Ricucire

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Ricucire. Non è mai facile ricucire un rapporto con una persona che ti ha delusa nel tempo. Non è mai facile ricucire un rapporto quando la persona in questione non si è interessata più di te. Non ha provato a fare un passo verso di te. Non si può ricucire un rapporto con una persona che non sa più nulla di quello che è accaduto nella tua vita. Del dolore che hai provato, delle ferite aperte e poi ricucite. Ma le ferite, spesso, si possono ricucire, i rapporti fanno più fatica. Anche se questo rapporto è quello con una madre, forse il rapporto più vero e duraturo che una persona possa avere. Ma non è sempre così. Mia madre è sparita, non si sa bene per quale motivo e averla rivista ieri all'inaugurazione dello showroom, mi ha messo tanti dubbi, mi ha fatto porre tante domande. È stato giusto un attimo che è bastato a mettermi in confusione, a provare a cercarla ovunque chiedendo aiuto a Victoria, senza risultato. Come se fosse apparsa e poi scomparsa, in un nano secondo. Questa mattina ne ho parlato anche con Damiano e, anche lui, mi ha chiesto infinite volte se fossi sicura di averla vista. Non che non mi creda, ma è strano il fatto che l'abbia vista solo io e nessun altro e che l'abbia vista solo per un secondo, poi non più per il resto della serata. Non credo di aver iniziato ad avere le allucinazioni. "Lasciala qui l'auto, probabile che non troviamo posto più avanti" dico a Damiano. Siamo tornati allo showroom questa mattina. Devo sistemare alcune cose prima dell'apertura al pubblico di domani e vedere se tutto è tornato al proprio posto. Ieri sera siamo andati via e ho lasciato tutto nelle mani dello staff che ha organizzato la serata. Per questo sono qui a controllare che tutto sia perfetto per domani. Damiano parcheggia l'auto poco distante dallo showroom, entrambi scendiamo e lui mi prende la mano. Ci incamminiamo verso l'ingresso del locale e mi fermo quando all'esterno vedo una figura a me familiare. Damiano si volta verso di me e mi guarda. Dal suo sguardo capisco che l'ha vista anche lui e che ha perfettamente capito di chi si tratta. "Andiamo, ci sono io con te" mi sussurra all'orecchio. Mia madre è qui e, stavolta, non sono l'unica a vederla. Stavolta non va via e quando sente dei passi, si volta e incrocia il mo sguardo. Nessuna delle due proferisce parola quando ci ritroviamo faccia a faccia, lei mi sorride, ma io sono priva di emozioni. Sento solo il cuore che batte forte, mentre stringo più forte la mano di Damiano. "Ciao, come stai?" mi chiede lei, come se nulla fosse accaduto. "Vieni dentro, ne parliamo lì!" esclamo e lascio la mano di Damiano per prendere le chiavi dello showroom dalla borsa. Quando le trovo, le infilo nella serratura e faccio spazio a mia madre per farla entrare. Mi volto per cercare lo sguardo di Damiano, lui annuisce e mima con la bocca un 'resto qui, dovete risolverla voi due', con un filo di voce, quello che basta per far si che io lo possa sentire. Entro dentro e chiudo la porta dello showroom alle mie spalle. Oltrepasso mia madre e le faccio segno di seguirmi nel mio ufficio. Quel posto che ieri mi ha vista promettere a Damiano tutto ciò che posso dargli e che adesso mi vedrà provare a ricucire un rapporto, forse inesistente, con mia madre. "Hai costruito un impero. Te lo meriti" mi dice quando le faccio segno di accomodarsi, ma i complimenti non mi fanno effetto. "Cosa ci fai qui? Cosa vuoi?" vado dritta al punto perché non mi sono mai piaciuti i giri di parole e non voglio passare il resto della giornata a tirarle le cose da bocca. "Volevo vederti, avevo bisogno di parlarti..." si ferma e si tortura le mani. "Avevi bisogno di parlarmi? E cosa volevi dirmi? Perché proprio ora?" - comincio a farle una domanda dietro l'altra e comincia ad andare in difficoltà - "Ieri sei apparsa e poi sei subito scomparsa. Ho pensato di avere le allucinazioni e, invece, eri lì. E vederti lì mi ha fatto cominciare a porre così tante domande, ma...""Becky io devo chiederti scusa, ma non puoi capire..." prova a giustificarsi. "Cosa dovrei capire?" - domando, ma lei non risponde e la fisso insistentemente in attesa che possa parlare, ma dalla sua bocca non fuoriescono parole - "Sei sparita, piano piano, da quando sono andata via di casa per studiare. Poi mi sono fatta una vita e non ci sei stata più, se non per qualche rara chiamata e qualche messaggio, eppure viviamo anche molto vicine" - la sprono, ma lei continua a fissarmi e a non parlare - "Ora sei venuta fin qui e non parli, ma mi chiedi di capire..."."Non so da dove iniziare. Sono passati anni e non so davvero cosa dirti. Forse ho sbagliato a venire" - si alza dalla sedia e mi guarda un'ultima volta, prima di raggiungere la porta e uscire, senza darmi nemmeno il tempo di fermarla. Pensavo che incontrarla avesse placato i miei dubbi e le mie domande, ma dopo questo incontro sono ancora più confusa di prima. Non ho capito il motivo del suo allontanamento, non ho capito il motivo del suo ritorno. Tutto così confuso, tutto così senza senso. Una persona non può sparire per anni e poi ritornare senza avere la capacità di provare a dare una spiegazione. Forse, sono stata troppo diretta, ma la rabbia che ho dentro non ha eguali. Forse non si è sentita a suo agio, ma credo che non avrebbe potuto pretendere la mia tranquillità dopo averla vista sparire dalla mia vita. Come sarei potuta essere tranquilla quando mia madre, probabilmente, ha saputo tutto ciò che mi è accaduto senza degnarsi di una sola chiamata o, anche di uno stupido messaggio. Come avrei potuto provare a ricucire se non è stata nemmeno capace di formulare delle scuse sensate. Come avrei potuto provare a ricucire se lo strappo è ormai troppo grande?

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora