Capitolo 18

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Izuku aprì gli occhi di scatto, il respiro affannato mentre cercava di capire cosa fosse successo. Il cuore gli batteva a mille nel petto, piccole gocce di sudore scendevano dalla tempia fino a bagnargli il collo. Riusciva a percepire la camicia umida appiccicata alla pelle. Boccheggiò alla ricerca di aria, e si mise seduto guardandosi intorno. Ma cosa... Dovette mettere a fuoco ciò che lo circondava, quando lo capì, si sentì sprofondare. Dove... Dove sono? Si trovava sul materasso di un letto a baldacchino, dalle coperte bordeaux. Le pareti della stanza dipinte di nero, con alcuni mobili eleganti a decorarla. Una scrivania in marmo scuro, un armadio del medesimo materiale, ed uno specchio con davanti uno sgabello. Assomigliava molto alla camera di una Principessa, non che ne avesse mai vista una, ma se l'era immaginata spesso così. Sto sognando?

Scese con un balzo, atterrando sul pavimento. Si rese conto solo in quell'istante che non indossava più i suoi vestiti. Bensì un paio di stivali molto eleganti, a punta sulla fine e dal tacco alto. I pantaloni neri aderenti quasi gli graffiavano la pelle, e la camicia di lino bianca lasciava trasparire gran parte del suo petto, tranne nei punti coperti da un panciotto blu. Allungò le braccia, le maniche lunghe si allargavano coprendolo fino alle nocche delle mani. Con uno scatto si toccò il petto, il cristallo ancora legato al suo collo. Fece un sospiro di sollievo, che però svanì appena tentò di ricordare. Kacchan ha usato il medaglione per superare il confine. Ricordo che si è creato un passaggio nelle mura di ghiaccio, e che quando l'abbiamo attraversato.... Il nulla. Non riesco a ricordare altro.

Vide con la coda dell'occhio una grande finestra, da cui pendevano pesanti tende nere. La raggiunse premendoci la mano contro, le budella si contorsero e il suo cuore venne avvolto da una stretta così forte che il pettorale vibrò. Non è possibile. Izuku si trovava rinchiuso in una stanza di un enorme castello. Oltre questo si estendeva una radura fatta solo di lava al posto dei fiumi, e pietra. Il fumo riempiva l'aria rendendo impossibile osservarne ogni centimetro, sembrava l'interno di una gigantesca grotta. Niente cielo. Niente sole o luna. Solo oscurità, fuoco, e caldo. Tanto caldo. Come hanno fatto a prenderci? Come hanno fatto a dividerci? Devo trovare Kacchan. Si allontanò dal vetro, poi corse alla porta. Afferrò il pomello tirandolo, ma quest'ultimo girò a vuoto, senza dare alcun risultato. No. No. No. Non aveva più la sua giarrettiera e neanche il coltello da caccia.

«Kacchan! Kacchan!» continuò a tirare, i muscoli fremevano mentre le lacrime gli pizzicavano gli occhi, ricadendo sulle guance «Kacchan! Lasciatemi andare! Dove sono?! Kacchan!» cominciò a dare calci al legno «Kacchan! Ti prego...»

"Sei molto più forte di quello che credi". Le parole di Katsuki risuonarono nella sua mente appena smise di dimenarsi, e strinse le mani a pugno trattenendo l'aria nei polmoni. Io sono più forte. Fece qualche passo indietro allontanandosi un poco, e fissò la porta. Si concentrò, sicuro del suo obiettivo. Doveva raggiungere Bakugou ovunque si trovasse, salvarlo se necessario. Non conosceva Atlas, né i suoi poteri né le sue capacità. Era un salto nel vuoto. Lui salterebbe nel vuoto per me. Sperò di vedere la porta muoversi, di vederla volare in aria o spostarsi, come il lupo davanti alla grotta, ma non accadde. Perché non ci riesco? Si conficcò le unghie nei palmi, tentò una seconda, una terza ed una quarta volta, ma non ottenne niente. Solo il cristallo che debolmente brillava contro al suo petto, illuminandogli il viso.

«Merda!» gridò, e si passò le dita tra i ciuffi verdognoli, andando nel panico «Kacchan...»
«Quanto caos, per caso la camera che ti ho riservato non ti aggrada?»

Izuku sobbalzò sentendo quella voce, la porta era stata aperta e poi richiusa in un secondo. Quando voltò il capo vide un ragazzo alto fissarlo. I capelli lunghi neri raccolti in una coda di cavallo, da cui pendevano dei fili di stoffa rossi. Le iridi nere si mescolavano alla pupilla, così come le sue vene, ramificate sotto pelle. Lui piegò le labbra piene sorridendo, i suoi zigomi virili si alzarono e portò una mano colma di anelli sotto al mento.

Bakudeku [Omegaverse] •The Alpha's bride•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora