Capitolo 30

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Non è sano pensare a lui in questo modo, ne sono consapevole.

Continuo a toccarmi pensando a lui, continuo a gemere pensando a lui, alle sue labbra, al suo tono derisorio.

Devo aver battuto la testa da qualche parte perché più immagino di essere con lui, più il mio corpo reagisce positivamente al mio tocco.

Trascorro la notte insonne, rigirandomi sotto le lenzuola, incapace di pensare razionalmente.

Vorrei rinchiudermi al sicuro tra le mura del mio alloggio ma la mail che mi è arrivata dal professor White mi obbliga quantomeno a presentarmi alla sua lezione.

La mia mente richiama le sue parole rassicuranti e un moto di coraggio mi aiuta a prepararmi per dirigermi alla sua aula.

Evito di specchiarmi per non gravare ancora di più sulla mia autostima e mi infilo un paio di jeans e una maglietta celeste.

Ho i capelli arruffati a causa del mio continuo sbattere la faccia contro il cuscino durante la notte ma ora non ho il tempo sufficiente per poterli sistemare così prendo una fascia nera dal cofanetto sulla scrivania e me la infilo tirando i capelli indietro.

Quando arrivo nell' aula giusta la maggior parte degli studenti, molto più organizzati di me, sta già leggendo dai rispettivi libri.

Mi siedo in una delle sedute laterali e attendo l' arrivo del professore.

Questa mattina nella sua mail diceva di aver preparato appositamente per gli studenti ripetenti del materiale estremamente utile per il prossimo esame.

Sapere di avere un insegnante così dedito alla sua professione non può che farmi provare una grande ammirazione nei suoi confronti.

Avrebbe potuto denigrare o ignorare sia ma che tutti gli altri studenti che non sono riusciti a superare il test, invece ha voluto incontrarci per spronarci ad andare avanti.

Come se tutto questo non fosse abbastanza ha persino preparato del materiale come supporto allo studio.

Non capisco perché in giro ci siano tutte quelle voci sul suo carattere burbero e sulla sua scarsa umanità.

Fino ad ora credo sia stato l' insegnante più disponibile che abbia mai avuto, l' unico a farmi sentire a mio agio nonostante i miei inconcludenti esiti.

Sono talmente immersa nell' elogio al mio custode che neppure mi accorgo di avere l' uomo in questione a qualche passo di distanza.

Come sempre inizia il suo monologo senza troppe interruzioni se non qualche domanda posta dai ragazzi più scrupolosi.

Vorrei dire che il tempo sembra quasi volare, ma i miei continui sbadigli con tanto di lacrime agli occhi potrebbero dare a pensare l' esatto opposto.

Certo è un uomo gentile, ma ogni volta che apre bocca divulgando tutte le sue perle di saggezza rischio di crollare in un sonno dal quale non c'è più un punto di ritorno.

Finalmente la lezione giunge a una conclusione e al contrario di quello tutti gli studenti abbandonano l' aula.

Anche quelli che come me avrebbero dovuto prendere il materiale del signor White.

Non dovrebbe essere arrivata a tutti la mail del signor White?

"Ellie, vieni pure"  dice invitandomi con la mano destra.

Faccio come mi dice e mi avvicino alla sua postazione sommersa da mille fogli e appunti.

È proprio vero; le persone più disordinate sono sempre le più cordiali.

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