Riprovare

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Riprovare. Ho sempre pensato che quando le cose non vanno nel verso giusto, è opportuno provare a sistemarle fin quando non tornano al loro posto. È stato così con Damiano ed è stato così tante altre volte nella mia vita. Damiano ed io ci abbiamo riprovato, ci stiamo riprovando e le cose vanno meglio di quanto pensassimo. Ho provato a credere non fosse stato Antonio a farmi del male e ho dovuto provare e riprovare a convincermi dell'esatto contrario quando ho scoperto la verità. Nel corso della mia carriera, ho provato così tante volte a fare così tante cose per raggiungere i miei obiettivi che, ormai, ho perso il contro. Ho sempre creduto che dare una seconda possibilità alle cose sia lecito, anche se, a volte, ci sono persone che non meritano una seconda possibilità. Damiano l'ha sempre meritata per il modo in cui ha provato e riprovato a conquistarmi. Mia madre, ad esempio, non so se possa meritarla, perché non so il motivo per cui si è allontanata. Non l'ho più rivista da quella volta fuori lo showroom, ma oggi si è rifatta viva con un messaggio.

Questo pomeriggio è andata in onda l'intervista che abbiamo realizzato a Verissimo qualche giorno fa e mi ha scritto un messaggio per dirmi che era davvero felice dei traguardi che avevo raggiunto e del fatto che ci fosse Damiano al mio fianco. Non le ho risposto perché non me la sento. È ritornata senza spiegarmi i motivi del suo allontanamento ed io sono ancora in attesa di un confronto perché quello che abbiamo avuto allo showroom non si può definire tale. Un confronto che non voglio cercare io, un confronto che voglio parta da lei, ma, a quanto pare, ha preferito sparire di nuovo e farsi viva solo con dei messaggi. Damiano mi ha proposto di invitarla a casa, ma non voglio essere io a fare il primo passo. È lei che è sparita senza motivo, è lei che mi ha abbandonata e non ha nemmeno provato ad avvicinarmi quando sono stata male a causa di Antonio. Il primo passo deve farlo lei, non io. E non sarebbe stato opportuno invitarla a casa per un confronto, quando avevamo già in programma una cena con l'intera band e i genitori di Damiano.

"E adesso chi è!" sbuffo quando sento suonare la porta di casa.

"Vado io!" esclama Damiano alzandosi dalla sedia e lasciando me e i nostri ospiti fuori al terrazzo di casa.

La tavola è al completo, abbiamo iniziato a cenare e non aspettavamo altre persone, ma quando vedo Damiano, dopo qualche secondo, fare capolino con mia madre al suo fianco, capisco tutto. Gli avevo espressamente detto che non volevo vederla questa sera e lui ha ben pensato di invitarla a casa nostra.

"Buonasera, scusate l'intrusione" - esclama come se la sua presenza lì fosse normale - "Ciao Becky!" - si piega per darmi un bacio sulla guancia ed io spalanco gli occhi incrociando lo sguardo di Victoria che è quasi perplessa quanto me. Tutti sanno della storia con mia madre e lei si presenta qui, invitata da Damiano, come se le cose si fossero sistemate, come se non sapesse che queste sono le persone che mi sono state più vicine negli ultimi anni e, quindi, le persone che conoscono ogni singolo dettaglio della mia vita.

Damiano le sposta una sedia per farla accomodare e, poi, si sistema al suo posto, accanto a me. Poggia la sua mano sulla mia ed io la sposto e sospiro per cercare di mantenere la calma.

"Damiano, mi accompagni a prendere il dolce?" chiedo, ma è più un imposizione che una richiesta, ho bisogno di capire il motivo per cui l'ha fatto. Lui annuisce ed io mi alzo dalla sedia, mentre gli altri riprendono a parlare dopo il silenzio calato all'arrivo di mia madre.

Damiano mi segue e ci lasciamo gli altri alle spalle. Stringo i pugni per cercare di calmarmi, ma non sono una che si calma abbastanza in fretta.

"Mi puoi spiegare perché l'hai invitata a casa mia?" chiedo non appena varco la porta della cucina e la chiudo alle nostre spalle.

"A casa mi..."

"Fermati! Non ti permetto di dire che questa è casa tua. Questa è casa nostra. Sei tu che mi hai voluta qui, sei tu che mi hai chiesto di venire a vivere con te. Non mi rinfacciare che questa è casa tua, perché sarai anche tu il proprietario, ma ci vivo anche io, perché mi hai voluto tu" - gli punto il dito - "È casa tua, tanto quanto è casa mia" - parlo a raffica e non riesco a fermarmi - "Anche perché una casa mia ce l'ho e posso ritornarci anche subito...".

"Ti calmi?" - domanda e mi prende le mani - "Lo so, ho sbagliato ad andare contro la tua volontà, ma ora è qui, che vuoi fare? Cacciarla?".

"Caccerei te se potessi..."

"Posso disturbarvi?" mia madre fa capolino dalla porta della cucina e potrei cominciare ad urlare da un momento all'altro, ma Damiano mi stringe forte una mano e cerca di tranquillizzarmi.

"Prego Valeria!" Damiano la invita ad entrare e scuoto la testa, lui mi guarda e abbozza un sorriso.

"Puoi lasciarci sole?" chiede a Damiano che annuisce e mi lascia la mano prima di poggiare per un secondo le sue labbra sulle mie. Lo vedo uscire dalla porta e, nello stesso istante in cui lui la chiude, in questa stanza cala il silenzio più assoluto. Ci guardiamo per qualche secondo, poi mia madre si siede su uno sgabello, mentre io resto con la schiena poggiata ai mobili e le braccia incrociate al petto.

"Ti devo delle scuse, forse dovrei mettermi in ginocchio..."

"Mamma, non ho bisogno di qualcuno che si prostri ai miei piedi. E non ho nemmeno bisogno delle tue scuse. Mi chiedo solo dov'eri quando ho dovuto affrontare un processo, quando sono stata vittima di stalking..." - lei prova a fermarmi, ma io non la lascio parlare - "Dove cazzo eri mamma?" urlo e scoppio a piangere e mi dimentico completamente del fatto che nell'altra stanza ci siano i miei amici e la famiglia del mio compagno. Anche se loro mi hanno vista in qualsiasi modo e non sarà questo a sconvolgerli. Stringo le palpebre perché non voglio mostrarmi così fragile davanti a lei, ma riesco a vederla mentre si avvicina e mi prende tra le sue braccia per stringermi forte.

"Scusami Becky, scusami davvero. Sono stata una pessima madre, mi sono fatta imbambolare da un uomo che mi ha tenuta lontana da te, che mi ha costretta a stare lontana da te, fin quando non ti ho vista in tv a combattere per la tua causa e ho deciso anche io di andare via, di lasciarlo e denunciarlo. Sono stata anche io una vittima e ti chiedo scusa per non esserti stata vicina, ma me ne sono accorta solo quando ho visto che eri così determinata ad avere giustizia..." si ferma e tira su con il naso. Mi allontano e ci ritroviamo occhi negli occhi, entrambi colmi di lacrime, e mi mancano le parole perché mai avrei pensato si fosse allontanata per questo motivo, mai avrei pensato fosse anche lei una vittima e, mai avrei pensato di essere io la persona ad averla spronata a mettere fine alla sua sofferenza. A dimostrazione del fatto che un genitore può sempre imparare da un figlio. La abbraccio perché non servono più le parole e la tengo stretta a me, così come ha fatto lei qualche secondo fa. E credo che il passato, ora che entrambe siamo libere dai nostri mostri, possa essere messo da parte. Ci aspetta il futuro, ci aspetta una nuova vita. C'è un rapporto che dobbiamo riprovare a recuperare. Un rapporto che, a questo punto, merita di essere recuperato. Un rapporto che riproverò a recuperare solo grazie a Damiano. Solo grazie a lui che non ha mai smesso di riprovarci e non ha mai smesso di credere a mia madre. 

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora