12 💛

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Oggi è il compleanno di Martina, fa 18 anni, è la prima del nostro piccolo gruppo a raggiungere la maggiore età.
Ha deciso di festeggiare solo con me e Erika facendo una mini festa al ristorante vicino a casa sua, stasera, visto che è sabato.
Ora siamo tutte e tre a casa della festeggiata a prepararci, camera sua è un tripudio di vestiti, trucchi, spazzole e pettini, borsette e chi più ne ha più ne metta.
Più che per una festa sembra che ci stiamo preparando per andare al Carnevale di Rio de Janeiro ahahahah.
"Raga, come mi sta?", ci chiede Martina, mostrandoci un vestito rosa molto bello, senza maniche, con la gonna corta a ruota.
"Bello! Ma secondo me ti sta meglio quell'altro, quello blu che ci hai fatto vedere prima", le dice Erika.
Annuisco, sono d'accordo con lei.
Io e Martina brancoliamo completamente nel buio, io ho portato i miei vestiti preferiti ma non riesco a scegliere quello che andrebbe bene.
Erika, invece, è quella che ha le idee più chiare tra di noi, lei è sempre stata così in fatto di uscite e di moda, io invece per queste cose sono negata ahahahah.
"Gin, ti prego, tu devi assolutamente metterti il vestito azzurro. Ti sta a meraviglia, fidati, è perfetto per te", mi dice Erika, vedendomi seduta sul letto di Martina sconsolata.
"Ehm... Va bene", rispondo io, non completamente convinta, ma lei ha un sesto senso per queste cose.
Prendo il vestito che mi ha detto lei e me lo provo.
Effettivamente ha ragione, mi sta bene.
"Allora? Avevo ragione o no?", mi chiede allegra Erika.
Annuisco sorridendo.
"Dai, mettitelo che poi ti trucco io", mi dice.
Obbedisco e poi lei mi trucca leggermente.
Quando mi guardo allo specchio quasi non mi riconosco, Erika è stata fantastica.
"Gin, ti prego, sei bellissima. Guardati, sei un incanto", mi dice Erika soddisfatta, con fare materno.
"Grazie mille Eri, sei veramente strepitosa!", la ringrazio abbracciandola.
"Ma va figurati, tranquilla".
Vado allo specchio e mi guardo.
Effettivamente sto molto bene, indosso un vestito azzurro chiaro corto con le balze e il pizzo, con un piccolo fiocco in vita.
Veramente, non mi riconosco, dovrei vestirmi più spesso così elegante, ahahah.
Erika è già vestita e si sta truccando, anche lei naturalmente indossa un bel vestito, nero ovviamente ahaha, il suo colore preferito, corto e senza maniche. Si trucca e poi mi chiede:"Come sto, Gin?".
"Benissimo, come sempre".
Lei sorride e mi fa l'occhiolino.
Manca solo Martina, che si è chiusa in bagno, come fa sempre per prepararsi.
Quando esce restiamo senza parole.
Indossa un vestito luccicante nero a maniche velate lunghe e stretto, è veramente bellissima, devo dire che si è superata stasera, ma del resto la festeggiata deve sempre essere più bella delle invitate ahahah.
"Perché mi guardate così? Ho sbagliato vestito, vero?", chiede impaurita.
"No, no, anzi, meglio di così non potevi fare", le diciamo noi e la abbracciamo.
Prima di andare passiamo davanti allo specchio per guardare il risultato.
"C'è ragazze, guardiamoci. Stasera siamo proprio delle fighe assurde!", commenta Martina.
Scoppiamo tutte a ridere.
"Be', effettivamente hai ragione, amo", le dico.
"Concordo con te Marti", dice Erika.
Il ristorante è proprio sotto casa di Martina, è bellissimo, luminoso e molto grande, quando entriamo ci guardano tutti, che imbarazzo ahahah.
Il cameriere ci accompagna ad un tavolo riservato a noi con i palloncini con il numero 18, Martina si siede a capotavola e io ed Erika ai suoi lati.
Iniziamo a chiacchierare del più e del meno, a guardare gli altri clienti e a commentare i loro outfit, finché lo stesso cameriere che ci aveva accolte viene a prendere le ordinazioni.
Prendiamo tre pizze e poi torniamo a chiacchierare, finché arrivano le ordinazioni.
Ci mettiamo a mangiare, una pizza era proprio quello che mi serviva, non la mangio da un bel po' ahahah, stasera era doveroso prenderla.
"Madonna raga, ricordatemi di non prendere più una pizza in questo ristorante", dice Erika toccandosi la pancia e lasciando un pezzo di pizza avanzato.
"Perché?", chiediamo io e Martina.
"Perché ogni volta che entro qui divento una balena!", commenta lei.
"Devo prendere qualcosa di più leggero".
In effetti, essendo la più magra tra di noi, non è tanto abituata.
Io e Martina, invece, la mangiamo tutta, sotto il suo sguardo incredulo.
Scoppiamo tutte a ridere.
Dopo un po' arriva la torta, essendoci solo in tre non è tanto grande, è al cioccolato e alla panna montata con le fragole, proprio come voleva Martina.
Lei è commossa, mentre i camerieri che hanno portato la torta le porgono delle stelline scintillanti, lei è felicissima, il suo volto illuminato dalle luci delle stelline è ancora più bello.
Noi ci alziamo in piedi e le cantiamo "Tanti auguri a te", lei sorride e ci guarda con affetto poi esprime un desiderio e soffia sulle candeline, mentre noi applaudiamo.
"Auguri bellissima", le diciamo.
"Grazie ragazze", risponde lei commossa.
Le diamo un bacio sulla guancia e poi lei taglia la torta e la distribuisce a noi, riservandone una fetta per sé.
È buonissima la sua torta, da fuori sembra molto dolce ma poi mangiandola è dolce al punto giusto.
Quando finiamo tutte di mangiare la torta, io ed Erika ci alziamo in piedi davanti a lei.
"E adesso tesoro, ci siamo permesse di farti, giustamente, un piccolo pensiero. Speriamo che sia di tuo gradimento", diciamo.
"Ma siete pazze raga", commenta lei ridendo.
Io ed Erika le porgiamo la borsina con il regalo.
Martina la apre e poi ci guarda con affetto incondizionato.
È una collana con i ciondoli delle nostre tre iniziali, M, G e E.
"No raga, vi prego, non dovevate, vi amo", commenta con le lacrime agli occhi e abbracciandoci.
"Noi amiamo te!", rispondiamo noi ricambiando l'abbraccio.
Torniamo tutte e tre a sederci e a parlare, finché io decido di andare in bagno, mi sento un po' piena.
Mentre cammino, mi scontro con qualcuno.
"Mi scusi, davvero, non l'avevo vista", dico d'istinto.
"No, no, mi scusi lei".
La sua voce.
Perdo un battito.
Alzo timidamente lo sguardo, ho paura di vedere con chi mi sono scontrata.
Puntualmente incontro due bellissimi occhi verdi.
"Ginevra! Ciao! Che bello vederti!".
"Ciao Mirko, anche per me è un piacere!".
Mi squadra da capo a piedi con le labbra semichiuse, chissà cosa starà pensando, forse non sono così messa bene in questo momento...
Quando incrocia i miei occhi mi sussurra:"Sei bellissima".
Arrossisco, non me lo sarei mai aspettato un commento del genere da parte sua, anche perché insomma... stasera lui è vestito con una camicia bianca e pantaloni neri... È un po' troppo illegale per i miei gusti.
"Anche tu Mi, sei veramente bellissimo stasera", gli dico.
Lui sorride.
"Che fai di bello qui?", mi chiede con un sorriso.
"Oh nulla di che, una mia amica ha fatto diciotto anni oggi e la stiamo festeggiando".
"Bello, falle gli auguri anche da parte mia", mi dice.
"Lo farò", gli prometto.
"Perfetto, ora devo scappare, mi daranno per disperso quelli del mio tavolo, ahahah, ci vediamo piccola Gin".
"Certo, ci vediamo Mi", rispondo.
Mi sorride e se ne va, mentre io resto a guardarlo, è troppo bello, mamma mia!
Non mi ricordo più cosa sono venuta a fare qui, di conseguenza ritorno al mio tavolo.
Solo a metà strada mi rendo conto che mi ha chiamata "Piccola Gin".
Sorrido, è così carino.
Poi il modo in cui mi ha detto "Sei bellissima"... Detto da lui suona mille volte più bello.
"Oi Gin, che è questo sorriso?", chiede Erika quando ritorno dalle mie amiche.
"E chiedi pure? Avrà visto Mirko", sorride Martina.
"Davvero? Pure qui?", chiede Erika guardandomi.
Io annuisco.
In un attimo tutti i loro occhi sono puntati su di me.
Racconto loro quello è successo pochi secondi fa.
"Ma dai è palesemente cotto", commenta alla fine Martina.
"Sì, concordo pienamente. Voi due siete due calamite l'uno per l'altra: ovunque siate vi attraete", dice Erika.
"Be', poi io lo capisco: c'è Gin, stasera sei una dea greca, stai d'incanto", dice Martina.
"La nostra piccola Gin rimorchia Rkomi!", dice Erika dandomi di gomito.
Io arrossisco.
"Se magari", dico.
"Io ormai ne sono certa. Tra un po' di tempo verrà da te e ti dichiarerà il suo amore", afferma Martina con sicurezza.
"Sì, ma non prima di averti rubato un bacio da favola", mi dice Erika.
"Mamma mia, se dovesse succedere... Non so cosa farei, sinceramente. Svenirei per l'emozione e la gioia", dico io.
"E ci credo. Insomma, Mirko è Mirko", dicono loro.
"Vi giuro, stasera era un figo della Madonna!", dico sognante io.
"Avrei voluto vedervi, siete una coppia fantastica!", dice Martina estasiata.
Erika annuisce.
"Soprattutto stasera!".
Sorrido timidamente.
Torniamo a parlare un po' e a mezzanotte torniamo a casa.
Io, vista l'ora, il vestito azzurro e quello che è successo stasera, mi sento un po' come Cenerentola, solo con un'unica differenza: io non ho ballato con Mirko e non ho né una carrozza e né una scarpetta di cristallo, ma comunque tornando a casa mi sento un po' come lei.
Faccio attenzione a non fare rumore per non disturbare i miei genitori che dormono, vado in camera mia, mi cambio e mi strucco un po' a malincuore, poi mi metto il pigiama e vado a dormire con il sorriso sulle labbra.

Partire Da Te - Rkomi 💛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora