Tradire

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Tradire. Tradire significa venir meno ad un patto di fedeltà e lealtà, significa venir meno ad un sentimento provato per una persona e distrutto con un’altra. Tradire vuol dire cominciare a mentire. Tradire significa dire addio alla propria dignità ricoperta da menzogne, da bugie che si accavallano l’una con l’altra. Tradire significa sentirsi una persona assolutamente meschina. Tradire non ha mai fatto parte di me, ma da quando ho rivisto Damiano, ho capito che il tradimento è qualcosa a cui, a volte, non puoi rinunciare. E so che è davvero brutto da dire, ma quando ti ritrovi davanti la persona che hai amato per più di un anno e per il quale provi ancora un sentimento, non hai nient’altro da fare o da pensare. Cominci a pensare che, infondo, non è un tradimento. Cominci a pensare che tradimento è stato iniziare a provare dei sentimenti quando quelli per il tuo passato non erano ancora svaniti. E ti convinci che non stai tradendo, ti convinci che stai solo ritornando a provare un amore mai svanito. Ma è quando smetti di provare quelle emozioni che solo una persona sa farti provare, che i sensi di colpa cominciano a spuntare come funghi, che iniziano ad impossessarsi di te e tu non sai come scacciarli via. È quando smetti di sentirti appagata e soddisfatta per aver condiviso qualcosa con colui che ami, ma che non è al tuo fianco, che la tua coscienza comincia a parlarti e a dirti quanto tu stia sbagliando e quanto tu sia una persona senza una dignità. Ed è con questa convinzione che vivo da un paio di giorni. La convinzione di essere sbagliata, la convinzione di aver tradito, la convinzione di voler continuare a tradire, anche se non sento Damiano da quella sera. Dalla sera in cui abbiamo parlato dopo il concerto. E, per fortuna, non ho visto Charles negli ultimi giorni. Ero in pausa dal lavoro, mentre lui ci è dovuto andare e non abbiamo avuto modo di sentirci, ma quando leggo il suo nome che appare sullo schermo del mio cellulare, vorrei sparire e non rispondere né alle sue chiamate, né ai suoi messaggi, ma questo lo farebbe insospettire e quindi indosso la mia maschera e provo ad andare avanti perché nonostante tutto il mio presente è qui e Damiano, per quanto vivo il mio amore per lui possa essere, è il mio passato e devo provare a togliermelo dalla testa, per quanto possa essere difficile so di poterci riuscire. È uno dei buoni propositi che vorrei si realizzasse per la fine di questo mese. Ormai novembre è entrato nel vivo e manca davvero poco alla prima di Notre Dame de Paris. Il freddo comincia a farsi sentire e, ormai, a Parigi non si può più girare come la più classica delle Emily in Paris. Sono avvolta nel mio cappotto beige e la sciarpa mi scalda il collo mentre il vento continua a scompigliare i miei capelli quando sono ormai fuori il teatro in cui si continua a provare senza sosta. A breve, l’intero staff comincerà a provare con i costumi e la mia presenza è necessaria per capire se ci saranno le ultime modifiche da fare o meno. Prendo un respiro prima di aprire la porta del teatro e sorseggio un goccio di caffè dalla tazza che ho tra le mani. Quando entro dentro, il calore mi riscalda il viso, ormai congelato e comincio a togliermi la sciarpa perché il cambio di temperatura è davvero impressionante grazie ai condizionatori accessi a chissà quale temperatura caraibica.
“Buongiorno a tutti!” esclamo dopo aver poggiato tutto il mio materiale sulla scrivania.
“Ma bentornata!” mi saluta Charles dopo avermi lasciato un bacio sulla guancia, mentre gli altri mi salutano dal palco per poi ritornare a provare.
“Ehi, come stai?” gli chiedo mentre continuo a sorseggiare il mio caffè e mi appoggio ad una delle sedie rosse della platea.
“Mi sei mancata” - afferma e si poggia alla sedia accanto alla mia - “Come è andato il concerto?” era strano non avesse ancora chiesto e soprattutto strano che non l’abbia fatto in chiamata o per messaggio quando ci siamo sentiti in questi giorni.
“I ragazzi sono sempre strepitosi. Si stanno prendendo il mondo. E avevano invitato anche te...”
“E sai bene perché non sono venuto. Non mi andava di vedere Damiano...”
“Ancora con sta storia Charles? Quando la smetterai? Ti ho già detto che di Damiano non devi preoccuparti” - mento e nascondo il mio tradimento perché non voglio rovinare quello che è nato tra noi, ma allo stesso tempo non so se sia così vero come quello che c’è o c’è stato con Damiano - “E’ una storia finita, te lo ripeto. Adesso sto con te ed ogni volta devi stare sempre a puntualizzare su Damiano. Quando finirà questa storia?” chiedo e lui mi prende la mano e se la porta vicino alle labbra per lasciarci un bacio.
“Hai ragione, scusami! Proverò a non parlarne più” spero che davvero possa non parlarne più perché non sono abituata a mentire e non so farlo e doverlo continuare a fare mi porterà all’esaurimento nervoso. Perché sapevo che se avessi cominciato a tradire, ne avrebbe risentito la mia salute mentale. Come se non fosse già abbastanza compromessa.
“Scusami un attimo” mi allontano da Charles quando vedo lo schermo del mio cellulare, poggiato sulla scrivania, illuminarsi con il numero della mia avvocatessa. E quel numero vuol dire solo novità per il processo contro Antonio che, presa dalle ultime vicissitudini, avevo completamente dimenticato.
“Vera ciao, come stai?” chiedo quando rispondo al telefono e dall’altro capo sento la voce di colei che mi ha aiutata fin dal primo giorno e che continua ad aiutare tante donne che si sono ritrovate nella mia situazione.
“Becky, io sto bene. Come procede a Parigi?” domanda e so che il suo interesse è vero e non di facciata.
“Sono piena di lavoro quindi evito di pensare ad altro”
“Sei pronta per un ritorno a Roma?” cerca di indorare la pillola prima di comunicarmi qualcosa e chiedermi se sono pronta per un ritorno a Roma significa solo una cosa: è arrivato il momento di affrontare Antonio e di rivederlo dopo circa cinque mesi, sempre se deciderà di presentarsi e non manderà qualcuno al posto suo.
“Hanno fissato la data della prima udienza, vero?” - la sento pronunciare un sì quasi impercettibile perché non sa come io possa prenderla - “Quando?” chiedo per cominciare ad elaborare il mio viaggio a Roma e per cercare di interiorizzare il fatto che voglia o meno, devo affrontare questa situazione.
“Tra tre giorni ho bisogno che tu sia qui, così ci ripassiamo un attimo il tutto. La prima udienza è fra quattro giorni. Te la senti? Posso anche andare da sola, se vuoi”.
“Io devo guardarlo in faccia e devo dirgli tutto ciò che penso di lui. Ci sarò. Ti avviso appena sono a Roma. Grazie Vera!” chiudo la chiamata e la mia mente si attiva e comincio a pensare a tutto quello che mi ha fatto prima che lo denunciassi, prima che scoprissi che si trattasse di lui. La foto a Sanremo, le chiamate e i messaggi anonimi, le richieste di mettere alla mercé la mia storia con Damiano, i messaggi a Damiano, l’avermi seguita e quasi violentata. Tutto il male che mi ha fatto Antonio si rifà vivo solo dopo aver saputo che ci sarà la prima udienza, figuriamoci cosa potrebbe accadere quando lo rivedrò tra qualche giorno. Quando l’avrò di nuovo davanti ai miei occhi, quando mi guarderà nuovamente ed io ripenserò solo al male che mi ha fatto senza tener conto del bene che ha provato a darmi prima che accadesse tutto questo. Ripenserò a quanto mi è stato vicino Damiano in quel periodo e a quanto mi ha aiutata la sua presenza fin quando c’è stato, fin quando non ha deciso che era troppo anche per lui e mi ha lasciata sola. Aver condiviso con lui tutto questo, ha creato tra noi un legame indissolubile e, per questo, credo che nessun altro legame con un’altra persona sarà uguale a quello che abbiamo avuto noi e che, forse, abbiamo ancora. Abbiamo condiviso così tante cose che mi chiedo per quale motivo siamo finiti e abbiamo finito per farci del male. Sono certa che, nonostante tutto, lui sarà presente in quel tribunale con me e assisterà a quell’udienza, così come faranno Ethan, Victoria e Thomas perché sono stati una costante in quei mesi e lo saranno anche quando metteremo fine a questa storia.
“Tutto okay?” mi chiede Charles quando ritorno accanto a lui.
Non gli ho mai parlato della questione Antonio perché affrontare l’argomento mi rende instabile e non credo lui possa essere reso partecipe di quello che mi è accaduto dopo così poco tempo. Quando sarà il momento, probabilmente, lo farò. Non è nemmeno questo il momento perché voglio affrontare questa udienza in modo tranquillo. Senza un’altra persona che cominci a farmi domande, anche se potrebbe conoscere una parte della mia storia dalla televisione, ma non ne sono sicura.
“Devo tornare a Roma, per qualche giorno. Devo risolvere una cosa e, ti prego, non chiedermi cosa. Quando vorrò farlo, te ne parlerò io” - lo supplico per evitare che cominci a fare domande e so che rispetterà questa mia scelta - “Vieni a cena da me stasera?” chiedo, poi, perché ho bisogno di sostegno e so che lui mi starà vicino anche senza sapere di cosa si tratta.
“Certo, e quando vuoi parlarne, sono qui” mi prende le mani e mi attira tra le sue braccia.
Resto lì, a farmi coccolare, per cercare di dimenticate il motivo per cui devo tornare a Roma. Ma nell’esatto momento in cui mi immergo nelle sue braccia, i sensi di colpa mi assalgono e la coscienza viene a bussare alla mia porta, ricordandomi cosa stavo facendo pochi giorni fa nel mio letto, con chi lo stavo facendo e come è continuata la cosa. La mia coscienza mi fa domande, così tante, che vorrei scappare e lasciarla qui, in questo teatro, per poter vivere tranquilla nonostante io abbia deciso di mentire e tradire. Nonostante io sia una persona meschina credo di avere, comunque, il diritto di andare avanti. Non credo di aver sbagliato con Damiano, ho sbagliato il momento, ma quando fai qualcosa che ti viene da dentro e per cui provi dei sentimenti, non fai mai nulla di sbagliato. Anche se questa cosa può ferire qualcun altro, può farti tradire qualcun altro. Ma questo non è il momento di farsi assalire dai sensi di colpa, ho già abbastanza cose a cui pensare, un ritorno a Roma da affrontare. Dovrò rivedere Antonio e questo non mi fa affatto bene. Dovrò rivedere Damiano e tenere a bada i miei sentimenti per lui per non ferire di nuovo Charles. Dovrò smettere di tradire e mentire. Dovrò smettere di farlo perché altrimenti sarò esattamente come Antonio che ha tradito la mia fiducia e mi ha mentito. Ed io non vorrò mai essere come lui. Perché io non sarò mai capace di essere come lui, anche se, in questi giorni, forse, lo sono stata.

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora