Capitolo 54

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Il campo di battaglia scelto distava qualche chilometro dal punto in cui Izuku, insieme a Mitsuki e Katsuki, si stava preparando all'assalto contro le Viverne. Gracchiavano simili a delle cornacchie, oltre lo strapiombo.

Un brivido gli attraversò la schiena, strinse le labbra formando una linea dritta. Scosse il capo, quasi quel gesto potesse allontanare le sue sensazioni.
Argor al suo fianco distese le ali, creò una folata di vento che gli scompigliò i capelli. Gli artigli si conficcarono nella roccia e mostrò i denti. Un sibilìo gli graffiò la gola, dove le squame si mossero leggermente.

Izuku si voltò nella sua direzione, spostò alcuni ciuffi impigliati nelle ciglia e gli sorrise.

Se ci sono loro al nostro fianco. Niente e nessuno potrà fermarci.

Allungò il palmo della mano, sfiorò con le dita il collo e il Drago incrociò il suo sguardo. L'iride rilassata con la pupilla della giusta misura.
Le dita toccarono la corazza, un'armatura creata dai Nani per proteggere quelle maestose creature in combattimento.

Il cuoio lo copriva da lì al torace, le parti più a rischio in volo. Alcune piume ne decoravano i bordi, un segno di appartenenza. Segno che anche loro, come tutti gli altri, erano membri della Tribù del Fuoco, di un Clan, di una famiglia.

Un ruggito interruppe il silenzio, la terrà tremò sotto i piedi. Argor fece un verso di approvazione prima di muoversi con calma, evitando che la coda lo colpisse.

Katsuki apparve in linea d'aria nella sua forma animale, nella forma che una volta considerava maledetta e che ora invece utilizzava come arma.
Le ali rosse contro le gocce di pioggia, solo quando atterrò nel punto in cui prima Argor si era lasciato coccolare, le ritirò sui fianchi.

«Grr.»

Il verdognolo non esitò, avanzò senza paura, e posò la fronte contro al suo muso. Lo trovò bagnato, accaldato dal respiro di fuoco, ruvido.
Katsuki lo spinse in avanti, provocandogli una leggera risata.

Izuku lo guardò, sbatté le palpebre un paio di volte prima di notare qualche striatura ambrata in quelle iridi ormai azzurrine.

Oh.

Possibile che diventare padre avesse acceso in lui qualcosa di tanto forte? Possibile che, con il tempo, quella ferita stesse guarendo?

Non gli ho mai chiesto se i suoi occhi, un giorno, potessero tornare come quando l'ho conosciuto.

«Non preoccuparti, Kacchan. Argor mi stava tenendo compagnia.» lo accarezzò con entrambe le mani.
«Com'è andata? Quante sono?»
«Grr...!»

Non lo capì, fu sicuro però di scorgere furia in quel suono cupo.

«Un branco. Una cinquantina, a vista d'occhio.» Mitsuki saltò giù dalla roccia alle loro spalle. «Il doppio dei nostri Draghi.»
Midoriya deglutì. «Il... Doppio?»
«Si.» la sua voce non si incrinò, né tanto meno vacillò. «Come sai, bisogna evitare le loro code, il veleno paralizzante può durare ore. Però, l'acido che sputano al posto del fuoco ci tornerà utile.» si girò l'elsa della spada nel palmo, lo roteò con così tanta velocità da non vedere la lama. «Se le colpiamo con le fiamme di Drago nel momento in cui stanno per sputarlo...»
«Esploderanno dall'interno.»
Mitsuki ridacchiò. «Solo se le colpisci dritto nelle fauci. Quindi, Katsuki, vedi di non sbagliare mira.»

Bakugou girò il muso di colpo e mostrò i denti come un cane, ruggendo a sua madre.
Lei alzò un sopracciglio per nulla sorpresa, schioccò le labbra fermando la spada sulla spalla.

«È ora di andare, preparatevi.»

Izuku annuì e si grattò la nuca confuso, non sapeva ancora in che modo comportarsi quando loro due litigavano.

Bakudeku [Omegaverse] •The Alpha's bride•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora