Ricredersi

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Ricredersi. Nella vita, a volte, bisogna ricredersi e bisogna farlo per evitare di trovarsi nei casini. Pensavo non mi sarei mai ricreduta su alcune cose, eppure devo farlo. Pensavo non mi sarei mai ricreduta sulle bugie, o meglio sul mentire. Ho sempre pensato che mentire fosse da meschini e so che sarò davvero meschina quando comincerò a mentire a Charles, ma ormai il danno è fatto e non si può tornare indietro. Una bugia eviterà di riportare il caos nella mia vita. Una bugia eviterà che Charles vada via. Una bugia eviterà che io debba lasciare il mio lavoro qui. E per dare vita ad una bugia ci vuole del tempo, ma qualcuno da lassù mi ha spianato la strada. Charles non è venuto a lavoro e potrei anche non vederlo oggi, per questo potrei avere almeno questa giornata per poter pensare a cosa dire, ma soprattutto a come dirlo.

La giornata a lavoro è volata e mi ha aiutato tanto distrarmi, anche se in alcuni momenti, mi sono davvero concentrata a pensare a Damiano, a quello che è successo e al fatto che, per quanto io me ne stia pentendo, sono felice sia accaduto. È come se fossi rinata, anche se so che i mesi a venire saranno difficile e non so se davvero torneremo mai insieme.

Prendo le chiavi di casa dalla borsa per aprire la porta, le giro nella serratura e poi mi ricordo che Damiano dovrebbe aver lasciato le chiavi che gli avevo lasciato sotto il tappeto e mi abbasso per prenderle. Le trovo proprio lì, dove gli avevo detto di lasciarle, segno che il mio biglietto è arrivato forte e chiaro e che lui è andato via, rispettando la mia decisione, come ha sempre fatto. Dimostrandomi ancora una volta che ciò che conta sono io e che se la mia decisione è diversa dalla sua, lui la rispetta. È sempre stato così, e sempre sarà, qualunque siano le nostre strade, anche se divise.

Entro in casa e chiudo la porta alle mie spalle, lascio entrambe le chiavi sul mobile all'ingresso e poso anche la borsa e l'infinito materiale che porto con me quando lavoro. Mi dirigo subito in camera da letto e sul pavimento non ci sono più né i miei vestiti, né quelli di Damiano e tra le coperte avvolte non c'è più lui. Ma sullo stesso cuscino in cui ho lasciato il mio biglietto, ce n'è uno identico. Allungo la mano, lo prendo e comincio a leggere: "Sai che ho sempre rispettato le tue scelte, so che è difficile adesso per te perché so come sei fatta e so che i sensi di colpa ti stanno divorando per aver tradito quest'altra persona. Stanotte è stato bellissimo, credo di essere ritornato a vivere, ma tu conti più di tutto e le tue scelte sono la priorità. Sappi, però, che ti aspetterò sempre. Tuo DD" conclude il suo messaggio con quelle due lettere che, ormai, sono il suo marchio di fabbrica per me.

Richiudo il biglietto e lo ripongo nel cassetto del comodino accanto al letto, tra gli infiniti fogli che ho qui dentro, per evitare che qualcuno possa trovarlo, anche se non credo che Charles possa mettersi a frugare. Queste sue parole sono la conferma dei sentimenti che prova per me, del rispetto che ha per me, delle emozioni che proviamo insieme e di tutto ciò che ci siamo sempre promessi. E mi mettono ancora più in confusione perché davvero ho il caos che regna sovrano nella mia testa. Ma non devo tornare indietro, ora sono qui e devo vivermi questa esperienza e questa nuova frequentazione fino in fondo, poi se sarà destino, allora accadrà. Ma adesso, una bugia in fin di bene e si continua a vivere a Parigi. Vengo distratta del suono del campanello e richiudo subito il cassetto per andare ad aprire la porta.

"Ehi, non ti aspettavo!" esclamo non appena vedo Charles davanti ai miei occhi.

"Volevo farti una sorpresa" afferma e si avvicina per baciarmi. Ricambio il suo bacio, ma dentro di me sento un subbuglio di emozioni e un nodo alla gola non indifferente perché non riesco a non pensare alle labbra di Damiano sulle mie.

"Dai entra" gli dico quando toglie le sue labbra dalle mie e mi sposto per farlo entrare. Poi chiudo la porta alle sue spalle e riprendo a fare quello che stavo facendo. Mi avvicino al letto e comincio a muovere le lenzuola e il piumone per rifarlo.

"Come mai hai ancora il letto non fatto?" chiede Charles e mi immobilizzo per un attimo, poi i fili ne cervello cominciano a collegarsi e comincio a mentire, come non ho mai fatto.

"Ho fatto tardi questa mattina e non sono riuscita a sistemare casa. Sono tornata da poco e..."

"Direi che puoi anche fermarti..." - si avvicina e mi getta le braccia al collo e comincia a baciarmi - "...magari ne possiamo approfittare" cerca di spingermi sul letto, ma io faccio forza e riesce solo a farmi sedere, senza farmi stendere, proprio come Damiano ha fatto ieri sera. Si allontana quando capisce che non è il momento e mi sento in colpa ancora di più. Forse se non fosse successo con Damiano, se non avessi rivisto Damiano, adesso sarei stata a letto con lui, ma non è nei miei piani, almeno per il momento, e non so se mai lo sarà.

"Scusami, non me la sento" gli chiedo scusa e so che non è solo per averlo rifiutato, ma anche per tutto il resto, per quello che gli ho fatto, anche se lui non lo sa.

"Stai tranquilla" si inginocchia davanti a me e mi prende le mani, poi mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio e mi bacia e tiro un sospiro di sollievo perché avrebbe potuto rimanerci male, reagire diversamente, ma invece si è dimostrato per quello che è. Mai come stavolta, la vipera della situazione sono io.

"Resti a cena?" gli chiedo per cambiare discorso.

"Certo che resto" mi sorride e poi si alza per farmi spazio e si va a sedere in cucina, mentre io finisco di sistemare il letto che lui avrebbe voluto utilizzare per fare altro. Lo guardo da lontano e mi chiedo se sto facendo bene a mentirgli o se devo dirgli tutta la verità così da capire la sua reazione e capire se passerà sopra a tutto questo o no.

"Preferisci qualcosa per cena?" domando per rompere un silenzio abbastanza pesante e che fa frullare solo gli infiniti pensieri che ho nella testa.

"Sentiti libera di prendermi per la gola" sorride e mi rilasso perché ogni sua parola potrebbe essere un modo per carpire qualcosa e per tirarmi qualcosa dalla bocca che non voglio dire.

"Ti stupirò!" esclamo e sorrido anche io. Comincio a prendere gli utensili da cucina che mi servono e gli ingredienti per preparare qualcosa di veloce, come una semplice carbonara per riportare un po' di Italia anche in Francia, un po' di Roma anche a Parigi, anche se Roma me l'ha riportata Damiano stanotte.

"Damiano è andato via? Cosa voleva?" mi spiazza e stringo forte la forchetta tra le mani mentre continuo a battere l'uovo nella ciotola.

"Certo che è andato via" - cerco di mantenere la calma per non far trapelare nulla e decido di continuare a mentire - "Abbiamo parlato. È venuto a dirmi delle cose, ma non devo assolutamente dirti ciò che mi ha detto..."

"E c'era bisogno di venire fin qui per dirti delle cose?" si alza e viene accanto a me, mentre io tengo lo sguardo fisso su ciò che sto preparando.

"Ha deciso di venire qui, cosa posso farci? Ora è andato via e non ti riguarda cosa ci siamo detti..." mi volto verso di lui per guardarlo negli occhi e cercare di sostenere il suo sguardo, nonostante io non riesca a mentire a qualcuno guardandolo negli occhi, ma oggi sono stupita da me stessa.

"Mi riguarda perché adesso stai con me" puntualizza per ricordarmi che colui che mi sta accanto è proprio lui e non Damiano.

"So con chi sto e so chi sono. E se ti fidi di me, non c'è bisogno che tu sappia cosa ci siamo detti. Ti ho sempre detto che tra me e Damiano è finita, tempo fa. E ti ho sempre chiesto di non fare domande, oltre quello che ti ho voluto dire io. E per questo ti chiedo di non farle anche adesso" - lascio per un secondo quello che sto facendo e gli prendo le mani - "Damiano è andato via ed io sono qui con te. Per me questo conta e spero sia lo stesso anche per te" lo bacio e lui mi stringe forte segno che ha creduto ad ogni mia singola parola. E questo mi ferisce più di tutto perché non ho mai mentito così spudoratamente e ho avuto da ridire quando Damiano l'ha fatto con Lucrezia perché non riuscivo a capire come si potesse mentire in questo modo. Adesso, lo sto capendo. Si comincia a mentire in questo modo quando si vuole proteggere un qualcosa che è più forte di tutto. Damiano l'ha fatto quando è corso da me a Roma da Berlino e ha finto su quell'articolo apparso sul giornale. Ed io lo sto facendo adesso dopo aver fatto l'amore con lui e avergli dato tutta me stessa. Non avrei mai pensato di ricredermi sul mentire, ma nella vita bisogna sempre ricredersi ed io sto cominciando a farlo.  

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora