Capitolo 37

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Blake's pov

Cristo.

Che ci fa lei qui? Seduta sulla mia poltrona in pelle  tra l'altro.

Mi guarda con un sorriso radioso, che rende trasparente la pura gioia che prova nel vedere sia me che Ellie.

Di certo non è consapevole della situazione in cui si è intromessa e di quello che stava per succedere in questo maledetto attico. 

Di certo non era consapevole di chi volessi far sedere su quella poltrona...

O forse non sarebbe successo  assolutamente nulla a cui lei non potesse assistere.

Sbatto la porta chiudendola e lancio le chiavi nel loro apposito contenitore di colore nero sulla  mensola che si trova subito all'entrata.

"Che ci fai qui?"

Il  tono seccato con il quale le parlo non sembra affatto pesarle visto che non si scompone di mezzo centimetro.

"Sono felice anche io di vedervi "

Respiro pesantemente.

Mi sposto per far entrare Ellie che per nulla imbarazzata entra nel mio attico e nel farlo il suo braccio destro si scontra con il mio braccio sinistro.

Distratta come è sono abbastanza sicuro che non se ne sia nemmeno accorta.

Io invece ho colto molto bene lo sguardo sospetto che mia madre ci ha rivolto.

"Con chi ha trascorso la notte Ellie?"

Discreta come sempre.

Gli anni passano eppure si ostina a non voler  perdere il brutto vizio di ficcare il naso negli affari altrui.

"Mentre ero qui ad aspettare il mio unico figlio che non telefona  più nemmeno per assicurarsi che sua madre sia viva e vegeta,  non ho potuto fare a meno di ascoltare la vostra conversazione..."

Mi mordo l'interno della guancia per cercare di contenere o perlomeno nascondere la mia irritazione.

Perché diavolo è qui?!

"Certo"

Si fissa teatralmente l'anello con incastonato un'enorme diamante che ha sulla mano sinistra solamente per fingere di non starmi ascoltando.

Solamente perché sa che detesto quando le persone non mi ascoltano.

Come tende a fare spesso qualcun altro...

"Smettila di essere così scorbutico  con me, sono pur sempre la tua mamma"

Sul volto ha la stessa espressione di una bambina imbronciata di sette anni.

A parer mio i sette anni sono l'età peggiore per gli esseri umani; non sono abbastanza piccoli da essere considerati teneri bambini e neppure abbastanza grandi da essere considerati  indipendenti.

Sono abbastanza solamente per essere considerati capricciosi e fastidios, un peso per chi gli sta attorno.

I sette anni si addicono perfettamente a Leigh Ann.

Continuo a mordicchiarmi l'interno della guancia e mi dirigo alla cucina.

A dirla tutta  mi dirigo al frigorifero della mia cucina alla ricerca di un po' d'acqua che possa mandar giù il groppo che mi si è formato in gola.

Quando apro il frigo realizzo di non aver quasi nulla al suo interno e mi ricordo che effettivamente non mettevo piede nell' attico da qualche giorno.

Sospiro ulteriormente irritato da me stesso e rassegnato sbatto anche il frigo.

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