76 💛

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È passata una settimana dalla prova scritta di psicologia e ora mi ritrovo qui, seduta davanti al tavolo di legno del soggiorno, mentre alla finestra il sole è già ampiamente tramontato, a studiare, o meglio ripassare le materie, in vista dell'orale di domani.
Lancio un'occhiata all'orologio, sono le nove e mezza di sera, sono stanchissima e gli occhi minacciano di chiudersi da un momento all'altro, so che dovrei andare a dormire per essere più in forma domani e poi perché ho passato tutti questi giorni a studiare, però non mi sento abbastanza tranquilla se prima non ripasso un'ultima volta prima di andare a letto.
Sbuffo e decido di togliere lo sguardo dal quaderno di inglese per andare in cucina a prepararmi un caffè.
Mi stropiccio gli occhi, poi lo verso nella tazza rosa, la mia preferita, metto due cucchiaini di zucchero e lo mescolo.
Ritorno in salotto, mi siedo al tavolo e bevo un sorso, ricomincio a ripassare inglese quando il telefono mi avvisa dell'arrivo di un nuovo messaggio.
Probabilmente sono Martina o Erika che mi fanno gli auguri per domani, ma subito dopo mi viene in mente che me li hanno fatti qualche ora fa.
A malavoglia mi rialzo e vado a prenderlo, è rimasto sul divano, l'ho messo un po' lontano per evitare di guardarlo e di distrarmi.
È Mirko.
"Principessa, aprimi, sono sotto casa tua", mi ha scritto.
Ma è matto ahahahah, cosa gli è venuto in mente?
L'ultima cosa che volevo è ricevere qualcuno, anche se sono sola in casa, visto che mamma ha il turno di notte oggi.
A pensarci bene, però, forse è meglio che lui sia qui, mi darà conforto e mi aiuterà.
Non gli rispondo e gli apro direttamente, restando sulla porta ad aspettarlo.
Appena mi vede, annuncia allegramente:"Gelato alla fragola!", mostrando la vaschetta che tiene tra le mani.
"Cosa fai qui?", gli chiedo sorpresa, positivamente però, e divertita.
"Ti ho detto che ti avrei aiutato a prepararti per l'orale, no? Be', eccomi qui!", dice, allargando le braccia con fare teatrale, facendomi sorridere.
"Dai, su, il tempo è denaro!", esclama teatralmente, entrando in casa.
Scuoto la testa divertita e compiaciuta.
Chiudo la porta e lo raggiungo, è rimasto in piedi davanti al tavolo dove stavo studiando.
"Allora, che si fa?", mi chiede con un sorriso.
Come sempre, mi perdo a guardarlo, indossa una semplice maglietta nera e dei jeans blu scuro, i capelli perfetti e i suoi meravigliosi occhi verdi che brillano dalla felicità, come al solito non ha un singolo capello fuori posto, lo invidio tantissimo in questo momento, anche perché io so per certo di essere una specie di mostro, completamente struccata, delle occhiaie che toccano terra, i capelli legati in uno chignon fatto un po' a caso, addosso una magliettina bianca con un disegno e dei pantaloncini azzurro chiaro.
"Io stavo studiando inglese", gli rivelo, indicando il quaderno aperto accanto agli altri libri.
Quando ritorno a guardarlo, noto che mi osserva ammirato con i suoi occhioni e io abbasso lo sguardo imbarazzata.
"Perché mi guardi?", chiedo timidamente, arrossendo.
"Perché sei bellissima", mi risponde lui dolcemente.
Arrossisco ancora e sorrido.
"Adesso mi dai un bacio?", chiede, sempre guardandomi con il suo faccino da cerbiatto.
"Mi hai detto che sono bellissima solo per avere un bacio?", chiedo incrociando le braccia al petto e fingendo un'espressione arrabbiata.
Lui ride.
"No, te l'ho detto perché la sei veramente, per me la sei sempre, lo sai", mi risponde sorridendo.
"Lo so, stavo scherzando", dico sorridendo e abbasso lo sguardo lusingata.
"Dai, vieni qui", gli dico aprendo le braccia verso di lui.
Lui non si fa pregare e subito dopo mi avvolge tra le sue braccia, ci scambiamo un sorriso e io ascolto la sua richiesta, baciandolo dolcemente sulle labbra, mentre lui mi tiene stretta e mi accarezza piano la schiena.
Quando ci stacchiamo gli sorrido, gli faccio una carezza su una guancia e gli dico:"Eccoti accontentato", lui ricambia il sorriso e mi bacia ancora, poi mi sposta una ciocca corta di capelli dietro l'orecchio.
"Grazie per essere qui con me stasera", gli dico.
"Ma figurati, non mi devi ringraziare, mi piace aiutarti", mi risponde.
Ci sciogliamo dall'abbraccio e io lo invito a sedersi.
Lui obbedisce, scegliendo la sedia vicino alla mia.
"Io ho appena fatto il caffè, ne vuoi un po'?", gli chiedo.
"Sì, perché no, grazie", risponde sorridendo.
Ricambio il sorriso e vado in cucina, apro la credenza e non so che tazza scegliere, alla fine ne scelgo una gialla, il colore del nostro amore, prendo un po' del caffè che ho fatto poco fa, lo verso nella tazza, metto lo zucchero e glielo porto.
"Ecco a te", gli dico, appoggiandogliela vicino.
"Grazie principessa".
Gli lascio un bacio sui capelli profumati e mi siedo anch'io.
Con un gesto elegante si porta la tazza alle labbra, beve un po' e poi ritorna a guardarmi.
"Allora, che si fa?", ripete.
Non rispondo, guardo per un attimo il quaderno e poi glielo porgo.
"Potresti farmi qualche domanda? Chiedimi quello che vuoi", gli dico.
"Certo", guarda attentamente le pagine e le sfoglia, poi inizia a farmi delle domande.
Finito inglese, decido di ripassare italiano e storia, sempre con lui che mi interroga e io che rispondo.
"Bene, anche questa la sai benissimo", constata alla fine, con un sorriso.
"Quante materie mancano?", chiede.
"Le più difficili, almeno per me: psicologia e geografia", confido con un lieve sorriso.
"Che ne diresti di fare una piccola pausa?", propone.
"Sei già stanco?", chiedo con un sorriso.
"No, no, più che altro per te", risponde.
Eh vabbè, lo amo.
Mi alzo per dargli un bacio sulla guancia, come ringraziamento per la risposta che mi ha dato poco fa, che lui accoglie felice chiudendo per un secondo i suoi meravigliosi diamanti verdi e decidiamo di mangiare un po' del gelato che lui ha portato.
Ci scambiamo sguardi complici e lui sorride soddisfatto, sa bene che quello alla fragola è il mio gelato preferito.
Finiamo di mangiare e lui mi chiede:"Allora, sei pronta per l'ultimo round?".
Annuisco ancora e riprendiamo a studiare.

Finisco di ripassare un'ultima cosa di psicologia di cui non ero tanto sicura, chiudo il libro e alzo lo sguardo verso l'orologio: le undici e mezza.
È tardissimo, devo assolutamente andare a letto, altrimenti domani dormirò davanti ai professori.
Guardo Mirko che si è addormentato seduto sul divano con il libro di francese tra le mani e le labbra socchiuse, sorrido, mi fa tenerezza, sembra tornato bambino.
Lo guardo con immensa riconoscenza,
mi ha aiutato così tanto stasera che non saprei proprio come sdebitarmi...
O forse sì, ma sicuramente non stasera.
Sorrido, mi alzo, mi sciolgo i capelli mettendomi al polso l'elastico nero, e lo raggiungo, prendo delicatamente il libro di francese tra le sue mani cercando di non svegliarlo e lo poso sul tavolo accanto agli altri, lo guardo innamorata e poi decido almeno di provare a farlo coricare, sempre ovviamente senza svegliarlo, con un braccio gli avvolgo la schiena e con l'altra mano lo spingo delicatamente affinché si distenda e,
appena ci riesco, lui muove appena la testa, ma per fortuna non riapre gli occhi.
"Dormi, dormi", gli sussurro dolcemente.
Lo guardo soddisfatta per come sono riuscita a metterlo comodo, gli lascio una carezza sui capelli, le sue labbra socchiuse sono così invitanti che fatico tantissimo a resistere alla tentazione di baciarle, decidendo, invece, di lasciargli un bacio sulla fronte, un gesto che di solito fa lui con me.
"Ti amo", gli sussurro e poco dopo, facendo molta attenzione, mi stendo delicatamente sopra di lui, appoggiando la testa sul suo petto, lo abbraccio avvolgendogli la schiena e sposto le sue mani sulla mia vita.
Resto a sentire per qualche secondo il suo respiro e il battito del suo cuore, mi rilasso e finalmente mi addormento.





Partire Da Te - Rkomi 💛Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora