Capitolo 15

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Izuku finì di sistemarsi la camicia puntando lo sguardo su Bakugou, che ancora dormiva con accanto Shiro. L'oscurità della notte era svanita, lasciando spazio solo al grigiore causato dalle nuvole e dalla neve. Dopo quello che è successo, dovrebbe riposare anche oggi. Si accovacciò piegando le ginocchia, poi si sporse in avanti controllando la cicatrice sul suo petto. Partiva da vicino il capezzolo sinistro, fino a raggiungere la parte inferiore del pettorale destro. Una lunga striscia chiara, arrossata sui bordi. È ancora troppo fresca. So che lui vorrebbe andarsene il prima possibile, lo lascerò dormire. Posso occuparmi del resto io, mentre riposa. Mi sono sempre lamentato perché mi sento inutile, ma ora che ci penso, ho mai fatto effettivamente qualcosa per cambiare le cose? Se mi fossi imposto, forse saprei combattere almeno. La verità, è che nonostante tutto, mi andava bene così. Perché avevo paura. Però... Allungò la mano sfiorando la sua pelle. Però è il momento di smetterla di dipendere da lui.

Si ritirò con uno scatto, e si alzò in piedi. Temeva di avere un vero contatto con lui a seguito del morso e del modo in cui le loro mani si erano intrecciate. Quasi fosse naturale. Quasi le loro dita fossero state create per questo, completarsi con un singolo gesto. Non posso ignorarlo, ignorare le reazioni del mio corpo. Vorrei toccarlo. Vorrei consolarlo. Vorrei... Si strinse nelle spalle raccogliendo una delle sacche, poi raggiunse il cavallo, legato poco prima dell'uscita dalla grotta. Mi sento strano, il segno del morso pizzica al solo sfiorarlo, e il mio cuore impazzisce. È quasi irritante, perché non credo che sia lo stesso per lui. Prese una ciotola versandoci dentro dell'acqua, e la mise atterra accarezzando la criniera dello stallone. Ieri sera si è lasciato andare perché era vulnerabile. Ma quando aprirà gli occhi questa mattina, sarà lo stesso? O farà finta di niente negando tutto? Negando il modo in cui ha accarezzato la mia mano, il modo in cui mi ha guardato...

«Sono un idiota...» sussurrò a bassa voce.

Conosceva abbastanza bene Katsuki da sapere che non avrebbe ripreso l'argomento. Che non avrebbe passato il tempo a domandarsi il perché della bramosia del suo sangue. Che non avrebbe rimuginato sul piacere mescolato al dolore, al volerne di più. Forse è perché sono un Omega? O forse è perché sono io che... Prese una carota, avvicinandola al muso del cavallo. Sono io che mi sono affezionato a lui, ad entrambi. Nonostante tutto. E mi fa tremendamente paura, perché so per certo che quando tieni a qualcosa, la sofferenza è garantita. L'ho visto negli occhi di mia madre, ogni volta che veniva a trovarmi nella torre. Se non fossi mai nato, lei sarebbe stata felice.

«Izuku

Il verdognolo si voltò di scatto sentendo quella voce, diversa da quella di Bakugou, simile a quella dell'uomo nel suo incubo. Davanti però, non vi trovò nessuno. Solo il falò ormai spento, con il biondo e Shiro sdraiati sul mantello rosso. Me lo sono immaginato? Scosse il capo, e raccolse un'altra carota.

«Izuku.»

Si girò di nuovo, ora sicuro di averla sentita, ma nella sua testa. Un fischio gli fece vibrare i timpani, e con calma cominciò a camminare seguendo il suono. Se è quell'uomo, devo parlargli. Chiedergli cosa sa su di me, e su Bakugou. Ho bisogno di risposte, basta scappare. Superò il punto in cui l'esplorazione della grotta era finita, e strinse i bordi della camicia quando si addentrò tra le pareti scure, rocciose, umide. Più si avvicinava al fischio, più la sensazione di gelo nelle ossa aumentava, tanto che i suoi denti tremarono un poco, insieme ai muscoli. Quasi andò a sbattere contro ad un alto masso, così svoltò a sinistra, vedendo in lontananza una fioca luce blu. C'è qualcosa laggiù.

Raggiunse una seconda entrata, la superò e si guardò intorno sgranando le palpebre. Simile ad una seconda grotta, alta almeno tre o quattro metri. Le rocce bagnate dall'acqua creavano piccole pozze nel terreno, illuminate da un fascio. Izuku si fermò appena si rese conto di quello che aveva davanti. Un altare riposto su un rialzo, con all'interno una pietra, che volteggiava a mezz'aria. La luce blu veniva da lì, e gli permetteva di controllare ogni singolo angolo di quel luogo nascosto. Hannes ha consigliato questa grotta a Kacchan. Possibile che neanche lui sapesse nulla? Deglutì rumorosamente, nervoso, poi i suoi piedi presero a muoversi da soli. Le gocce cadevano creando un rumore simile alla pioggia, ma lui riusciva a sentire solo quel profondo ed irritante fischio. Assomigliava a quello udito con Hawks. Salì sul gradino, e si coprì il viso con la mano accecato dalla troppa luce.

Bakudeku [Omegaverse] •The Alpha's bride•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora