Il non essere è la libertà dalla sensazione dell'essere. Joyce lo riassume quando scrive nell'Ulisse "Rideva per liberare il suo spirito dalla prigionia del suo spirito".
A questo punto mi verrebbe da dire "non c'è un cazzo da ridere".
La tentazione della vanità si cela proprio nella felicità e nell'autoflagellazione del dolore. Il sorriso diventa freddo vuoto sterile, e prima che tu te ne accorga sei vuoto. Vano. Morto dentro. Il dolore diventa annientamento dello spirito. In tutte e due i versi il risultato è la morte interiore dell'umano.
Sociopatia, psicopatia, ipomaniacale...
Il Sorriso del Clown Matto.
Un archetipo di merda che mi ha tormentato per anni, ne ho avute di esperienze difficili e proibitive, ma questo è proprio una merda.
Superficialità, non essere per essere. Dispercezione. Annientamento. Potrebbe essere utile per un attore tale archetipo? per uscire dall'identificazione con il personaggio? NO
Il risultato è devianza. Perche con il comportamento del Se esteriore si identifica il se interiore. E permeando, cosi come è lo stesso effetto del Super Io, crea un interfaccia di devianza. Adesso mi viene da riflettere in merito. Se la devianza nasce per superare tale archetipo usando canoni dello stesso archetipo, ed essendo appunto un archetipo, non che quindi presente a livello sinaptico, quale è la giusta soluzione al quesito? per evitare la devianza? visto che comunque essendo archetipo tutti lo hanno e non tutti sono devianti ma potenzialmente la sociopatia e la psicopatia è diventata endemica nella società moderna.
La prova dell'Eroe.
Il cuore è messo a dura prova con questo archetipo è decisivo, devastante. Un Esempio di tale archetipo lo vedo diffuso in Batman. Sia "Batman" che il "Jocker" che "Due Faccie" esprimono il confronto con tale archetipo.
Questa esperienza la ebbi nel 2004/2005, ero a Bergamo, in quell'anno sognai anche la quasi morte di mio padre prima che avvenne, fu un anno di merda, anche da un punto di vista lavorativo, affettivo, in tutto, anche artistico.
Trovo interessante che nel 2008 ritrovo questo archetipo, ma me ne rendo conto solo adesso e di come quel film mi affascino. Per adesso non racconterò il mio sogno, perché fu molto forte.
Ad ogni modo, non credo nemmeno che quel film abbia affrontato tutte le sfaccettature dell'archetipo, un altro che sembra essere coinvolto nello Stesso Archetipo come scoprii in seguito è Pirandello, e guarda caso si parla ancora di maschere.
La teoria pirandelliana del dramma e della comicità è che dal come ci comportiamo con la maschera che ci affibbiano che nasce o il dramma o la commedia. Nel primo caso, l'eroe la combatte innescandone la sofferenza e la crescita del patos e sfociando nel dramma per combattere il "male". Mentre nella seconda l'eroe l'accetta nonostante sia fasulla e la usa a suo vantaggio.
Anche qui ritroviamo sorriso e sofferenza. Con il sorriso, a differenza di Joyce, pirandello adotta una tecnica diversa l'inevitabile maschera viene trasmutata in qualcosa di utile, come il fuoco per cucinare la pasta cosi chi proietta diventa il bifolco e la vittima ora liberata è il vero liberto del dramma esistenziale, il che porta la situazione alla riflessione che nessuno è libero ma siamo tutti liberti.
Ma non è l'unica soluzione.
Maxwell Stirner ideo il principio di rivolta contraria alla rivoluzione, in quanto la descriveva come un inutile bagno di sangue, secondo Maxwell bastava estraniarsi dal problema per lasciarlo scemare da solo. Lo stesso Stirner si dice abbia ispirato Nietzsche.
Ma anche qui crescendo mi viene da dire
"Non c'è un cazzo da ridere", estraniarsi da cosa? dalla tua società? la tua famiglia? questo identifica una mancanza di identità, una mancanza di spirito e infatti anche questa strada porta all'annientamento dell'umano da dentro.
Quindi quale è la vera soluzione?
Secondo me è Cristo, perché non è solo dolore e non è solo gioia. E' Amore è qualcosa di più della mera felicità o del dolore struggente adolescenziale.
E' il contrario dell'Egoismo.
E non è puro altruismo in chiave moderna, non regala niente al diavolo. Da ad ognuno secondo le proprie doti, talenti virtu e qualità e non esclude gli ultimi o chi non le ha, anzi, è inclusivo in ciò cosi che una famiglia è amore, ma amore non è miopia ci sarà padre contro figlio, nuora contro suocera, etc... in una casa di 5 persone 3 saranno contro 2... ma cosa è questo contro? è una famiglia non c'è bruttura è espressione del dialogo un agape di crescita ed evoluzione, di vita.
L'egoismo è la strada della perdizione, cosi come lo è il regalare le perle ai porci. Eppure non credo che siamo tutti degni a questo mondo per prendere le perle di Cristo, ma sempre lui dice infatti di come si separa il grano buono dalla zizzannia, DI SICURO NON PROIETTANDO e con facili soluzioni che sacrificano l'ultima pecorella. Cristo è il più coerente di tutti, il dialogo dello Spirito va inserito nel dialogo e tutte le risposte ad ogni obiezione vengono trovate.
Quindi ripeto "Non c'è un cazzo da ridere" Però una Risata di Cuore e quindi con Spirito non fa male.
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Arche-type 1.0
SpiritualNel Teatro Tiranno che è l'Arte e non lo Spettacolo, dove quest'ultimo è solo l'oppositore e il non sentire... Amleto è il Giudice e il principe e il re... E lo Spirito il Mistero... Tutto il resto è osceno è spettacolo è il mis-èro ego fui protOsc...