Capitolo 4

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Il mattino seguente mi sveglio piena di energie, più o meno. Infilo i primi vestiti che mi capitano davanti e corro a sciacquarmi. Mentre mi lavo i denti mi guardo allo specchio e con ribrezzo osservo la mia figura. Mi domando perché abbia deciso di specchiarmi.

Ho i capelli talmente arruffati da sembrare un nido di uccelli rinsecchito a causa del sole estivo e sulla mia faccia ci sono due enormi occhiaie viola. Effettivamente questa notte non ho dormito molto bene ma credevo che almeno il mio primo giorno di lezioni Dio mi avrebbe graziata e mi avrebbe concesso un aspetto perlomeno civile.

Ovviamente mi sbagliavo.

Ormai non ho più tempo per rimediare perché sono già in ritardo per la lezione del signor White perciò senza indugiare ulteriormente afferro il mio zaino e corro fuori dalla stanza. Con la leggiadria di un giocatore di football corro per il cortile della scuola sperando di arrivare in orario per la lezione.

Non ricordavo che il campus fosse così grande, ma nonostante l' iniziale smarrimento riesco a trovare senza molte difficoltà l' aula. Quando entro noto che il professore non è ancora arrivato ma quasi tutti i posti sono occupati. Trovo un posto libero accanto a un ragazzo seduto nella terza fila così mi faccio avanti per chiedergli se stia tenendo quel posto per qualcuno. Quando mi addentro lungo la fila mi schiarisco la voce ma appena i suoi occhi guardano dritti verso di me le parole non sembrano voler uscire più dalla mia bocca.

Dire che è bello sarebbe troppo riduttivo. Ha i capelli di un biondo scuro e occhi di un colore blu intenso. Affascinante mi sembra l' aggettivo più adeguato. Il suo sguardo però tramuta subito lasciandomi recepire una leggera nota di noia.

"Si?"

Ha un tono sprezzante ma decido di non dargli troppo peso dato che la lazione sta per iniziare e io vorrei sedermi.

"Questo posto è occupato?"

"No"

Mi risponde in maniera secca però non mi lamento dato che finalmente posso sedermi. Trenta secondi dopo il signor White si catapulta alla lavagna scrivendo il suo nome, come se qui dentro ci fosse realmente qualcuno che non sappia chi lui sia.

"Benvenuti, io sono il professor Robert White e per chi non lo sapesse insegno Economia. Direi di non perdere ulteriore tempo in convenevoli e di procedere direttamente con l' introduzione al vostro libro di testo"

Fingo di ascoltare questo uomo e di prendere appunti ma ciò si rivela essere più impegnativo di quanto pensassi.

Tra una parola e l' altra l' ora scorre abbastanza velocemente e in men che non si dica mi ritrovo seduta in un' altra aula pronta per un altra lezione.

Durante la pausa pranzo scrivo a Blake per chiedergli se stasera abbia voglia di uscire a farci un giro insieme o a mangiare qualcosa. ma parallelamente indugio qualche istante prima di inviargli il messaggio.

Ho paura di un rifiuto da parte sua. Da quando sono arrivata qui, diversamente da ciò che pensavo, non mi è sembrato troppo contento di vedermi. Forse ho sbagliato credendo che io gli mancassi come lui stava mancando a ame e ha visto il mio trasferimento come un invasione del suo spazio personale. Mi logoro la mente con questi pensieri futili dato che ormai è troppo tardi per ripensarci. Gli mando il messaggio e finisco di mangiare il mio pranzo in silenzio.

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La mia giornata trascorre abbastanza tranquilla, almeno fino a quando Cassie non fa irruzione nella mia camera cercando di convincermi ad accompagnarla a prendere qualcosa da bere.

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