Parte senza titolo 66

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In questo mondo, La bravura, Il talento, La capacità,... vince sempre?

Viene messa in mostra lo sfarzo dell'impresa capacitativa dell'eroe, che nell'onda cosmica della rifrazione compie l'impresa ardua, che nell'indubbia impresa dove i molti falliscono con la forza del gladio giunge in cima alla rupe e proclama a gran voce, urlando ai 4 venti: IO SONO IL RE... e i sudditi inebriati dalla PAX AUGUSTEA, il mondo beta, il popolo volgo si porge all'innalzamento dell'eroe agghindando le proprie membra con le gesta feticciose dell'Ercole divenendo loro dei, che se pur secondari, appaiono dignitari dell'impresa... e il consumismo dello stesso come pietanza viene servita.

Ma la mia domanda è: La bravura, Il talento, La capacità,... vince sempre?

Apparte che lui è l'Ercole, ma loro? hanno forse affrontato la morte dinanzi al fuoco inestinguibile di un mostro, traditi dalla paura della consorte? accecata dall'invidia di un nemico? e sono stati ricompensati dalla sua persecutrice - che lo ha punito per le scelte del padre - facendolo diventare custode degli dei?

Ma la mia domanda è: La bravura, Il talento, La capacità,... vince sempre?

L'Essere persone comuni, con una capacità che nessuno conoscerà mai, persone che amano, buone, o che con il loro semplice esistere insieme a tanti altri esistono e danno forza all'esistenza con la loro splendida luce, silenziosa nella notte, lumino e candela inestinguibile,...Certo che vincono, ma non vengono ricordati sul podio.

Quindi che senso ha quel podio? se non è la summa massima della bravura?

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