Capitolo 29

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"Giù! giù! giù!" le grida delle persone attorno al bancone mi stordiscono e  allo stesso tempo mi incitano a bere ancora un altro shot.

Come potrei deludere così il mio adorato pubblico?

Ingurgito senza respira tutto il liquido all' interno del piccolo bicchiere.  L' alcol brucia quasi insopportabilmente la mia gola non appena ingoio.

Sbatto il bicchierino sul bancone in legno marrone del locale in cui mi ha portata Megan.

"Un altro giro per favore" ordino al barman che dopo ogni singolo shot diventa sempre più carino.

È un ragazzo sulla trentina d' anni, ha un viso molto delicato ed è abbastanza minuto ma tutto sommato ha del potenziale.

Ci poggia i tre bicchieri davanti e noi li solleviamo per brindare.

Dopo aver bevuto Megan inizia a ridere da sola per poi appoggiare un braccio sul bancone e utilizzarlo come un cuscino dove appoggiare la testa.

Non riesco ancora a capire come accidenti abbia fatto a ritrovarmi seduta in un bar sconosciuto di San Diego, dove tra l' altro non avendo ancora compiuto ventun' anni non potrei nemmeno entrare, insieme a Megan e Jackson.

Da quando questa mattina Blake mi ha accompagnata al dormitorio senza parlarmi non si è più fatto sentire e per questo ho approfittato della giornata per dare ripulita al mio alloggio.

Sembrava che lì dentro fosse esplosa una bomba di vestiti talmente grande dal farmi sprecare l' intero pomeriggio esclusivamente per lei.

La mia scrivania tra l' altro era sommersa di brillantini e macchie di mascara reduci dal giorno prima che proprio non ne volevano sapere di andarsene.

Quando costretta da circostanza superiore al mio volere ho dovuto abbandonare la mia stanza per andare a lezione mai mi sarei aspettata di trovare Megan rannicchiata in un angolo dei bagni a piangere.

Si, il mio primo pensiero pensando alla volta in cui era aggrovigliata a Blake  è stato quello di lasciarla da sola però poi la mia coscienza mi ha obbligata ad avvicinarmi e ad assicurarmi che stesse bene.

Onestamente devo dire che per colpa dei forti singhiozzi e della voce spezzata non ho capito del tutto quello che le era successo però il colpevole del suo stato dovrebbe essere un ragazzo di nome Connor.

Avrei voluto dirgli che avrebbe dovuto capire che si trattava di un idiota già dal nome ma me lo sono risperiata per decoro.

La ragazza ha iniziato a raccontarmi tutta la storia della sua relazione passionale con Connor per poi concludere che l' aveva beccato a letto con una donna molto più adulta di lui.

Mentre la accompagnavo a prendere una boccata d' aria fresca abbiamo incontrato Jackson che stranamente era di malumore.

Vista la situazione ho proposto di andare a bere qualcosa tutti insieme ma intendendo una tisana o un tè per placare gli umori.

I due però devono aver mal interpretato quello che volevo dire e da quel momento in poi non saprei ben dire come sono finita qui.

Quando siamo arrivati in questo posto il sole stava già calando ma adesso la serata si è accesa e molti ragazzi pronti a fare baldoria stanno arrivando.

Megan continua a parlare tra se è se ma non è lei a preoccuparmi; Jackson fissa assorto un il suo bicchieri e leggo nei suoi occhi un pizzico di malinconia.

"Stai bene? Hai bevuto troppo?" chiedo cercando di non essere troppo invadente.

Jackson non parla ma mi sorride e fa cenno di no con il capo.

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