Esecutori non sono artisti - Parte senza titolo 98

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Non credo nella tradizione orale o scritta dove gli interpreti si riducono a meri computer umani che reiterano le stesse parole nel tempo e/o riadattandole al sentire loro personale. C'è qualcosa di piu nell'arte che la mera ripetizione, giacché il compositore dell'opera ha sentito qualcosa nel scriverla, qualcosa di innovativo è stato fatto? qualcosa di vivo è stato impresso.

Ecco, l'arte è viva e come tale vive del gusto del presente e del passato e del futuro. Perche sono passati, è presente ed è proiettata nel futuro, come il sentire e le emozioni, le riflessioni e l'essere.

La partitura che andiamo a studiare per interpretare e un sentire è un armonia che è stata impressa e nella sua "Esecuzione" e non "ripetizione", l'opera prende forma. Perché è viva.

Esecutori morti che paiono vivi ma che di si fatto essere non hanno alcun sentire. Ripetitori, esecutori, computer umani. E ne vedo troppi, e saccenti dotti intellettuali, ma non esseri.

Il compositore vede delle leggi che si muovono e studiandole le imprime in un gioco che è l'arte e di si un lavoro. L'attore come il cantante, l'interprete e quindi l'artista prende questa partitura e le dona la sua "dimensione presente", scritta è stata scritta e quindi è gia nel passato e nel momento dal quale proveniamo e facendola viva e vivere ne viviamo anche il futuro.

La ripetizione l'esecuzione è un'asettica forma senza arte ne cuore, ma, lasciando stare il cuore, è senza arte. Il momento immortale che la contraddistingue lontana dalla "Boria di Narciso".

Alla gentile superficialità: non è Narciso l'arte, ma l'opera che ne descrive la sua caducità.

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