[Pov Izuku]
La neve scricchiolava sotto gli stivali ogni volta che, a passo spedito, la calpestava camminando avanti e indietro fuori dalle fucine, mentre Mitsuki, Masaru e Izumo venivano condotti da Hannes nella parte più profonda di quel luogo. Il fumo nero colorava il cielo grigio diffondendosi oltre le nuvole, i piccoli fiocchi biancastri volteggiavano nell'aria danzando grazie alle folate di vento. Gli era mancato il Regno dei Nani, così calmo, così delicato, così movimentato e al tempo stesso così romantico. Lì, Izuku aveva cominciato a guardare Bakugou con occhi diversi, e sempre lì, aveva scoperto la sua prima e vera risata. Questo è un posto speciale per me.
Posò i palmi sul suo grembo stringendo la stoffa della pelliccia che lo copriva. Gli abiti pesanti tenevano al caldo il corpo, che a causa dell'agitazione allontanava comunque il gelo all'esterno. Katsuki era riuscito a procurargli degli indumenti nuovi, pesanti pantaloni in pelle rivestiti nella parte interna, una camicia di lino coperta da una giacca in cuoio, un cinturino agganciato alla pelliccia marrone, dove pendeva di lato una spada riposta nel fodero. I guanti gli avvolgevano le mani, ed il lungo mantello sfiorava il tacco dello stivale, da cui spuntavano le tipiche piume bianche del Clan dei Bakugou.
Ogni volta che la sua mente finiva nell'abisso più infimo dei suoi pensieri, prendeva tra le dita la collana regalatagli dal biondo. Il dente di Shiro gli donava attimi di pace, che lo aiutavano a tornare lucido. Non che temesse l'oscurità, ma non voleva basare la sua intera esistenza sulla vendetta. Sia per la sua salute, sia per quella del suo bambino. Non ho mai provato questo tipo di sentimento. E per quanto sia giusto da parte mia desiderare la morte dell'uomo che mi ha portato via tutto... Mi rende triste. Voglio ucciderlo, ma al tempo stesso vorrei trovare un'altra strada, anche se so che non c'è. Non per persone come il Re degli Elfi. Non per persone come Atlas. Dove neanche l'amore più puro può cancellare le macchie del male ramificate in loro.
Non poteva salvare tutti, ormai lo sapeva. Gli rimaneva soltanto una cosa da fare, proteggere le persone a lui care rimaste al suo fianco. Sputare sangue se necessario, pur di tenere al sicuro le ragioni della sua felicità. Kacchan, questo bambino, i miei amici, la Tribù e mio fratello. No permetterò a nessuno di portarmeli via. Sorrise, il vecchio Izuku non avrebbe mai preso di petto la situazione in quel modo. Il solo ricordo gli provocò una smorfia. Chi era quel ragazzino privo di conoscenza? Chi era quel mezzelfo pieno di sogni irrealizzabili? Chi era l'Omega ingenuo, indifeso e debole che necessitava di essere salvato costantemente? Non ne rimaneva traccia. A distanza di mesi, mi sembra di parlare di un completo estraneo.
«Zuku.»
La voce di Bakugou lo riportò alla realtà strappandolo dal caos nella sua testa. Sbatté le palpebre un paio di volte fermando i piedi con uno scatto, lui si trovava di fronte. Vorrei soltanto restare tra le sue braccia e cancellare il passato. Alzò il capo incontrando le sue iridi cremisi, avevano assunto una tonalità scura, quasi opaca in alcuni punti. Eppure, emanavano comunque quella luce fiammeggiante che tanto adorava.
«Scusami, Kacchan. Sono nervoso.» ammise in un sussurro, mentire non sarebbe servito a nulla quando il suo corpo parlava da sé.
«Non devi, abbiamo un piano e ci stiamo organizzando al massimo delle nostre forze.» posò i palmi sulle sue spalle facendo pressione, e lo tirò in avanti avvicinandolo «Oi. Sono qui.»
«È solo che sono... Sono così tanto arrabbiato e triste. Non riesco a vedere il futuro a cui tutti aspirano dopo questa sanguinosa guerra.» mise la fronte contro al suo collo nudo, le piume del mantello rosso gli solleticarono il naso «Vorrei spazzare via il male in un colpo solo, e al tempo stesso vorrei convertire quel male in bene. So che questo sentimento di vendetta è giusto, che è mio diritto provarlo. Ma mi piacerebbe sapere che ci sono altri modi. Mi piacerebbe-»
«Alcune persone non possono essere salvate.» gli prese il mento tra l'indice e il pollice obbligandolo a guardarlo «Alcune persone non meritano di essere salvate. Cazzo, alcune persone neanche lo vogliono.» sospirò «Quel figlio di puttana ti ha fatto soffrire fin dalla tua nascita, e ha continuato a distruggere tutto intorno a te. Chi ha il coraggio di fare quelle cose ad un ragazzino indifeso? Un pezzo di merda senza-»
«Kacchan... Per favore.»
«Mh.» il biondo gonfiò il petto e rilasciò l'aria dalla bocca creando una nuvoletta di fumo, gli sfiorò l'orecchio con il respiro caldo, provocandogli un brivido «È solo che odio ciò che ha fatto e che continua a fare. Non merita la tua compassione, non merita neanche un fottuto dubbio da parte tua.»
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Bakudeku [Omegaverse] •The Alpha's bride•
Fanfiction[Fantasy AU]: "Izuku Midoriya è un giovane Omega, ma prima di tutto è quello che viene definito un mezzelfo. Disprezzato dalla famiglia reale, viene venduto al Principe dei Draghi, della Tribù del Fuoco, l'Alpha Katsuki Bakugou. Ben presto però, sco...