Provare dei sentimenti

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Provare dei sentimenti. Provare sentimenti, a volte, è così semplice, altre volte molto difficile. A volte ti innamori con un semplice schiocco di dita, altre fai fatica anche a provare del semplice affetto. Provare dei sentimenti può diventare difficile dopo che hai attraversato un'infinità di ostacoli e innamorarti o provare solo infatuazione per qualcun altro dopo che hai provato un amore puro e profondo per qualcuno, può essere estremamente difficile. Provare dei sentimenti per qualcun altro, quando provi ancora qualcosa per il tuo passato, rende ancora tutto più complicato. Ed io non so mai se riuscirò ad innamorarmi di nuovo perché non ho mai amato nessuno come ho amato e amo ancora Damiano, ma la vita va avanti e un amore che non svanirà mai è quello per il mio lavoro. Perché si possono provare infiniti sentimenti, ma quando ami il tuo lavoro, sei certa di amare la parte più bella di te stessa. Io mi dedico completamente al mio lavoro ed è per questo che ho deciso di cambiare aria e vita. Ho voglia di immergermi completamente in questa nuova esperienza e di provare nuove emozioni per il mio lavoro. Ho voglia di immergermi così tanto nel mio lavoro, tanto da dimenticare di provare sentimenti per il passato o per un eventuale futuro.

Sono appena arrivata al Théâtre des Champs-Elysées per cominciare questa nuova avventura e conoscere coloro che saranno parte delle mie giornate per i prossimi mesi. Conoscerò finalmente Camille Bernard, la direttrice artistica di Notre Dame de Paris che mi ha fortemente voluta al suo fianco per questo tour che partirà da questo teatro e girerà tutta la Francia nel mese di dicembre. Conoscerò chi mi assisterà in questa nuova avventura e chi dovrà subire i miei momenti no, anche se so che nessuna di queste persone sarà mai Victoria e che avrò bisogno sempre di lei, anche a chilometri di distanza.

"Oh, eccoti qua! Benvenuta a Parigi!" - esclama Camille venendomi incontro e prendendomi per mano - "Garçons et filles, voici Rebecca, notre costumière" comincia a parlare in francese per presentarmi agli attori e attrici e al resto dello staff. Tutti mi accolgono calorosamente, salutandomi con un bacio sulla guancia o una semplice stretta di mano e comincio a sentirmi integrata nel gruppo, ma non so se mi sentirò mai a casa come mi sentivo con i Måneskin o con gli altri artisti che hanno sempre scelto me per i loro outfit.

"Grazie per l'accoglienza Camille. Sono davvero felice di essere qui ed è un piacere lavorare per te e per questo spettacolo. Se per te va bene, vorrei mostrarti ciò che ho preparato, siccome, fino ad ora, l'ha visto solo tramite e-mail" prendo dalla borsa la mia cartellina con i bozzetti e lei mi fa segno di accomodarmi alla scrivania posta davanti alla prima fila delle poltrone del teatro, mentre gli attori, le attrici e il resto dello staff raggiungono il palco per cominciare a provare.

"Mi sono piaciuti dal primo momento, ma dal vivo sono ancora più belli. Hai fatto davvero un ottimo lavoro Rebecca" - ricevere complimenti mi fa sempre uno strano effetto e, stavolta, è ancora più strano perché arrivano da qualcuno che non mi ha mai vista lavorare - "Appena terminate le prove, cominciamo a prendere le misure, così puoi lavorare tranquilla".

"Allora resto qui a guardare e a sistemare alcune cose. Buon lavoro!" la saluto e lei si allontana per raggiungere le quinte del teatro.

Resto immersa nei miei pensieri a chiedermi come sarà immergermi a pieno in questa esperienza. Come sarà donare tutta me stessa per questo nuovo lavoro. Concentrarmi solo ed esclusivamente su questo senza pensare ad altro, lasciando tutto ciò che è accaduto fino ad ora alle mie spalle. Provando a dimenticare il passato, non lavorativo, dedicandomi in tutto e per tutto a quello che mi sta donando il presente e riservando il futuro. Prendo il cellulare dalla borsa, sblocco lo schermo e apro Whatsapp per vedere se Damiano ha risposto al mio messaggio, ma da lui nessun segno e le spunte non sono blu. L'ultimo accesso risale a prima che io partissi questa mattina e chissà se mai risponderà alla mia confessione, ma lo farà o meno so di essere stata me stessa fino all'ultimo secondo e di aver mostrato la mia parte più limpida, quella che, forse, ho sempre mostrato solo a lui e a poche persone nella mia vita.

Poso il cellulare nella borsa per evitare che possa distrarmi e comincio a sfogliare la cartellina con i bozzetti. Cerco una matita nella borsa per sistemare alcuni dettagli di uno degli abiti e mi immergo nel mio mondo. Quel mondo fatto della mia passione per la moda, della mia passione per il disegno, della mia passione per i colori e dei miei sentimenti così forti per questo lavoro. Un mondo che mi ha cresciuta e che mi ha permesso di arrivare dove sono ora e spero mi permetterà di puntare sempre più in alto.

"Posso disturbarti?" - sento una voce alle mie spalle, un italiano non perfetto misto ad un accento francese, proprio come quello di Camille. Mi volto e mi ritrovo davanti agli occhi un ragazzo che avrà più o meno la mia stessa età, biondo e con gli occhi azzurri, l'esatto opposto di quello che i miei occhi hanno guardato fino a qualche ora fa - "Sono Charles, il figlio di Camille. Volevo congratularmi con te" mi prende la mano e lascia un bacio su di essa e spalanco gli occhi per quel gesto che è così semplice, ma anche così strano sapendo il caos che ho dentro.

"Sono Rebecca, è un piacere conoscerti" affermo e ritraggo la mano.

"Io mi occupo della sceneggiatura dello spettacolo e volevo tu sapessi che ho insistito tanto per averti qui. Ho visto i tuoi lavori all'Eurovision e ho pensato che saresti stata perfetta per quello che con mia madre stiamo realizzando".

"Grazie davvero, non so se questi complimenti sono così meritati, ma ti ringrazio".

"Dopo l'Eurovision sono andata a cercarti e, quando ti ho vista, ho realizzato che dovevo averti qui. E non solo per i tuoi abiti..." lascia la frase in sospeso e si accomoda accanto a me. Ci guardiamo per qualche istante e poi scuoto la testa per la sua frase che mi fa pensare a tutto tranne al fatto che mi abbia voluta qui per il mio modo di lavorare, per i miei modelli.

"La usi con tutte questa frase o è la prima volta?" chiedo curiosa di sapere con quante altre l'ha già utilizzata.

"Sei l'unica, ritieni fortunata" mi stuzzica ed io prendo la palla al balzo per cominciare questa chiacchierata che non so a cosa mi porterà.

"E l'hai anche imparata in un italiano perfetto..."

"Sono italo-francese. Mia madre è italiana, ma si è trasferita qui per lavoro, poi ha conosciuto mio padre, francese. Ha sempre cercato di insegnarmi l'italiano, quindi non ho imparato nulla per fare colpo su di te. È tutto spontaneo" racconta un po' le sue origini e comincio ad appassionarmi al suo modo di parlare, al suo modo di gesticolare, da italiano vero, ma soprattutto mi perdo in quegli occhi azzurro cielo. Gli occhi sono il mio punto debole. Mi sono persa in quelli verdi di Damino fino a questa mattina e, adesso, mi immergo in questo mare azzurro che si estende davanti a me.

"Ti farebbe piacere venire a bere qualcosa con me dopo il lavoro o stasera?" domanda ad un tratto ed io ritorno alla realtà e comincio a far frullare i pensieri e a chiedermi cosa potrebbe accadere se accettassi questo invito dopo che mi ha praticamente fatto capire che ha insistito per avermi qui non solo per il mio lavoro, ma anche per altro, probabilmente un interesse nei miei confronti. Ma ormai sono single, non ho più Damiano al mio fianco e non so se mai l'avrò di nuovo. Guardo Charles e gli sorrido e, poi annuisco, ma nello stesso istante mi chiedo se è lecito accettare questo invito. E mi chiedo se è lecito provare a ricominciare, non solo in ambito lavorativo, quello l'ho già fatto. Mi chiedo se è lecito tornare a provare dei sentimenti, qualunque essi siano. Mi chiedo se è lecito ritornare ad amare e se è possibile farlo dopo aver vissuto un amore così grande. Ma forse, sto correndo un po' troppo e per ritornare a provare dei sentimenti ci vorrà del tempo. Resta il fatto che nessuno mi vieta di bere qualcosa con Charles, poi se tornerò a provare dei sentimenti sarà il tempo a dirlo. E proprio il tempo mi aiuterà a ritrovare me stessa e a dimenticare quello che a Roma ho lasciato per provare a stare bene, per ritornare a provare dei sentimenti che non so se sarò mai capace di ritornare a provare.

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora