Partire

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Partire. Perché il miglior modo per lasciarsi tutto alle spalle è preparare una valigia e partire, andare lontano dal luogo che in quel momento ti crea disagio. Partire è il miglior modo che ho per evadere dalla realtà. Partire è il modo giusto per ricominciare e amare un nuovo finale, quel finale che ti crei ricominciando da capo.

'Coraggio lasciare tutto indietro e andare partire per ricominciare che non c'è niente di più vero di un miraggio. E per quanta strada ancora c'è da fare, amerai il finale' così canta Cesare Cremonini nelle mie orecchie non appena metto piede nell'aeroporto di Roma Fiumicino. E con ogni frase che scandisce, centra esattamente il punto, cogliendo tutte le mie emozioni, come se sapesse che in quel preciso istante avrei messo piede nel posto che mi cambierà la vita, che cambierà il mio finale. Un finale che avrei voluto fosse diverso, ma non sempre le cose vanno come si spera e bisogna adattarsi ai cambiamenti. E forse, ho sempre avuto un'ottima capacità ad adattarmi e lo devo, più di tutto, al mio lavoro. Ma nonostante la mia capacità di adattarmi ai cambiamenti, sia fondamentale, spesso mi è difficile lasciarmi il passato alla spalle, soprattutto se questo passato ha un nome e cognome ben preciso e non è poi così passato.

Non vedo Damiano da quando sono stata alla Måneskin House circa una settimana fa e, nonostante stesse per succedere qualcosa tra noi, è rimasto tutto in quella stanza. Perché come ho sempre detto, quello che succede nella Måneskin House, resta nella Måneskin House e lui sa che su di me e sulla mia discrezione può sempre contare. Non ci siamo nemmeno sentiti e ho parlato dell'accaduto solo con Victoria che ha provato in tutti i modi a convincermi a non partire, a pensarci perché magari potrei non tornare più indietro, ma già adesso non si può più tornare indietro e mi dispiace lei non lo capisca. Ma forse, lo capisce e a parlare è solo il bene che prova nei miei confronti e la sua volontà di tenermi ancora vicina. Victoria crede che tra me e Damiano le cose si sistemeranno, ma io credo il contrario e, nonostante ogni volta che siamo vicini, accade qualcosa, non credo più ad un nostro ritorno. Anzi, ci credo, ma so che non accadrà mai.

Mi sfilo le cuffie dalle orecchie e le ripongo nella custodia, mentre con lo sguardo tengo d'occhio la valigia. Sistemo la custodia nella borsa e afferro la valigia per trascinarla con me. Alzo lo sguardo verso il tabellone con le partenze e cerco di individuare il mio volo. Ho già effettuato il check-in, quindi, una volta passati i controlli, potrò raggiungere direttamente il gate e partire, lasciando tutto il passato alle spalle e cominciare una nuova vita.

"Becky, Becky!" sento qualcuno pronunciare il mio nome, mi volto alle mie spalle, ma non c'è nessuno, anche se riconoscerei la sua voce tra miliardi di persone. Mi giro, nuovamente, a fissare il tabellone e comincio a pensare di avere le allucinazioni. Non può essere Damiano, non può essere la sua voce. So che me la sto immaginando o che, magari, c'è qualcuno che si chiama come me e qualcuno che ha una voce simile alla sua.

"Becky, ti prego! Fermati!" sento ancora una volta la sua voce, ma stavolta è più vicina e quando mi volto, lui è lì. Davanti a me, in tutto il suo splendore e con l'affanno per essersi fatto spazio tra la gente per evitare io potessi andare via da lì.

"Che ci fai tu qui?" chiedo stupita mentre continuo a battere le palpebre per capire se è reale.

"Non posso farti andare via" mi prende le mani e mi avvicina a lui. Sento il suo respiro scompigliarmi i capelli e resto a fissare i suoi occhi.

"Devo andare, non si può tornare indietro. L'abbiamo già detto, ricordi?" domando per rinfrescargli la memoria.

"Becky si può sempre tornare indietro. A tutto c'è rimedio..."

"E Lucrezia?"

"Poi le parlerò, ma ti prego resta" mi implora e non mi lascia le mani, nemmeno per un secondo e questa scena da film ha attirato l'attenzione di qualcuno che, sicuramente, l'avrà riconosciuto.

"Io non posso stare dietro alla tua testa. Prima mi chiedi di andare via, poi mi implori di restare. Cosa vuoi da me?" con questa mia domanda è come se gli stessi implorando di prendere una decisione, ma che sia una e per sempre perché sono stanca di dover vivere in balia dei suoi cambiamenti.

"Voglio che resti qui. Manda qualcuno del tuo team a Parigi e torna da me. Da noi" i suoi occhi fissi nei miei mi chiedono di restare, ma stavolta sono io a non voler tornare. Sono io a non volermi voltare indietro. Ho bisogno di andare avanti, di staccare la spina per questi mesi, poi, se è destino che la nostra storia vada avanti, allora quando ritornerò da Parigi, vedremo cosa accadrà, ma adesso è tempo di partire.

"I passeggeri del volo FR1215 da Roma Fiumicino per Parigi Charles de Gaulle dovranno recarsi al Gate 16 per l'imbarco. Il Gate chiuderà alle 11.45" la voce dell'altoparlante mi riporta alla realtà e sposto lo sguardo da Damiano all'orologio sul polso che segna le 11.15.

"Devo andare! E non cambio idea" mi avvicino e gli lascio un bacio sulla guancia. Poi afferro la mia valigia e mi volto. Comincio a camminare e faccio il possibile per non voltarmi indietro, ma nonostante ci provi, è più forte di me. Mi giro alle mie spalle un'ultima volta e lui è ancora lì, impalato, a guardarmi andare via, senza battere le palpebre, senza provare a parlare, con il petto che si muove e mostra il suo respiro irregolare, ma non mi faccio scalfire dal suo sguardo che, come sempre, mi penetra dentro e riesce a leggere ogni mia emozione. Stavolta cerco di evitare che possa entrarmi dentro e mettermi in difficoltà e uso tutta la mia forza per far si che accada, perché ho preso la mia decisione e non ho intenzione di tornare indietro. Incontro il suo sguardo per l'ultima volta e prima di voltarmi asciugo una lacrima che corre veloce sulla mia guancia. L'ultima lacrima che voglio versare per lui, perché da oggi inizia una nuova vita. Mi incammino verso la mia nuova vita e, dopo aver affrontato i controlli di rito, arrivo al gate e attendo l'imbarco, seduta in un angolo della sala d'attesa.

Comincio a pensare a tutto ciò che è accaduto fino ad ora e penso anche a questo nostro ultimo incontro. Se fosse capitato in un altro momento, forse, sarei ritornata indietro, sui miei passi, per poter stare con lui, ma sento davvero il bisogno di allontanarmi da tutto e da tutti, compreso lui. Credo sia un bene, sia per me che per lui stare per un po' lontani, visto che da quando ha messo fine alla nostra storia, siamo sempre stati insieme per cause di forza maggiore. E allora credo che ci sia veramente bisogno di separarci, di stare divisi, per capire quale sarà il finale che Cesare Cremonini dice di amare. Perché per amare il finale, bisogna sempre partire e ricominciare, nonostante possa far male.  

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora