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Un suono squillante mi fa svegliare immediatamente, apro lievemente gli occhi, sbadiglio e mi giro un po' svogliatamente ricordandomi di essere sdraiata sopra Mirko e quindi cercando di lasciarlo dormire ancora un pochino, ma è troppo tardi, si è svegliato anche lui e si passa una mano sui capelli spettinati, un gesto che fatto da lui mi fa letteralmente impazzire, infatti resto a guardarlo come una rimbambita e arrossisco quando i suoi bellissimi occhi verdi si posano sui miei, mentre lui sorride.
"Buongiorno principessa".
"Buongiorno principe", gli rispondo.
"Hai dormito bene?", gli chiedo.
"A meraviglia, sei una coperta molto morbida, sai?", mi dice ridendo.
"Anche tu sei un cuscino molto morbido", ribatto.
Ci scambiamo un sorriso e restiamo a guardarci senza parlare, lui mi accarezza amorevolmente i capelli.
"Coi capelli sciolti sei una meraviglia", mi sussurra facendomi arrossire, mi avvicino un po' a lui e gli do un bacio che lui ricambia subito, facendo scivolare le mani sulla mia vita e sui miei fianchi.
Quando ci stacchiamo gli accarezzo anch'io i capelli.
"E tu sei splendido anche spettinato", gli rispondo.
Arrossisce e mi guarda con i suoi occhioni da cerbiatto.
"Cosa vuoi per colazione?", gli chiedo, accarezzandogli una guancia.
"Un caffè va benissimo, non strafare per me", mi risponde sorridendo.
"Va bene", ricambio il sorriso, gli lascio un piccolo bacio sul collo e vado in cucina.
Gli faccio il caffè che mi ha chiesto e decido di dargli una fetta della crostata di frutta che ha preparato mamma per il suo compleanno, invece per me preparo una fetta biscottata con la marmellata di pesche e una tazza di tè.
Metto tutto sul tavolo, lui è in piedi davanti ad una sedia che mi guarda attentamente e incantato.
Sorrido imbarazzata e gli dico di sedersi, lui obbedisce, mi siedo anch'io e ci ritroviamo entrambi capotavola.
"Wow, che bella! Grazie!", esclama indicando la fetta di torta che gli ho dato.
"È la crostata che mamma ha fatto per il suo compleanno", spiego con un sorriso.
La mangia subito incuriosito e sorride soddisfatto.
"È buonissima, falle i complimenti e anche gli auguri in ritardo da parte mia".
"Certo, grazie", sorrido.
Continuiamo a mangiare e quando finiamo io lavo le tazze che abbiamo usato e decido di andare a prepararmi, mentre lui mi aspetta sedendosi comodamente sul divano.
Io mi lavo, metto un top bianco a fascia e dei pantaloni bianchi, do un'occhiata alle collane cercandone una che possa andare bene e, vista l'occasione importante, scelgo di mettere quella che mi ha regalato Mirko per il mio compleanno, metto un filo di mascara e il lucidalabbra e sorrido guardandomi allo specchio.
Alzo involontariamente lo sguardo e, quasi come se avesse percepito i miei pensieri, vedo Mirko appoggiato con una posa da modello allo stipite della porta della mia camera, fermo lì da chissà quanto a godersi lo spettacolo di me che mi preparo.
"No, ti sei girata, peccato!", esclama dispiaciuto.
"Da quanto sei lì?", chiedo sorridendo con le guance rosse, anche se stiamo insieme da tanto mi emoziona sempre sapere che mi guarda.
Ignora completamente la mia domanda e si avvicina lentamente a me, abbracciandomi da dietro.
Posa un bacio sulla mia spalla e io sorrido guardando il riflesso di noi due abbracciati.
"Allora, sei pronta?", mi chiede.
"Sì, dai, o almeno spero", rispondo sorridendo lievemente.
"Certo che la sei, hai studiato duramente e poi lo sai che sei la migliore", mi dice dolcemente.
Mi giro e gli do un bacio sulla guancia.
"Grazie", gli rispondo riconoscente.
Lui mi guarda incantato, i suoi occhioni si illuminano quando vede che indosso la collana che mi ha regalato lui e la sfiora delicatamente, provocandomi mille brividi.
"Perfetta", commenta, io sorrido, appoggiando le mani sul suo petto mentre lui mi tiene stretta.
Ci scambiamo un bacio, poi io indosso una giacca elegante blu scura con i bottoni dorati e usciamo di casa per andare a scuola.
Saliamo sulla sua macchina e partiamo, io inizio subito a stringergli la mano libera per calmare l'ansia, lui se ne accorge e sorride.
"Come ti senti?", mi chiede premurosamente.
"In ansia e agitata", confido.
"È normale, ma non ti devi preoccupare, stai tranquilla che andrà tutto bene", mi risponde, sempre tenendo d'occhio la strada.
Arriviamo davanti a scuola, lui parcheggia e io sospiro.
"Andrà tutto bene, principessa, sei bravissima, lo sai", mi incoraggia, stringendo ancora di più la mia mano avvolta nella sua.
Gli accarezzo una guancia e lascio un bacio sulle sue morbide labbra.
"Ti amo", gli sorrido.
"Ti amo principessa. Buona fortuna".
Gli mando un bacio e lui ricambia, scendo dalla macchina e arrivo davanti a scuola.
Do un'occhiata al telefono: mancano quindici minuti alle nove.
Rimetto il telefono dentro lo zainetto e ripeto a bassa voce alcuni argomenti di psicologia per allenarmi e per passare il tempo.
All'improvviso la porta dell'edificio si apre ed esce Carola, la prima della nostra classe in ordine alfabetico, che appena mi vede mi sorride.
"Ciao Gin! Buona fortuna!", mi dice allegramente.
Ricambio il sorriso e le chiedo subito:"Com'è andata? Sono severi? Ti hanno fatto tante domande?".
"No, no, anzi, nulla di terribile! Sono stati molto gentili! Stai tranquilla! Buona fortuna!", mi saluta allegramente.
Magari uscissi anch'io così felice e spensierata come lei...
La professoressa di francese, elegantissima, mi viene incontro.
"Buongiorno Ginevra! Come sei elegante!", mi saluta ammirata.
"Grazie professoressa", rispondo lusingata.
"Come stai? Tutto bene?", chiede sorridendo con fare materno.
"Sì, sono solo un po' in ansia", confido con un lieve sorriso.
"Oh capisco, ma non ti devi preoccupare, anzi, cerca di rimanere calma, respira se ti serve, mi raccomando. Vieni, adesso entriamo in aula".
Annuisco e lei mi lascia entrare per prima, i professori, tutti seduti nei banchi vicini alla cattedra, mi salutano calorosamente, e io mi siedo alla cattedra.
Che imbarazzo!
Faccio un respiro profondo e la professoressa di francese mi consegna una fotografia da analizzare, poi ritorna al suo posto.
Sorrido lievemente appena la vedo, è un'immagine inerente ad un argomento che abbiamo ripassato tantissimo in psicologia, perciò alzo lo sguardo e mi rivolgo direttamente alla professoressa in questione, che ascolta attentamente la mia spiegazione e annuisce.
Parlando, collego l'immagine alle altre materie, cercando il più possibile di essere sciolta, anche se mi viene molto difficile per via dell'emozione.
I professori ascoltano attentamente e solo quelle di italiano e inglese mi interrompono con qualche domanda, alle quali io rispondo prontamente.
Alla fine dell'analisi, il presidente esterno della commissione, rimasto in silenzio fino a quel momento, mi chiede qual è il ricordo più bello di questi cinque anni.
Senza alcuna esitazione, rispondo che è stata la gita di cinque giorni a Londra dell'anno scorso.
I professori e il presidente sorridono dolcemente nel sentire la mia risposta.
Mi ringraziano, mi salutano e mi augurano buona fortuna per il mio futuro e mi invitano ad uscire dall' aula, io li ringrazio davvero riconoscente ed esco.
Faccio un respiro profondo e mi appoggio un attimo al muro del corridoio.
Sospiro profondamente.
Cinque anni di superiori sono finiti.
Solo adesso mi rendo conto di quanto siano volati, mentre quando li avevo iniziati mi sembravano insormontabili.
Nella mia mente scorrono rapidi tutti i momenti passati con i miei compagni, sono stati cinque anni davvero meravigliosi.
Come meraviglioso spero che sia il futuro che ho davanti, e che io non vedo l'ora di scoprire e di vivere.
Sorrido e scendo le scale che portano al primo piano, prima di uscire incontro Serena, seduta su una delle sedie dell'ingresso, ci scambiamo qualche parola, lei è agitatissima e io cerco di tranquillizzarla e di rassicurarla, lei mi ringrazia e torna a ripassare col libro aperto sulle ginocchia.
Appena esco vengo accolta da una piccola folla entusiasta composta da mia mamma, mio papà, Martina, Erika e Mirko, che fanno a gara per abbracciarmi e congratularsi per primi.
Mamma e papà mi stringono commossi.
"Ti voglio bene bambina mia", sussurra lei commossa.
"Ti voglio bene anch'io mamma", rispondo.
"Sei diventata una splendida donna", mi dice mio papà.
È il turno di Martina ed Erika.
"Bravissima tesoro!", mi dicono entrambe.
"Grazie amori miei", replico contenta.
"Dicci tutto: com'è andata? Sono stati severi?", chiede Erika, quando ci stacchiamo dall'abbraccio.
"No, affatto! È andato tutto a meraviglia! Non immaginavo che sarebbe stato così semplice, davvero!", confesso allegramente.
Mirko mi rivolge un sorriso pieno d'amore quando proietto la mia attenzione su di lui.
"Alla mia studentessa preferita", recita porgendomi uno splendido mazzo di fiori.
"Sono bellissimi, non dovevi", lo ringrazio ammirata.
"Certo che dovevo. Congratulazioni principessa", ribatte dolcemente.
Sorrido e lo abbraccio stringendolo forte a me.
"Ti amo", gli sussurro, respirando il suo buonissimo profumo.
"Ti amo anch'io piccola mia", mi risponde.
Ci scambiamo un bacio pieno d'amore, tutte le persone più importanti della mia vita sono qui, non avrei potuto chiedere di meglio.

Partire Da Te - Rkomi 💛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora