Capitolo 28

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Restiamo seduti per terra con le spalle attaccate alla porta.

Il freddo del pavimento gela le mie cosce nude ed entra in perfetta simbiosi con l' aria emanata da Blake.

Non mi parla, non mi tocca, non mi sfiora...

"Vieni"

Non mi ero neppure resa conto che Blake si fosse alzato e che mi stesse invitando a seguirlo.

Rido tra me e me per il senso ambiguo di ciò che ha detto.

Non accenno ad alzarmi così la sua mano prende la mia e con un gesto felino mi tira su.

Effettivamente Blake in questo momento è più simile a un gatto che a un essere umano; come riesce a vedere così chiaramente al buio?

La sua mano è calda e morbida. Stessa cosa non si può dire della mia, visto che la sento appiccicosa e sudata a causa di tutto quello che è successo poco prima.

Credo che mi stia dirigendo verso la sua camera da letto, ma non ne sono del tutto sicura.

Continua a dirigermi nel buio ed apre una porta  attirandomi  all' interno di una stanza.

Mi lascia andare la mano e lo sento buttarsi con poca grazia su quello che sembrerebbe un materasso.

"Non vieni?" domande in tono sensuale; il modo con il quale si esprime induce a pensare quasi che stia dialogando con la sua fidanzata  oppure con la ragazza occasionale  della sera...

A prescindere da tutto questo ha ragione, non ha senso esitare ora.

Con la velocità di una lumaca raggiungo il suo letto e mi siedo dal lato opposto di quello di Blake.

"Non ti stendi?"

"Sto comoda così"

Restiamo in silenzio per qualche minuto fino a quando non mi afferra per il colletto della maglia e mi tira indietro, facendomi finire con metà busto sdraiata sul letto e le gambe poggiate a terra.

"Sei più comoda così?" chiede ridendo.

Mi tito su appoggiandomi sui gomiti.

"Si, grazie mille" rispondo ironica.

Mi afferra per un braccio e mi attira verso di lui.

"Smettila di fare tante storie e vieni a dormire"

Mi lascio accogliere tra le sue braccia fingendo che tutto questo sia naturale, illudendomi  che quasi si tratti della nostra quotidianità.

Il cuore mi palpita fortissimo e non riesco a spiegarmelo.  Non si tratta di un semplice momento di imbarazzo, non può trattarsi assolutamente di questo.

Per quando il mio cervello difettoso comprenda perfettamente che non si tratti di una semplice dinamica tra fratellastri e mi suggerisca di scappare il più velocemente possibile da qui, il mio cuore sembra infischiarsene e mi consiglia invece di approfittare di questi attimi che molto probabilmente non rivivrò mai più.

Forse la causa per la quale non riesco a comportarmi razionalmente e interporre della distanza tra me e Blake è proprio per  il fatto che tutto questo sia moralmente proibito.

Mi eccita e immerge la situazione in un' atmosfera decisamente intrigante ai miei occhi.

Il gusto del proibito...

"Solo per una notte" sussurra Blake delicatamente al mio orecchio.

"Cosa?" domando genuinamente perplessa.

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