Capitolo 68

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Il fatto di essere in questo locale a ballare con Blake mi sembra così strano e surreale.

In questo momento dovremmo essere a casa a cercare di spiegare tutto quello che è successo.

Anche se non mi sembra sia rimasto molto da spiegare.

Comunque potremmo sfruttare questo tempo a spiegare a tutti quanti il nostro punto di vista, o almeno a cercare di covincergli che non ci sia nulla di male a-.

"Ellie.

Non voglio passare tutta la serata a dirti di smetterla di pensare a quello che è successo.

Ormai è andata così e non possiamo più farci nulla.

Prima o poi si sarebbe venuto a sapere in ogni modo"

Non riesco ad accettarlo, speravo di poterlo nascondere per sempre, pensavo di riuscire a insabbiare così bene il tutto che nessuno avrebbe mai pensato che Ellie sarebbe mai potuta cadere ai piedi del suo fratellastro.

Invece Ellie è caduta platealmente ai suoi.

Ho distrutto la mia immagine di donna forte e indipendente da qualsiasi essere maschile in solamente un paio di mesi a San Franscisco.

Mentre continuiamo a ballare mi cade l'occhio sul piano superiore del locale, in particolare sul punto dove abbiamo lasciato Jackson e Justin.

Loro non sono scesi in pista con noi, hanno preferito restare appartati al tavolino.

Vedo Jackson di spalle, appoggiato alla balaustra di sicurezza.

Allo stesso tempo vedo invece il volto di Justin mentre gli dice qualcosa all'orecchio e entrambi scoppiano a ridere.

È un po' sciocco da parte mia ma dentro di me scaturisce un mito di solidarietà femminile che mi spinge a pensare alla grande perdita che abbiamo subito.

Sono entrambi così belli.

"Ti va di ballare?"

Un ragazzo mi si avvicina mentre sono imbambolata a fissare i miei amici e mettendomi una mano sul fianco cerca di convincermi a fargli compagnia.

Ma che cavolo?! Dove è finito Blake? E perché ogni singola volta che mi serve deve sparire nel nulla?!

"No, grazie"

Sperando di dargli supporto emotivo gli faccio un sorriso di incoraggiamento a trovare un'altra persona con cui ballare, ma direi che non comprende appieno la natura del mio gesto.

"Vuoi ballare?"

Perché me lo chiede di nuovo?

"Ho già detto di no, ma grazie lo stesso"

Scocciato guarda dietro di se e vedo il gruppo di ragazzi con cui poco fa Jackson voleva avere uno scontro.

Oh, quindi è uno di loro.

Lo sguardo divertito che si scambiano è sufficientemente raccapricciante da convincermi a girare i tacchi e raggiungere Justin e Jackson al piano superiore, o almeno dal provare a raggiungerli.

Il ragazzo mi si impone di fronte sentendosi forte e possente grazie al supporto degli amici.

Sono quasi sicura che se fosse stato da solo non avrebbe neppure avuto il coraggio di venire qui a rivolgermi la parola.

"Non è carino rifiutare così un invito"

La finta sicurezza che ostenta mi fa venire voglia di urlargli contro di smetterla di fingere di essere una stronzetto quando in realtà è solo una micetta.

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