Dormire

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Dormire. Dormire è quello che meno riesco a fare negli ultimi mesi. Dormo poco e penso troppo e questo pensare troppo fa lavorare così tanto il cervello che quando arriva il momento di riposare, non ci riesco nemmeno con un sonnifero. Ho provato di tutto: caramelle naturali alla melatonina, gocce per indurre il sonno, suoni rilassanti, sedute dalla psicologa per provare a cacciare via i brutti pensieri, ma nulla di tutto questo mi permette di avere un sonno profondo e lungo. E pensare che fino a qualche mese fa per addormentarmi ci volevano tre secondi e per svegliarmi tre ore. Ma da quando Damiano ed io non stiamo più insieme, dormire non è più il mio hobby preferito e, probabilmente, l'ultima dormita decente che ho fatto è stata la sera prima che avessimo quella litigata ad Amsterdam, con lui al mio fianco. E i miei problemi con il sonno sono peggiorati quando sono arrivata qui ed ho saputo di Lucrezia, tanto da farmi chiedere a Victoria di lasciarmi sola in stanza per non disturbarla, ma lei non ha voluto sentire ragioni e preferisce continuare a dormire al mio fianco piuttosto che lasciarmi sola.

Allungo la mano sul comodino per afferrare il cellulare e vedere che ore sono, ma piuttosto che l'orario ciò che mi salta all'occhio è una notifica. Ero convinta di aver spento il Wi-Fi, invece l'ho lasciato acceso e il suo nome sullo schermo è più visibile che mai, quelle due 'D' affiancate da un cuore nero che non ho mai cambiato, si fanno spazio per farsi notare. Mi metto seduta e sblocco il cellulare con l'impronta del dito. Apro la notifica e vengo rimandata alla sua chat Whatsapp, ferma a quell'ultimo messaggio inviato, prima che finisse tutto. Quel 'ho bisogno di stare da solo' che mi ha sconvolto la vita e mi impedisce di dormire.

'Grazie per non aver buttato fango su di me. Grazie per avermi protetto, anche stavolta' poche semplici parole che appaiono sullo schermo e fanno lavorare il cervello più di quanto non lo stesse facendo già. Mi ha ringraziata per averlo protetto nel corso dell'intervista, per non aver detto che la causa della nostra rottura è stato lui, per non aver fatto sapere al mondo intero che a mettere un punto alla nostra storia è stato lui.

Sorrido e poso il cellulare, nuovamente, sul comodino, senza rispondergli, perché non saprei cosa dirgli e, forse, non capisco nemmeno il senso di questo suo messaggio se facciamo fatica a scambiarci due parole. Mi muovo lentamente per evitare di svegliare Victoria e mi alzo dal letto per raggiungere la cucina. Ho bisogno di uscire da qui dentro e prendere aria, così come ho bisogno di bere un bicchiere d'acqua perché mi si è seccata la gola e faccio fatica anche a respirare. Ormai, di dormire non se ne parla, soprattutto dopo che mi ha destabilizzata, ancora una volta, e non mi capacito di come ci riesca ogni volta, di come riesca a toccare sempre le corde giuste e di mettermi in difficoltà, sempre e comunque.

Scendo lentamente le scale che portano al piano inferiore e dal basso sento provenire l'audio di una televisione e la voce che sento mi sembra davvero familiare. È la stessa voce che giovedì mi ha accompagnata per quasi un'ora di intervista e che oggi pomeriggio ho riascoltato con piacere. La voce di Silvia Toffanin, seppur molto bassa, mi guida verso il soggiorno e, se il messaggio mi ha destabilizzata, quello che in questo momento stanno osservando i miei occhi, mi destabilizza ancora di più. Damiano è seduto sul divano, intento a guardare la televisione, precisamente la replica di Verissimo nell'esatto istante in cui c'è la mia intervista. È lì, fermo a guardarmi, segue ogni mio dettaglio e ascolta ogni singola parola pronunciata. D'un tratto si volta, forse perché ha sentito i miei passi, e posa il suo sguardo su di me, ma non è il solito sguardo. Ha lo sguardo di uno che è stato scoperto a fare qualcosa che non doveva fare, lo sguardo spaventato, come se avesse visto un fantasma, ma sono solo io. Forse, pensava fosse Lucrezia e avrà subito pensato di essere stato scoperto a guardare me e a lei non avrebbe fatto piacere. Mi fissa insistentemente e sospira quando capisce che sono io. Si volta a guardare, nuovamente, la televisione ed io scuoto la testa perché mai mi sarei aspettata di trovarlo a riguardare la mia intervista, quella che ha già visto, in parte, oggi, e per il quale ha dimostrato anche vicinanza e mi ha anche ringraziata. E il lavoro del mio cervello aumenta ancora di più perché ogni cosa che fa, ogni gesto che compie, ogni azione che porta avanti, mi manda sempre più in confusione e faccio davvero fatica a stargli dietro. Raggiungo la cucina e apro il frigorifero per prendere il mio bicchiere d'acqua. Sorseggio il liquido fresco e poi getto il bicchiere nella spazzatura e ritorno in soggiorno. Lui è ancora lì, ancora a guardarmi alla televisione e si volta verso di me quando sente, di nuovo, i miei passi. Ci guardiamo per qualche secondo e il suo sguardo, così come l'altra sera e come oggi pomeriggio, mi penetra dentro e mi conferma che non saprò mai resistere al suo modo di guardarmi perché come guarda me non ha mai guardato nessun altra e non guarda Lucrezia. Così non l'ha mai guardata nemmeno prima che si innamorasse di me perché il modo in cui mi guarda è diverso e nessuno potrà mai provare le stesse sensazioni che provo io quando il suo sguardo si posa su di me. Continuo a camminare fino a quando non riusciamo più a guardarci e salgo le scale per ritornare a letto per provare a dormire, ma so per certo che se fino ad ora è stato difficile, dopo questo scambio di sguardi, dormire, sarà del tutto impossibile.

"Becky, credimi, eri bellissima durante l'intervista. Hai affrontato tutto con una naturalezza che nemmeno le star che vanno in televisione da anni hanno. Sei stata vera e la gente questo lo apprezza" afferma Leo mentre sorseggia la sua tazza di caffè.

"Pensa se questa gente mi vedesse adesso, con queste occhiaie, dopo una nottata in cui non ho chiuso occhio nemmeno per un secondo" indico i rigonfiamenti sotto ai miei occhi.

Ho passato la notte completamente sveglia, a rigirarmi nel letto, per cercare di capire il motivo del messaggio di Damiano, ma soprattutto il perché stava riguardando la mia intervista. Ho passato la notte completamente sveglia per provare a dimenticare il suo sguardo penetrante su di me, ma non ho trovato nessuna ragione a tutto questo e, adesso, affogo i miei dispiaceri nella tazza di caffè più grande che io abbia mai bevuto, nella cucina della Måneskin House, con Leo che è diventato, per un istante, mio consulente, ma soprattutto mio più grande motivatore.

"Sei bella anche con le occhiaie e non lo penso solo io" confessa per poi far finta di non aver detto nulla.

"Ripeti ciò che hai detto" gli intimo puntandogli il dito contro.

"Che sei bella anche con le occhiaie, sei bella sempre. Eri bella durante l'intervista e lo sei ora e lo pensa anche Damiano" sussurra l'ultima parte, come se non volesse farti sentire, ma ormai ha lanciato la bomba e sono certa che questa sua affermazione non mi farà dormire nemmeno stanotte.

"Non ci credo nemmeno se lo sento con le mie orecchie" cerco di non dare peso alle sue parole.

"E invece credici! Quel 'wow' mentre stavamo guardando l'intervista l'ho sentito anche io e mi ha confessato di averti riguardata stanotte perché eri troppo bella per non farlo" - Leo racconta tutto ciò che Damiano gli ha detto ed io so per certo che se adesso lui sentisse la nostra conversazione, andrebbe su tutte le furie, ma Leo non mi avrebbe mai tenuto nascosto tutto questo - "Ma tu, come stai?" chiede ad un tratto e la domanda potrebbe sembrare scontata, ma sia lui che io sappiamo che non lo è, perché come ho notato io alcune cose, l'ha fatto anche lui.

"Come vuoi che stia..." - lascio la frase in sospeso - "Mi fa malissimo vederlo qui con lei e mi chiedo perché lei sia qui da quando sono arrivata. La notte non dormo per pensare a lui, ai suoi comportamenti, a quel messaggio di tre mesi fa..."

"Anche lui ti pensa e anche tu manchi a lui" ammette Leo e mi spiazza.

Spalanco gli occhi e lo guardo per capire se sta dicendo la verità, ma so che su questo non mi mentirebbe mai. Eppure mi chiedo, se mi pensa e gli manco perché portare Lucrezia qui? Perché farci convivere nella stessa casa? Perché mettermi alla prova? Tutte domande a cui non riesco a dare una risposta e queste affermazioni di Leo mi destabilizzano ancora di più, come se non lo fossi già abbastanza. Come se le mie occhiaie non fossero già tante. Come se la mia mente non lavorasse già incessantemente. Come se dormire poco non fosse già troppo.  

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora