Chiudere

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Chiudere. Nella vita ho sempre cercato di chiudere le porte che mi causavano del male e sono riuscita a chiudere quelle porte che hanno sempre cercato di restare aperte anche quando io non lo volevo più. Aprire e poi chiudere le porte del mio showroom stasera mi ha dato un senso di appagamento, un senso di pace, come se i pianeti si fossero allineati e tutto stesse andando per il meglio. Chiudere, stavolta, non è stato traumatico, anzi, è stato soddisfacente perché so che quella porta verrà sempre riaperta, a prescindere da tutto, e verrà riaperta perché è il mio gioiello più grande e farò il possibile per tenerla sempre aperta.

Dopo l'inaugurazione, ci siamo spostati all'hotel Parco dei Principi in quel di Roma per festeggiare il mio compleanno con le persone a me più care: Damiano, la sua famiglia, i Måneskin al completo con Leo e Marta, Emily e Giulia, le mie assistenti, e Annalisa e Noemi. Un modo per ringraziare tutti di esserci stati sempre e di renderli partecipi del secondo evento più importante della mia giornata.

Ci ho sempre tenuto tanto al mio compleanno, a volte, gli ho dato priorità che, forse, non meritava, ma oggi è associato ad un qualcosa di più grande e, di conseguenza, diventa il secondo evento più importante della giornata.

"Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Rebecca, tanti auguri a te" mi sento sempre in imbarazzo quando gli invitati cominciano a cantare la consueta canzoncina.

"Ci fai un bel discorso, ora?" urla Leo per paura che non potessi sentirlo e tutti lo seguono sulla richiesta del discorso.

"Allora..." - mi schiarisco la voce - "Innanzitutto, grazie per essere qui. Ad ognuno di voi. Ormai, siete la mia famiglia ed io non potrei fare altro senza la vostra presenza. Grazie perché in questo giorno così speciale per me, mi avete resa felice, più di quanto non lo fossi già" - mi fermo un attimo e prendo fiato - "E grazie alla famiglia di Damiano. Mi sento accolta in casa ormai e sento quel senso di famiglia che, forse, non ho mai avuto. Grazie davvero a tutti voi, senza distinzione" Damiano poggia la sua mano sulla mia e Victoria fa spallucce quando incrocia il mio sguardo. È l'unica a sapere di mia madre e di quello che ho visto, e capisce che queste parole, forse, sono le più vere che abbia mai pronunciato, perché questa, senza alcun dubbio, è la mia famiglia.

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"Che stai facendo così concentrata con questo telefono tra le mani?" chiede Damiano mentre guida l'auto, attirando la mia attenzione.

"Francesca mi ha inviato qualche foto della serata, stavo scegliendo cosa pubblicare" gli sorrido e poi ritorno a guardare il cellulare, mentre lui non sposta lo sguardo dalla strada.

Fisso la foto davanti ai miei occhi e non mi capacito di quello che è accaduto questa sera. Mi sembra tutto così surreale: dall'inaugurazione a Damiano che mi regala quell'anello che, forse, ci ha unito più di prima, le sue parole, le sue promesse, come se davvero avessimo deciso di sposarci. Sposto lo sguardo dalla foto che ci ritrae insieme all'anello sul mio anulare e sorrido, poi ritorno a guardare il cellulare e seleziono qualche altra foto della serata prima di pubblicare il post su Instagram. Blocco il cellulare e poggio la testa sul sediolino, mentre la mano di Damiano accarezza la mia gamba.

Stiamo tornando a casa dopo la lunga giornata che abbiamo affrontato: prima l'inaugurazione, poi la cena e, finalmente, ci stiamo dirigendo verso casa.

"Becky, siamo arrivati!" mi sussurra Damiano all'orecchio. Apro lentamente gli occhi, probabilmente mi sono appisolata per qualche minuto, anche se mi sembra di aver dormito come un ghiro.

"Scusami, dovevo farti compagnia..."

"Tranquilla, ci so ancora arrivare a casa" si avvicina e mi lascia un bacio sulle labbra. Mi sistemo sul sediolino e approfondisco quel bacio.

"Ma non avevi detto che mi avresti tolto questo vestito di dosso?" lo stuzzico quando mi allontano dalle sue labbra.

"Vuoi che te lo tolga qui?" chiede facendosi più vicino. Sorrido e faccio spallucce. Lui si guarda intorno e, in effetti, siamo nel garage di casa, riservato alle nostre auto, chiusi tra quattro mura, e all'interno della sua Audi Q3 con vetri oscurati. Chi mai potrebbe vederci.

"Toglimelo dove vuoi, basta che me lo togli" non se lo fa ripetere due volte e mi fa segno di voltarmi. Afferra il cursore della cerniera che inizia sul lato basso della mia schiena e finisce proprio sotto i glutei e lo fa scivolare. Mi alzo leggermente per permettergli di portarlo fin giù e poi afferra la stoffa che copre le spalle e la fa scendere lentamente lungo le braccia, sfiorando ogni singolo lembo di pelle che man mano si scopre. Il vestito tocca il tappetino dell'auto e mi libero sfilando le gambe dal suo interno. Ritorno a guardare Damiano e mi avvicino per baciargli le labbra. Poi, con le dita, comincio a slacciare i bottoni della sua camicia e quando è completamente aperta, poggio le mani sulle sue scapole e la accompagno verso l'esterno per lasciare il suo petto nudo. Riprendo a baciarlo, mentre sento le sue mani, muoversi vicino la cinta dei pantaloni. Lo vedo dimenarsi per toglierseli, senza staccare le sue labbra dalla mie. Quando diventa un po' difficile, si allontana un attimo e accompagna i suoi pantaloni sul tappetino del lato guidatore. Insieme, ci sfiliamo l'intimo guardandoci negli occhi e quando siamo, ormai, completamente nudi, mi fa segno di saltare su. Mi metto a cavalcioni su di lui e prima che possa entrare dentro di me ammiro i suoi occhi che mi guardano sempre con lo stesso amore del primo giorno, che mi bramano come la prima volta. Comincio a muovermi su di lui e essere rimasti a fare l'amore in macchina mi dà la possibilità di comandare la situazione. Damiano porta le sue mani sui miei seni e li stringe tra esse. Poi la sua mano si poggia dietro il collo e mi avvicina ancora di più a sé per baciarmi ancora una volta. Stringo forte le mie gambe intorno ai suoi fianchi e mi muovo sempre più velocemente.

"Ti amo così tanto!" mi sussurra sulle labbra.

"Ti amo anche io, soprattutto quando mantieni le promesse che fai" sorrido alludendo alle tante volte in cui ha ripetuto che mi avrebbe tolto il vestito di dosso nel corso della serata. E credo non ci fosse modo migliore per chiuderla. 

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora