Capitolo 13

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Izuku si rannicchiò davanti al falò, i rami secchi trovati da Katsuki bruciavano scaldando il suo corpo infreddolito. Non aveva avuto il coraggio di guardarlo dopo il sogno fatto nella piscina naturale qualche ora prima, e cercava in tutti i modi di concentrarsi sulle fiamme, sulle pareti di roccia della grotta o su Shiro, che saltellava su alcuni sassi aiutandosi con le ali. Perché? Perché devo rendere tutto imbarazzante? Sospirò appoggiando il mento sulle ginocchia, e strinse le braccia intorno ai polpacci. Il fuoco gli solleticava la pelle del viso, graffiata e bruciacchiata dal vento mescolato ai fiocchi di neve. Il suo stomaco brontolò. Sono così codardo che non ho il coraggio di chiedergli le provviste.

«Se hai fame, devi dirmelo. Perché te ne stai lì in silenzio?»

Bakugou parlò, interrompendo il silenzio creatosi tra loro, e si alzò in piedi raggiungendo una delle sacche regalate da Hannes. Midoriya lo vide snodare i fili, aprendola, e tirò fuori degli stracci raggomitolati. Si avvicinò, sedendosi al suo fianco, infine spostò gli angoli rivelando quello che sembrava essere a tutti gli effetti del formaggio, affiancato da piccoli pezzi di pane. Izuku si mordicchiò le labbra sentendo l'acquolina in bocca, ne prese uno scacchetto ma evitò di nuovo i suoi occhi cremisi.

«Che cos'è successo? Nella grotta dei Nani eri strano, e sia a cavallo che quando sono tornato alla piscina naturale.»

Il verdognolo masticò spostando la testa dalla parte opposta, improvvisamente il suo stomaco smise di brontolare. Le gote arrossate mentre il suo cuore batteva all'impazzata nel petto, colpendo la cassa toracica. Come dovrei spiegargli le reazioni del mio corpo? Non posso guardarlo e dire che anche solo averlo troppo vicino mi agita. Per non parlare di quel sogno. Quello stupido sogno. Aveva paura di voltarsi, e di cominciare a fissare le sue labbra, chiedendosi se il loro sapore fosse simile. Deglutì, mandando giù il pezzo di formaggio, poi conficcò le unghie nella camicia. Non si tratta più del suo odore. C'è qualcos'altro. Da quando abbiamo parlato sulla terrazza, dal ballo, dal modo in cui la sua mano si è stretta sulla mia. Mi sembra di impazzire.

«Merda, fai come cazzo ti pare. Ti sei lamentato sempre perché io-» si fermò un istante «Poi adesso sei tu a fare il testa di cazzo. Deciditi.» Katsuki lanciò il panno vicino ai suoi piedi, infine si alzò andandosi a sdraiare dal lato opposto «Io dormo.»

Midoriya lasciò uscire l'aria dai polmoni appena il biondo si voltò, mostrando solo la sua schiena nuda. Le vecchie cicatrici raschiavano la pelle, liscia solo nei punti ancora intatti. I muscoli si mossero appena infilò un braccio sotto la testa, e riuscì a vedere l'andamento del suo respiro. Gli occhi di Izuku però scesero verso il basso, incontrando l'incavo formato dal fondoschiena, scoperto dai pantaloni. Tirò giù il cappuccio del mantello, che ricadde sulle spalle, e afferrò il fagotto con il formaggio alzandosi in piedi. Non ce la faccio a stare qui. Senza fare rumore attraversò il tunnel della grotta, fermandosi all'esterno.

I suoi stivali affondarono nella neve, creando impronte profonde ad ogni passo. L'aria gelida della notte lo colpì obbligandolo a coprirsi con la mano libera, e riuscì a raggiungere un masso, distante qualche metro. La luna splendeva nel cielo, illuminando i fiocchi che ancora volteggiavano sulle montagne, colorando di bianco ogni centimetro di quel luogo. Si mise seduto senza dare peso al tremore delle sue dita, poi riprese a mangiare accompagnato dal rumore del vento. Assomigliava ad un profondo ed infinito urlo, che riecheggiava per chilometri senza mai fermarsi. Rabbrividì, un pezzo di formaggio scivolò dal palmo volando alla sua destra. Ora ci si mette anche il cibo. Sbuffò alzandosi, e piegò le ginocchia appena lo vide, ma un ringhio lo fece congelare sul posto. Che cos'è stato?

Izuku si immobilizzò senza muovere un muscolo, piegò solo il collo riuscendo così a guardare davanti a sé, e quello che si ritrovò ad un palmo dal naso gli provocò una biscia di terrore che dallo stomaco raggiunse il cuore. Un lupo bianco alto un paio di metri, ringhiava con le zanne aguzze in mostra, mentre la saliva scendeva dalle gengive ricadendo a goccioloni sulla neve. I suoi occhi color ghiaccio lo fissarono, scrutandolo. Le zampe enormi ricoperte da affilati artigli neri. Il suo alito caldo ed acre entrò nelle narici di Midoriya, che pietrificato teneva ancora il braccio rivolto verso terra. Questo è il Lupo Bianco di cui parlava Hanens?

Bakudeku [Omegaverse] •The Alpha's bride•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora