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Usciamo da casa di Rosanna e di Sergio per andare a fare un giro per la città, sia per passare un po' di tempo sia per tirare un po' su Simone, che dopo aver visto e aver parlato con i genitori sembra più tranquillo e più ottimista, anche se un velo di tristezza c'è sempre nel suo sguardo, ma questo è già un passo avanti.
"Raga seguitemi, vi farò vedere i posti più belli della mia città", dice allegro, mettendosi davanti a noi, come una guida turistica.
Noi obbediamo e camminiamo per la città, osservando con attenzione tutto quello che abbiamo davanti e che vediamo, facciamo tante foto intanto che Simone ci dice il nome dei luoghi e ci racconta qualche curiosità a loro legate, arriviamo al ponte sul mare e rimaniamo tutti incantati, è bellissima questa parte di città, si vede l'orizzonte, è davvero stupendo.
Simone vede la nostra emozione e sorride fiero e soddisfatto.
"E siamo solo all'inizio", annuncia teatralmente.
"Venite con me, Pescara è tutta da scoprire!", esclama felice come un bambino.
Sono veramente contenta a vederlo così, finalmente sorride, finalmente è allegro, finalmente ha lo stesso di tono di qualche giorno fa, anzi, la cosa più importante: finalmente è tornato sé stesso. La tristezza, nonostante fosse inevitabile nella sua situazione, non fa proprio per lui, non fa per niente parte del suo carattere, lui è fatto per far ridere e per fare stare bene la gente.
Sto continuando a guardare l'orizzonte quando sento accarezzarmi il braccio.
"Ehi principessa, ti sei incantata?".
La voce inconfondibile e scherzosa di Mirko spezza i miei pensieri.
"No, cioè, stavo pensando a come è cambiato Simone da quando ha visto i suoi genitori. È rinato, è più tranquillo. Sono felice per lui".
Mentre parlo, le sue mani scivolano delicatamente sui miei fianchi.
"Hai ragione, adesso sta molto meglio. I suoi genitori sono sempre stati la miglior medicina per lui. Adesso finalmente vedo uno spiraglio sul Simone che conosco, il ragazzo sempre allegro e disponibile. Non riesco e non voglio descriverlo in un altro modo. Sono molto contento di vederlo così".
"Sì, anch'io, mi dispiaceva molto vederlo così abbattuto. Adesso invece è molto meglio".
Mi bacia sulla guancia.
"Ehi piccioncini, ancora lì state? Forza, il tour è appena iniziato!", esclama Simone rompendo l'atmosfera quasi romantica che si era creata.
"Arriviamo!", esclamiamo noi e scendiamo dal ponte con le mani intrecciate e scambiandoci sorrisi.
Simone e Martina ci guardano divertiti ma anche sognanti.
Quando li raggiungiamo, riprendiamo il nostro giro.
Usciamo dalla zona vicino al mare e ci addentriamo più nell'entroterra.
Simone si muove con sicurezza, fierezza e felicità, è un grandissimo piacere vederlo così.
Arriviamo davanti ad un edificio moderno ma molto bello ed interessante e Simone ci dice:"Questo è il Museo delle Genti d'Abruzzo, qui potete trovare oggetti e documenti dal paleolitico ad oggi. Che dite, entriamo?", chiede, guardandoci tutti e tre.
"Certo", gli rispondiamo.
Lui sorride e ci fa strada.
Entrando veniamo colpiti dall'originalità di questo posto, nonostante sia un museo di storia è molto moderno.
Guardiamo tutte le sale e facciamo un sacco di foto, Mirko in assoluto è quello che si trova più a suo agio, si fa fare un sacco di foto con quasi tutti i cimeli del museo ahahah, lo amo.
Dopo la visita al Museo delle Genti d'Abruzzo andiamo in un altro museo, il museo d'Arte Moderna Vittoria Colonna, che è completamente diverso dal precedente, con quadri moderni e contemporanei, che sono molto affascinanti.
Anche qui un sacco di foto, poi decidiamo di finire il giro turistico con una tappa molto bella e importante per la nostra letteratura: la casa natale di Gabriele D'Annunzio, che è, come sappiamo tutti, diventata un museo.
La sua casa è molto elegante e lussuosa, di sicuro sarà stato un uomo con molto senso estetico.
Perlustriamo tutta la casa, siamo curiosissimi, io mi sento quasi una ladra ahahah, Mirko e Simone invece si trovano a loro agio, quasi come se abitassero loro qui ahahah.
Ogni stanza è una bella scoperta, davvero, questa casa è davvero bella.
Mirko e Simone iniziano a reclamare i versi di una poesia, "La pioggia nel Pineto" e io e Martina li guardiamo incantate, quanta cultura possiedono questi due ahaha.
Loro si accorgono che li guardiamo con ammirazione e continuano a recitare a memoria e con fierezza la poesia, finché Mirko rompe il clima culturale che si era creato dicendo:"Simo basta, poi non mi ricordo più come andava avanti" e scoppiano a ridere entrambi.
Usciamo dalla casa - museo di D'Annunzio e, prima di tornare a casa, ci fermiamo in un bar a prendere un caffè, siamo davvero stanchi, è tutto il pomeriggio che camminiamo.
Seduti ad un tavolino di un bar finalmente stiamo fermi per un attimo e sospiriamo sorseggiando con calma i nostri caffè, o almeno questo facciamo io, Martina e Mirko, Simone è ancora pieno di energia e frizzante come un grillo.
Finiamo di gustare il nostro caffè, paghiamo e usciamo dal bar.
Al rientro a casa, Rosanna e Sergio ci chiedono cosa abbiamo visto e noi raccontiamo tutto, lodando Simone per la sua capacità di guida in un posto che solo lui conosce davvero bene.
I suoi genitori guardano con infinita dolcezza e orgoglio il loro figlio, poi lo abbracciano e ci chiedono se vogliamo un caffè o qualcosa, ma noi rispondiamo di averlo già preso al bar vicino al museo di D'Annunzio.
Loro annuiscono comprensivi e noi ci sediamo sul divano, siamo davvero stanchi.
Ci mettiamo a guardare tutti e quattro il telefono, con Mirko e Martina che fanno telefonate e anch'io mi allontano un attimo da loro per chiamare i miei genitori, visto che l'ultima volta che li ho sentiti è stata due giorni fa.
Chiamo mamma.
"Pronto piccola mia, come stai?", mi risponde subito.
"Ciao mamma! Tutto bene, e voi?", rispondo con un sorriso.
"Bene, bene. Ci manchi da morire, ma siamo felici per te. Goditi questa vacanza".
"Anche voi mi mancate molto, ma tra qualche giorno tornerò e ritorneremo a stare insieme, come sempre! Vi voglio tanto bene!".
"Anche noi piccolina, anche noi!", esclama contenta.
"Ti saluto mamma, mi mancava sentire la tua voce".
"Oh tesoro mio, anche a me mancava sentire la tua".
Ci salutiamo e io torno dai miei compagni di avventura.



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