Provarci

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Provarci. Bisogna sempre provarci. Non bisogna mai arrendersi alla prima difficoltà. Non bisogna mai arrendersi quando il primo bastone arriva a mettersi tra le ruote. Ho sempre pensato che la solidità di una coppia dipenda da quante volte uno riesce a provare ad andare avanti, nonostante le difficoltà. Ho sempre saputo che Damiano ed io eravamo una coppia solida proprio per questo, perché nonostante gli infiniti bastoni che ci sono stati messi tra le ruote, abbiamo continuato a provarci, abbiamo provato ad andare avanti. Poi la solidità si è sgretolata e non ce l'abbiamo più fatta. La solidità della nostra coppia si è sgretolata come si sgretola un grissino quando lo muovi continuamente tra le mani. Ogni briciola della nostra storia è stata spazzata via dalla tempesta e abbiamo smesso di provarci o, almeno, ha smesso lui. E quindi io ho ricominciato a vivere, dopo mesi, qui a Parigi e ho deciso di provarci con Charles, ma poi la tempesta è ritornata e mi ha ricoperta di tutte quelle briciole che aveva portato via con sé. E insieme alle briciole mi ha riportato Damiano che mi ha praticamente scombussolato l'esistenza. E per quanto io sia invasa dai sensi di colpa, so che la cosa giusta da fare è di provarci con Charles. Di provare a dimenticare quello che è accaduto con Damiano, di provare a tenere il segreto ed evitare che lui possa saperlo così da poter continuare a provare ad andare avanti senza Damiano. E grazie a Charles, questa sera, vorrei provare a non pensare nemmeno a ciò che mi aspetta a Roma, al motivo per cui devo ritornare a Roma. So che rivedere Antonio mi riporterà alla mente tutto ciò che è accaduto, ma ci penserò quando sarò lì e quando sarà arrivato il momento di incontrare i suoi occhi scuri che mi hanno sempre rassicurata che sarebbe finito tutto, quando erano gli stessi occhi che mi provocavano dolore. Adesso ho bisogno di liberare la mente dai cattivi pensieri e, per questo, ho chiesto a Charles di venire a cenare qui con me, così da potermi distrarre.

"Charles cosa preferisci mang..." - mi fermo sotto l'arco della porta del bagno dopo essere uscita quando mi accorgo che chiude rapidamente il cassetto del comodino accanto al mio letto. Lui si volta di scatto e mi guarda fisso negli occhi - "Cosa stavi facendo?" gli chiedo prima di saltare a conclusioni affrettate.

"Io? Niente!" esclama allontanandosi dal cassetto per venirmi incontro.

"Charles, non sono stupida. Perché eri vicino al cassetto e l'hai chiuso non appena hai sentito la mia voce?" domando con la calma più assoluta.

"Becky, ti sei impressionata" - mi raggiunge e mi prende le mani - "Girovagavo per casa e ho visto che il cassetto era aperto e l'ho chiuso. Tutto qui".

"Tu non ti fidi di me" affermo.

"Cosa te lo fa pensare?"

"Mi chiedi sempre di Damiano, sei sempre sospettoso nei miei confronti, nonostante io ti abbia dato tutte le spiegazioni possibili" spiego la mia visione della cose, cercando di fare la parte dell'offesa per la sua mancanza di fiducia, ma so che ha pienamente ragione a non fidarsi di me. Ne ho tante di cose da nascondere e non voglio lui possa trovarle.

"Ehi!" - mi accarezza le guance - "Mi fido di te. Devi stare tranquilla" - mi lascia un bacio sulle labbra e poi mi prende tra le sue braccia - "Voglio tu possa passare questa serata in tranquillità. Non so cosa dovrai affrontare a Roma, ma questo non ti fa stare bene e voglio tu possa stare serena, almeno quando sei con me".

È così premuroso nei miei confronti che non posso fare altro che dargli ragione. A Roma mi aspetta il caos e devo godermi questa serata con lui se voglio provare ad andare avanti e a nascondere quello che è accaduto con Damiano. Voglio provare a credere a ciò che mi ha detto e voglio provare a credere di aver lasciato quel cassetto aperto e che lui l'abbia chiuso. Non voglio pensare al fatto che poteva star rovistando tra le mie cose. E non voglio farlo perché non avrebbe senso preoccuparsi. Sono stata super attenta quando Damiano è andato via che non ha lasciato nessuna traccia. Non so se sta iniziando a sospettare qualcosa, ma sono certa che qualora avesse cominciato a farlo, cadrei come una pera cotta nelle sue provocazioni. Solo per vedergli chiudere un cassetto sono scattata, ma sono stata brava anche a rimediare. Se dovesse continuare a fare domande o ad indagare su altro, non saprei come fare ad evitare di confessare tutto. Ed è in quel momento che capirò se sono diventata brava a mentire o se posso ancora provare a non essere una bugiarda patologica.  

L'errore tuo è stato amarmi || Måneskin || Damiano DavidDove le storie prendono vita. Scoprilo ora