Bakudeku [Omegaverse] •The Alpha's bride•

Capitolo 52

[Pov Izuku]

«Fammi tuo questa notte, come fosse l'ultima. E combatti al mio fianco domani, per quelle che verranno.»

La mano di Bakugou si infilò tra i suoi ciuffi verdognoli tirandoli un poco una volta raggiunta la cute con il palmo. Liberò un sospiro dalle labbra che solleticò il viso di Izuku provocandogli un brivido lungo la spina dorsale, mentre il cuore gli martellava nel petto. Notò le proprie guance arrossarsi grazie al riflesso del viso nelle iridi cremisi dell'altro, scure a causa della penombra. La gola divenne secca, e Katsuki lo spinse leggermente in avanti facendo pressione dietro la nuca.

«Ti rendi conto del fottuto potere che hai su di me?» la voce uscì fuori piano, rauca e calda, spostò la bocca vicino il taglio della mandibola, dove lasciò minuscoli baci «Un potere che solo tu hai.»

La saliva gli bagnò il collo appena lo toccò con la lingua umida, ed Izuku deglutì rumorosamente aggrappandosi al retro delle sue spalle. Le unghie si conficcarono nell'armatura in cuoio che indossava, creando un tintinnio per via delle catene legate su di essa. Il suo corpo ebbe uno spasmo nel sentirlo leccare il punto dove la giugulare pulsava sotto pelle, il punto dove passato un po' di tempo lo marchiava di nuovo reclamandolo, mordendolo, dichiarandolo una ennesima volta suo. Voglio fare io qualcosa per lui, questa notte. Voglio fare tutto quello che desidera.

«K-kacchan...» riempì i polmoni d'aria trovando di nuovo la voce, e gli afferrò il mento obbligandolo a guardarlo dritto negli occhi.
Katsuki rimase con la punta della lingua ferma sul labbro inferiore, le iridi cremisi ardenti ora fisse nelle proprie smeraldo, impazienti «Mh?»
«Lascia che sia io a prendermi cura di te per adesso. Abbiamo tutta la notte davanti.» sbatté le ciglia un paio di volte, consapevole che le sue pupille si stessero dilatando completamente perse per il proprio Alpha, ma non gli importò «Lascia che il tuo Omega ti faccia stare bene. Vuoi?»

Bakugou annuì e lasciò scivolare entrambe le mani sui suoi fianchi infilandole dentro ai pantaloni, tirando fuori la camicia. Piantò i polpastrelli sul fondoschiena dove i glutei formavano una piega rotonda, li strizzò tenendolo vicino a sé. La sua erezione si spinse oltre la stoffa, strusciandosi vogliosa contro al ventre del verdognolo, che si ritrovò a stringere un poco le gambe squittendo. I muscoli tremarono e un piccolo sorriso incurvò gli angoli della bocca di Izuku, che con calma cominciò a slacciare l'armatura del suo Alpha, senza distogliere lo sguardo.

«Vuoi spogliarmi?» domandò.
«Hai la pelle fottutamente bollente.» il biondo arrossì sulla parte superiore delle gote «Ti lascerò fare quello che vuoi, spogliami e spogliati.» i suoi canini bagnati dalla saliva luccicarono un poco a causa della lanterna «Sono nelle tue mani come di tuo desiderio, mio Omega.»
Izuku sorrise «Come sei gentile stasera, Kacchan.»
Bakugou si sporse in avanti sfiorando l'orecchio con le labbra «Prova a dirmelo più tardi.»

Divenne completamente rosso e fece scivolare i pesanti mantelli di entrambi a terra, insieme all'armatura in cuoio del biondo, che cadde tra i loro piedi nudi. Afferrò i bordi della propria camicia alzandola, e la lanciò via. Allungò le dita sul petto nudo di Katsuki, che trovò irregolare per via dei brividi che lo avvolgevano, poi scese verso il basso cominciando a slacciare la cintura. La bocca si posò sulla pelle incandescente di Bakugou, e prese a baciarla quando i pantaloni vennero tirati giù dalla gravità atterrando con un tonfo. Ne approfittò posando i palmi sui suoi fianchi, mentre con la testa scese verso gli addominali prorompenti.

Alzò il capo lasciando che la lingua si insinuasse nelle pieghe dei muscoli, tracciando con i pollici le linee dei tatuaggi neri. Gli occhi del suo Alpha divennero di una tonalità cremisi così intensa da provocargli una stretta allo stomaco, e deglutì di nuovo. Gli piaceva il fatto che stesse lì fermo ad osservarlo come richiesto, ma al tempo stesso non poteva fare altro che sentirsi un poco a disagio. È una cosa che di solito faccio quando siamo sdraiati o semi seduti, così... Sembra ancora più possente del normale.