Oggi è il giorno del tema di italiano, il primo passo dell'esame di maturità.
Stanotte, nonostante l'ansia, sono riuscita a dormire bene, forse perché in italiano sono piuttosto brava e per questo sono parecchio fiduciosa per quanto riguarda questa prova.
Mi stiracchio, mi stropiccio gli occhi ancora assonnati e vado in cucina a fare colazione.
Mamma, appena mi vede, mi rivolge un sorriso amorevole.
"Buongiorno tesoro mio", mi saluta.
"Buongiorno mamma", rispondo e la bacio sulla guancia.
Mi siedo a tavola e inizio a mangiare.
"Sei pronta per l'esame di italiano?", mi chiede con un sorriso.
"Sì, dai, i temi li ho sempre scritti bene, non dovrei avere problemi", le confido.
"Sono sicura che andrà tutto bene, tu sei bravissima, piccola mia", mi dice posando una mano sulla mia.
"Grazie mamma, ti voglio bene".
"Ti voglio bene anch'io, buona fortuna".
"Grazie".
Finisco di mangiare e vado a prepararmi, non ho scelto cosa mettermi ma non è un problema, oggi vorrei essere semplice, perciò scelgo una maglietta bianca e dei jeans, come accessorio metto una semplice collana, mi lego i capelli in una coda e decido di non truccarmi, metto solo un filo di mascara e un lucidalabbra.
Prima di uscire abbraccio forte la camicia di Mirko che lui mi ha regalato quando sono rimasta a dormire a casa sua, è diventata il mio portafortuna, sento il suo profumo e sorrido, poi prendo lo zaino, saluto mamma che mi augura buona fortuna ed esco di casa per prendere l'autobus, che arriva dopo dieci minuti.
Salgo e mi metto nel solito posto, durante il viaggio decido di ripassare gli appunti su come scrivere un testo argomentativo, visto che non è il mio forte e dando per scontato che sicuramente sarà una delle tracce dell'esame.
Dopo qualche fermata salgono anche Martina ed Erika, che appena mi vedono mi sorridono e mi abbracciano forte.
"Come state, amori miei?", chiedo loro.
"Bene, un po' agitata per italiano, e tu?", chiede Martina.
"Diciamo che stavolta la tranquillità sta superando l'ansia", confesso con un sorriso.
"Io ho ansia! Aspetta, ma stai ripassando il testo argomentativo? Posso vedere anch'io, per favore?", mi chiede Erika, guardando subito il mio quaderno.
"Sì, sì, certo, vieni pure", le dico e lei si siede vicino a me.
Ci mettiamo entrambe a leggere i miei appunti e intanto chiacchieriamo con Martina, che ci guarda e sorride.
Arrivate a scuola, scendiamo e andiamo davanti all'edificio, aspettando i nostri compagni e la professoressa di italiano.
A mano a mano che arrivano i nostri compagni, ci salutiamo, parliamo delle nostre emozioni e delle tracce che potrebbero esserci all'esame, qualcuno cerca di stemperare la tensione con qualche battuta e ridiamo tutti insieme, finché non arriva la professoressa di italiano affiancata da quella di matematica, è arrivato il momento in andare in classe.
Entriamo e io, rispetto al solito, decido di sedermi vicino alla finestra, almeno così se avrò momenti di vuoto e non saprò cosa scrivere guardare il paesaggio potrà darmi una mano.
Tutti prepariamo l'occorrente, io metto sul banco una penna nera, il foglio di brutta copia e la bottiglietta d'acqua.
Quando siamo tutti seduti, l'insegnante di italiano prende parola.
"Allora ragazzi, come vi sentite?", chiede con fare materno.
Le risposte sono pressoché molto simili, e tutte hanno un comune denominatore: l'ansia.
"Oh no, rilassatevi e cercate il più possibile di stare sereni. Prima di iniziare la prova, però, voglio chiedervi cortesemente di prendere tutti i vostri telefoni e metterli qui, sulla cattedra", dice, appoggiando la mano sul tavolo per rafforzare il concetto "per evitare eventualmente che qualcuno possa copiare o qualsiasi distrazione".
Lei si sposta dalla cattedra e noi ordinatamente ci alziamo per obbedire, non prima di averli spenti o silenziati.
"Perfetto, grazie. Allora, vi devo dire alcune cose prima di lasciarvi eseguire l'esame. La prova dura sei ore, ci sono tre tracce e naturalmente siete liberi di scegliere quella che ritenete più adatta da approfondire.
Tenete a mente che non è tanto rilevante la lunghezza di ciò che scrivete, ma piuttosto il contenuto, come lo scrivete e anche, eventualmente, le emozioni che lascerete trasparire.
Quando avrete finito la prova, potrete uscire e riprendere i vostri telefoni.
Mi raccomando, leggete tante volte prima di consegnare, per evitare errori di qualsiasi natura, non solo ortografici.
Se avete bisogno di qualcosa, non esitate a chiedere.
Avete capito?", conclude.
Tutti facciamo segno di sì.
"Perfetto, allora buon lavoro e buona fortuna", dice con un sorriso.
"Grazie", rispondiamo in coro e inizia ufficialmente la prova di italiano.
La professoressa distribuisce un foglio con le tracce e quello su cui dovremo ricopiare definitivamente il nostro tema, io mi dedico subito al primo.
Come pensavo, le tracce sono tre: una riguarda la scrittura di un testo argomentativo che ha come argomento la pandemia di Covid, la seconda riguarda il centocinquantesimo anniversario dalla morte di Alessandro Manzoni, quindi presumo che dovremmo parlare di una delle sue opere principali e l'ultima riguarda l'impatto che i social network hanno avuto sulla società.
Tutte e tre abbastanza prevedibili, comunque devo dire che nei mesi scorsi, quando pensavo a questa prova, avevo già pensato ad una traccia che avrei voluto fare, e oggi che è arrivato il momento di scegliere non ho cambiato idea, anzi, quindi scelgo subito di fare la terza traccia, quella che tratta i social network.
Prendo la penna e fisso il foglio di brutta cercando di trovare le parole, le frasi e soprattutto le idee giuste per iniziare a scrivere, decido per un attimo di guardare fuori dalla finestra, farlo di solito mi permette di raccogliere i pensieri e di aiutare la mia creatività, il sole splende ininterrottamente emanando il calore tipico di giugno, osservo le case di fronte, le macchine, le strade, la gente che passeggia spensierata con un amico, un familiare o un cane e provo un po' di invidia, smetto di guardare per paura di prendermi una sonora sgridata dalla professoressa e torno a guardare il foglio, penso di aver trovato le parole da scrivere.
Con mia grande sorpresa, in pochi minuti la prima pagina del foglio è già piena e io sorrido soddisfatta, di solito ci metto più tempo a portarla a termine, sperando di riempire con la stessa facilità anche le altre pagine e che la creatività non si esaurisca prima di terminare tutto il testo.
Intanto che scrivo, a volte bevo un sorso d'acqua, guardo i miei compagni, c'è chi scrive, chi fissa il vuoto cercando forse le parole da scrivere, chi si lamenta a bassa voce del caldo, chi beve un sorso d'acqua come me, chi lancia un'occhiata all'orologio che porta al polso e chi, invece, chiede l'orario alla professoressa e, una volta ricevuta la risposta, sbuffa borbottando qualcosa oppure è contento o si stupisce della velocità del tempo.
La professoressa chiacchiera a bassa voce con quella di matematica, a volte guarda il telefono oppure legge il giornale ripiegato sulla cattedra, sempre tenendo lo sguardo ben incollato su di noi e su quello che facciamo.
Io continuo a scrivere, a volte correggo delle parole o delle frasi intere, le rileggo, cerco di esprimere al meglio le mie opinioni e le mie emozioni, finché finisco di scrivere il testo e, prima di ricopiarlo, lo rileggo e lo correggo eventualmente un'ultima volta.
Quando sono convinta che vada bene, inizio a ricopiarlo in bella, facendo estremamente attenzione a ricopiare bene e a non sbagliare, nonostante l'ansia e l'emozione siano abbastanza forti.
Quando ho finito di ricopiare, rileggo tre o quattro volte per accertarmi di aver scritto tutto bene e di aver espresso altrettanto bene quello che volevo dire.
Noto due banchi vuoti, segno che due mie compagne hanno già consegnato, faccio un bel respiro prima di alzarmi e di restituire il foglio alla professoressa, che mi ringrazia e mi sorride, io ricambio il sorriso, riprendo il telefono ed esco dall'aula, non prima di aver scambiato un rapido sorriso anche con Martina ed Erika, che stanno ancora scrivendo.
Esco fuori dall' edificio e trovo le mie due compagne che hanno già finito, la prima, Giulia, è seduta a gambe incrociate per terra e sta guardando il telefono, l'altra, Serena, è in piedi e sta fumando una sigaretta.
Entrambe, appena mi vedono, mi sorridono.
Io mi siedo poco lontano da Giulia e parliamo un po', ci chiediamo quale traccia abbiamo scelto, Giulia ha scelto quella di Manzoni mentre Serena il Covid, ci scambiamo le nostre opinioni sull'esame appena svolto, io decido di guardare finalmente l'orario: è da poco passata l'una e mezza.
Ho impiegato cinque ore a fare il tema.
Noto che mi sono arrivati due messaggi, sono entrambi di Mirko, il primo recita:"Buongiorno principessa" con il nostro cuore giallo e il secondo dice:"Buona fortuna per il tema", con un altro cuore.
Sorrido e decido di allontanarmi un attimo dalle mie compagne per chiamarlo, senza dirgli niente.
Qualche squillo e risponde.
"Ciao principessa!", mi saluta allegramente.
Al suono della sua voce il mio cuore batte forte.
"Ciao principe mio", gli rispondo.
Sento che sorride.
"Com'è andato il tema?", chiede subito.
"Sono appena uscita, è andato tutto bene".
"Che bello, sono contento! Com'era? Facile o difficile?"
"Diciamo normale, dai, fortunatamente non avuto difficoltà a iniziare a scrivere, di solito ci metto molto più tempo".
"Cos'hai scelto?".
"Ho scelto una traccia che riguardava i social".
"Hai fatto bene, è un argomento molto attuale e ci sarebbe tanto da dire. Brava, principessa".
"Grazie amore. Tu come stai?".
"Benone, grazie, e tu? Come ti senti adesso?".
"Sollevata, anche se prima non ero tanto in ansia. Ho iniziato ad averla solo quando dovevo ricopiare", rivelo ridendo.
"Immagino ahahahah. Domani che prova hai?".
"Quella che riguarda psicologia, la materia d'indirizzo".
"Wow, tosta allora".
"Eh sì, penso che oggi starò tutto il pomeriggio a studiarla, aiuto", sbuffo scherzosamente.
"Per l'orale ti aiuterò io", dice deciso.
"Davvero?", dico emozionata, sto arrossendo, anche se lui non mi vede.
"Certo, mi piacerebbe tanto aiutarti".
"Ti amo, davvero".
"Ti amo anch'io principessa. Adesso devo andare in studio, ci sentiamo stasera come sempre".
"Certo, a stasera amore mio".
"A stasera principessa".
Riattacco e vedo uscire anche Martina ed Erika che subito mi raggiungono.
"Allora, com'è andata?", chiedo loro.
"Bene, mi aspettavo peggio!", confessa Martina ridendo.
"Io ci ho messo un sacco di tempo a trovare le parole da scrivere! All'inizio è stato un vero incubo. Però poi è andato tutto bene!", rivela Erika con sollievo.
Io sorrido.
"Che traccia hai fatto, Gin?", mi chiedono.
"Quella sui social", rispondo.
"Anche io, sai? Forse era la più facile", sorride Erika.
"Io ho fatto quella sul Covid, era quella che mi ispirava di più", dice Martina.
Mano a mano escono tutti i nostri compagni e, una volta arrivate le due del pomeriggio, l'orario di termine della prova, torniamo tutti a casa.
Io, appena rientrata, mangio qualcosa e subito mi dedico a studiare psicologia per la prova d'indirizzo di domani.
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Partire Da Te - Rkomi 💛
RomanceGinevra è una ragazza di 17 anni, dolce e fragile, frequenta la quarta superiore in un liceo di Milano ed è una fan sfegatata di Rkomi, per il quale prova un amore incondizionato. Mirko è uno dei cantanti del momento, vanta una partecipazione a San...