Resistere

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Resistere. Ci vuole coraggio per resistere. E resistere è molto diverso da esistere. Perché una persona esiste a prescindere dall'esistenza di un'altra, ma una persona, a volte, non può resistere senza un'altra al suo fianco. Ci vuole coraggio e ci vuole forza per provare a resistere quando il mondo ti sta crollando addosso e la luce infondo al tunnel tarda a farsi vedere. Ci vuole coraggio per provare a cambiare vita e a resistere anche quando alle tue spalle hai lasciato una vita che ti faceva più felice. Ci vuole coraggio a resistere lontano dalla persona che ami. E bisogna resistere anche quando questa persona può non provare più nulla per te. Ed io ho resistito. Ho resistito quando ho trovato Lucrezia alla Måneskin House. Ho resistito quando sono stata mandata via dalla Måneskin House. Ho resistito quando ho dato vita ad un nuovo inizio a Parigi. E questo resistere mi ha portata ad ottenere quello che volevo, a riavere Damiano al mio fianco. E mi sono sempre chiesta, così come l'ho chiesto a lui, come sarebbe andata se invece di mollare avessimo resistito. Ci siamo dati delle risposte, ma credo che non abbiamo mai smesso di resistere e non abbiamo mai smesso di credere in noi. "Ti ricordi quando ti ho chiesto come sarebbe stato se invece di mollare avessimo resistito?" domando mentre mi siedo sul letto. Lui annuisce e si siede accanto a me. Siamo da poco saliti in camera dopo aver festeggiato il suo compleanno con gli altri. Vedere il sorriso disegnato sulle sue labbra non appena mi ha vista, mi ha ripagata di tutto il tempo trascorso senza di lui e so che avremo tanto da recuperare, ma non ci siamo mai posti questo problema. Abbiamo una vita da passare insieme e questo nessuno può più cambiarlo."Credo che non abbiamo mai smesso di resistere, altrimenti adesso non saremmo qui. Abbiamo resistito a tutto questo, nonostante ci siano state delle difficoltà che ci hanno fatto mollare per un attimo. Quindi, adesso so dirti come sarebbe stato o, forse, come è" parto con i miei soliti pipponi mentali e faccio giri su giri che non arriveranno mai ad una conclusione. "Smettila di parlare!" esclama e poi avvicina le sue labbra alle mie. Sento il suo sapore mescolarsi con il mio e, nonostante, mi abbia già baciata diverse volte da quando sono entrata dal cancello della Måneskin House, non mi sono ancora abituata a tutto questo. Avevo perso l'abitudine e l'esserci visti qualche volta mentre ero a Parigi, non mi aveva fatto abituare a lui, alle sue labbra, alle sue braccia che mi cingono i fianchi. Non mi aveva fatto abituare, di nuovo, alla sua bocca che preme sulla mia e alle sue mani che si posano sulle mie spalle, proprio come sta facendo adesso, per farmi stendere sul letto ad ammirare quello spettacolo che mi è mancato più di tutto. Porto le mani dietro la testa quando allontana le sue labbra dalle mie e si mette davanti a me. Si sfila la maglia e la lascia cadere a terra, poi afferra l'orlo dei suoi pantaloni e li tira giù insieme ai suoi boxer. Sorrido e mi mordo le labbra. Averlo lì, nudo, davanti ai miei occhi, e pronto a fare l'amore con me, di nuovo, mi fa respirare aria di casa, mi fa capire che ne è valsa la pena e che resistere è l'unica cosa che siamo stati capaci di fare. Si avvicina a me, afferra le mie caviglie e allarga le gambe per posizionarsi al centro. Si china verso di me e mi lascia un bacio sulle labbra, poi scende lungo il mio collo e le sue labbra umide lasciano i segni del loro passaggio sulla mia pelle. Afferra l'orlo della mia maglia ed inarco la schiena per aiutarlo a sfilarla. Infila le dita tra le spalline del reggiseno per lasciarle scorrere lungo le mie spalle ed io lo sgancio per farlo scivolare via. Poggia entrambe le mani sui miei seni e comincia a giocare con i miei capezzoli, poi mi invita a stendermi di nuovo e le sue labbra finiscono prima su un capezzolo e poi sull'altro. Trattengo il respiro quando comincia a scendere lungo il ventre e le sue mani afferrano i miei pantaloni e anche il mio tanga. Le sue dita accarezzano la mia pelle nuda e risalgono lungo il mio corpo quando ormai tutti gli indumenti sono sul pavimento. Si porta le mie gambe intorno ai fianchi ed io scivolo sul piumone del letto per avvicinarmi ancora di più a lui, prima di sentirlo affondare dentro di me. Stringo le mie gambe intorno ai suoi fianchi e lo sento ancora di più affondare nel mio corpo e ritorno, finalmente, a respirare, come non facevo da un po'. Ed è vero che abbiamo già fatto l'amore in questi mesi, ma questa volta non è come le due precedenti. Questa volta è quella buona, quella in cui abbiamo sancito definitivamente il nostro ritorno insieme. Quella in cui siamo di nuovo noi, legati da qualcosa che ha saputo resistere a tutto. Legati da un legame indissolubile. Legati come catene tenute insieme da un catenaccio di cui si è persa la chiave. Lo sento muoversi dentro di me ed incrocio il suo sguardo. Rivedo i suoi occhi nei miei e, se fino a poco fa non vedevo più noi, adesso ci vedo eccome. Ci vedo fare l'amore, ci vedo stare insieme senza mai più lasciarci. Ci vedo stretti l'uno tra le braccia dell'altro pronti a superare tutte le difficoltà che si immetteranno sulla nostra strada. Perché ci sarà tanto altro da affrontare, importante è saper resistere, ancora una volta. Inarco la schiena e cingo il suo collo con le mie braccia. Lo trascino verso di me e non appena sento di avere campo libero, capovolgo la situazione. "Non ti piace proprio stare sotto" scuote la testa e sorride, poi mi prende il mento con le mani e mi bacia. Mi allontano da lui e comincio a baciargli il collo, scendo lungo il petto e stuzzico il piercing sul capezzolo destro con le labbra. Disegno una linea immaginaria sul suo petto e accarezzo i tatuaggi che disegnano il suo corpo. Poi mi muovo lentamente e lo sento dentro di me, mentre comincia a mordersi il labbro e a passarsi la lingua tra le labbra. Aumento il ritmo e le sue mani stringono i miei fianchi, nello stesso modo in cui le mie gambe stringevano i suoi poco fa. Poi un insieme di emozioni mi travolge e lui travolge il mio corpo. Mi accascio sul suo petto e cerco di regolarizzare il respiro. Poggio una mano sul suo cuore cercando di regolarizzare anche il suo respiro. Lui mi lascia un bacio sulla fronte e mi stringe forte tra le sue braccia. "Ora sì che sei tornata" - afferma ed io mi sento finalmente a casa - "Allora, dimmi, come sarebbe stato, se invece di mollare avessimo resistito. O meglio, com'è?" riprende il mio discorso, facendomi capire che, come sempre, mi stava ascoltando, ma c'era qualcos'altro di più prioritario. "Non c'è nulla da dire. Sarebbe stato esattamente così, come ora. O meglio, è così e non chiedo niente di meglio. Effettivamente non abbiamo mai smesso di resistere" - ci guardiamo negli occhi e, poi, insieme, sorridiamo, nello stesso istante - "Lo sa che ci stiamo ricascando, vero?" domando per essere sicura che sappia quali saranno le conseguenze di questa riappacificazione, quali saranno le cose che ci aspettano e che dovremmo affrontare tutto insieme, mano nella mano. "Meglio ricascarci che vivere di rimpianti mia cara Rebecca Valentini!". "Ti amo così tanto Damiano David!" ammetto ad alta voce, dopo così tanto tempo. "Ed io amo te" e sentirglielo dire, di nuovo, mi da la conferma che nemmeno lui ha smesso di resistere.

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora