Sanremo

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Sanremo. Sanremo è la città da cui è partito tutto. Da Sanremo ha spiccato il volo la mia carriera. Da Sanremo è iniziato a trapelare qualcosa sulla mia storia con Damiano. Da Sanremo è cominciato il mio incubo con Antonio. Da Sanremo comincia e finisce tutto e per chiudere il cerchio che si è aperto un anno fa, tornare a Sanremo è sicuramente quello di cui avevo bisogno. Ne avevo bisogno io e ne avevano bisogno anche i Måneskin che ci ritornano da super ospiti, dopo aver scalato il mondo. Tornare a Sanremo vuol dire completare quello che è stato iniziato lo scorso anno. E come se fosse un caso, quest'anno capita, più o meno, nella stessa settimana di un anno fa, come a farci capire che è veramente arrivata la chiusura del cerchio, per me e per loro. Ormai, la mia presenza e quella del mio staff è fondamentale per questo evento e, quest'anno, è stato anche più difficile portare tutto a termine visti gli altri infiniti impegni che ci siamo trovati davanti, ma ce l'abbiamo fatta e me ne rendo conto adesso, dietro le quinte, prima che tutto possa cominciare. Siamo volati tutti insieme a Sanremo, compresi i Måneskin, il giorno dopo l'inaugurazione, poco dopo l'incontro con mia madre, a solo una settimana dall'inizio della 72esima edizione del Festival che, anche quest'anno, si terrà a marzo, precisamente dall'8 al 12 marzo. E, a proposito di mia madre, non si è più fatta viva: né un messaggio, né una chiamata. È apparsa, ha provato a chiedere scusa senza spiegare il motivo del suo allontanamento, poi è scappata di nuovo e chissà se riuscirà a tornare e a spiegare i motivi per cui è sparita per anni. Ma adesso non mi importa. Adesso, ciò che conta è questo palco, questo spettacolo, tutto quello che c'è dietro le quinte, tutto quello che riguarda il mio lavoro. Adesso contano i Måneskin che, come un anno fa, sono saliti su questo palco, dopo che Amadeus è andato a prenderli in albergo con una macchina da golf. Sono sul palco dell'Aristono a cantare 'Coraline', dopo che avevano già cantato 'Zitti e buoni'. E non credo sia un caso che 'Coraline' sia stata messa in scaletta proprio ora, proprio prima del mio intervento. Un intervento che nemmeno io mi aspettavo di dover fare, ma Amadeus ha insistito tanto. Quando mi ha chiamata qualche settimana fa, mi ha detto che era doveroso farmi chiudere il cerchio, era doveroso raccontare la mia esperienza ed era doveroso farlo sul palco dell'Ariston per aiutare, come ho sempre fatto dall'inizio di tutta questa storia, le donne che sono nella mia stessa situazione e non riescono a denunciare, a provare a mettere un punto. "Prima di continuare con la gara, voglio chiamare sul palco una persona che per questo Festival, ma anche per gli altri precedenti, ha sempre dato tutta sé stessa" - Amadeus comincia a parlare, mentre i Måneskin mi raggiungono nel retro palco dopo aver portato a termine l'esibizione. Damiano mi lascia un bacio sulle labbra ed io mi dirigo verso le scale che portano al palco - "Ho il piacere e l'onore di invitare, accanto a me, su questo palco, la nostra stylist, Rebecca Valentini" parte la musica di ingresso e afferro i lembi del mio vestito lungo, l'abito di punta della Fashion Week, indossato per questa serata speciale, per scendere le scale. "Buonasera a tutti. E grazie Amadeus per avermi voluta qui, su questo palco" sorrido ad Amadeus che mi tende la mano per portarmi al centro del palco. La afferro e lo seguo. "Rebecca oggi è qui, non solo in veste di stylist dell'intero Festival, ma anche per raccontare una storia che l'ha vista protagonista, purtroppo. Per me è doveroso che tu metta fine a tutto questo e credo che tu possa farlo qui, dove mi hai detto che tutto è iniziato. Il palco è tuo" Amadeus mi lascia la mano e si allontana dietro le quinte. Lo seguo con lo sguardo e poi ritorno a fissare il pubblico. Prendo un grosso respiro e fisso quella gente davanti a me che attende solo che io cominci a parlare. "La vita ci riserva tante cose, sia belle che brutte" - comincio il mio discorso, preparato nei minimi dettagli per evitare di dimenticare qualche passaggio - "A me, ne ha riservate tante belle, forse più di quante ne meritassi, ma ne ha riservate anche tante che davvero non meritavo. La mia storia, quella che oggi sono qui a raccontare, comincia un anno fa, proprio dietro le quinte di questo teatro. Un teatro alla quale sono tanto legata per le opportunità che mi ha dato. E comincia qui, quando l'ultima sera di questo Festival, comincia a spopolare sul web una foto che ritrae Damiano dei Måneskin mentre baciava una ragazza" - respiro e poi riprendo a parlare, mentre comincio a sciogliermi e a camminare sul palco - "Quella era ragazza ero io, ma questo è, ormai, noto a tutti. Ma da quella foto, tutto è cambiato nella mia vita. Si è abbattuta una nuvola nera che mi ha portata a dover subire minacce, stalking, una tentata violenza sessuale. Una nuvola nera che mi ha portata lontana dall'Italia, lontana dalle persone che amavo. Una nuvola nera che aveva un nome ed un cognome, ma non sono qui per parlare di questa persona" - mi fermo un attimo e alzo gli occhi al cielo per evitare che le lacrime possano scorrere sulle mie guance e dal pubblico parte un applauso che mi rassicura - "Ho dovuto affrontare un processo, sentirmi dire che poteva essere stata colpa mia, che qualche mio gesto fosse stato esplicito tanto da far fare un passo avanti a questa persona. Ma non mi sono mai abbattuta perché sapevo che avrei avuto la mia rivincita e l'ho avuta. E stasera sono qui perché avevo bisogno di chiudere un cerchio iniziato un anno fa e perché volevo che tutte le persone che si trovano in situazioni simili a quella che ho vissuto potessero capire che il miglior modo per andare avanti è denunciare. Denunciate sempre, anche dopo mesi, perché chi vi sta facendo del male non ha nessun diritto su di voi e non ce l'avrà mai. Per questo, denunciate e rinascerete, proprio come sono rinata io" termino il mio discorso e parte una standing ovation che non mi sarei mai aspettata. Mi stringo nelle spalle e non riesco a tenere a bada le lacrime, ma stavolta sono lacrime di liberazione, perché essere ritornata a Sanremo mi ha fatto sentire davvero libera. *********************I suoi baci sul mio collo. Il suo corpo sul mio. La nostra pelle a contatto, proprio come quella sera dopo la vittoria dei Måneskin a Sanremo. Damiano che affonda dentro di me, si muove prima piano, poi più veloce. Io che inarco la schiena per andargli incontro e sentirlo più a fondo. Le sue mani che esplorano il mio corpo, le mie che affondano nella sua schiena. Il suo respiro è così intenso e le sue labbra si poggiano sulle mie. È proprio come quella notte, quella notte in cui è cominciato tutto. Quella notte, poi rovinata dall'intervista del giorno dopo, quella notte in cui siamo andati oltre. Proprio come quella notte, Damiano resta fino all'ultimo secondo dentro di me e, proprio come quella notte, la mia reazione è la stessa. "Lo sai, vero, che ho dovuto stoppare la pillola?" chiedo quando si stende accanto a me. Ho dovuto farlo perché mi stava portando problemi e l'ho fatto sapendo di correre qualsiasi rischio. Ormai stiamo insieme da tempo e abbiamo trovato la nostra stabilità. Non abbiamo mai parlato di un bambino, salvo quella volta in cui abbiamo rischiato, ma allora le cose erano diverse e, nonostante nessuno sapesse di noi, lui era pronto a prendersi le sue responsabilità, così come io ero pronta a prendermi le mie. E dopo un anno, sono certa che nulla è cambiato. Ho stoppato la pillola poco prima che tornassi in Italia e quando sono tornata ne abbiamo parlato. Spesso abbiamo usato le protezioni, ma stasera ne abbiamo fatto a meno, come è capitato anche altre volte. Ma va bene così. Va bene ad entrambi. "Certo che lo so!" esclama e sorride mentre cerca di regolarizzare il respiro. "E sai anche che non stavamo utilizzando nessuna protezione, vero?" domando per fargli capire dove voglio arrivare. "So anche quello, me ne accorgo" - scoppia a ridere e poi si avvicina per lasciarmi un bacio sulla guancia - "Tu, invece, ti ricordi cosa ti ho detto quella notte?" - mi spiazza, ma non mi meraviglio, so che ricorda ogni singolo momento della nostra storia. Annuisco e lui poggia la sua testa sul mio seno e mi guarda negli occhi - "Ti volevo quella notte, ti ho voluta quando eri andata via, ti voglio ora e ti vorrò sempre, qualunque cosa accada" e con queste parole so che il cerchio Sanremo è ufficialmente chiuso. Qualunque cosa accada.

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora