto. Li spingo tutti nella paletta e poi li getto nella spazzatura. Mi mordo il labbro continuamente per cercare di non continuare a piangere e vedere quel biglietto, in mille pezzi, proprio come il mio cuore in questo momento, mi rende tutto più difficile, anche se quella notte di confessione e passione resterà sempre impressa nella mia mente.
E il gesto di Charles mi ha fatto capire che, forse, non è lui la persona che mi renderà felice, ma allo stesso tempo è l’unica persona che ho qui al mio fianco e, quindi, non sarò mai capace di confessargli tutto, anche se, forse, non ci sarà più bisogno di farlo perché potrebbe aver capito tutto. E allora confessare non servirà a nulla perché se non ho confessato con la voce, i miei gesti, la mia reazione, seppur pacata, potrebbero aver confessato tutto.

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora